La Ferrari è a secco di titoli in F1 dal lontano 2008, e secondo l’ex boss della Mercedes il 2023 non sarà l’anno buono. Ecco i motivi.
Il 2023 sarà l’anno della Ferrari? Questa è la domanda che si pongono tutti, ma in F1 è sempre complesso fare pronostici di qualche tipo, soprattutto se si tratta di un team che non vince un titolo piloti dal 2007 ed uno relativo ai costruttori dal 2008. Il cambiamento che in molti auspicavano è avvenuto da qualche settimana, con Frederic Vasseur che ha rimpiazzato Mattia Binotto nel ruolo di team principal.
Il manager francese diventerà operativo a tutti gli effetti dal prossimo 9 gennaio, ma è già arrivato a Maranello dal momento che l’ingegnere di Losanna ha lasciato il proprio posto con dieci giorni di anticipo rispetto alla scadenza del contratto. Dunque, il nuovo corso di Vasseur è ufficialmente iniziato, e c’è la sensazione che qualcosa possa davvero cambiare in chiave futura.
La Ferrari ha bisogno di ritrovare, prima che delle vittorie mondiale, la credibilità perduta negli ultimi anni, a causa di errori imbarazzanti dal punto di vista strategico e relativi agli sviluppi. Un’altra questione da affrontare sarà quella legata alle gerarchie tra i piloti, con Carlos Sainz che si è ormai convinto di poter vincere un titolo mondiale, nonostante delle statistiche a dir poco deficitarie.
Lo spagnolo ha vinto una sola gara, grazie alla follia tattica della Rossa che ha tolto di mezzo Charles Leclerc regalando il successo al figlio del due volte campione del mondo rally, il quale, nel 2022, non ha dimostrato nulla. A fine anno, il ritardo di Carlitos dal compagno di squadra è stato pesantissimo, pari a ben 62 punti, nonostante delle strategie quasi sempre a suo favore.
Un team che si rispetti avrebbe già fatto capire chiaramente al nativo di Madrid che il suo compito è quello di svolgere il ruolo della seconda guida, ma con Binotto tutto ciò non è mai accaduto. Vasseur dovrà operare una scelta subito dopo le prime gare, in modo da evitare altre situazioni al limite e lasciando Leclerc in una situazione di maggior comfort.
La storia dimostra che i titoli si vincono, principalmente, puntando su uno dei due driver, a meno che l’auto non sia così superiore alla concorrenza come accaduto alla Mercedes tra il 2014 ed il 2016 nelle sfide tra Nico Rosberg e Lewis Hamilton, o alla McLaren-Honda del biennio 1988-1989 con Ayrton Senna ed Alain Prost.
Vasseur dovrà dare uno sguardo anche al reparto tecnico, perché se è vero che la Ferrari si presenta spesso al via dei mondiali con una vettura molto veloce, quasi sempre non riesce poi a svilupparla a dovere durante l’anno. Da questo punto di vista, Red Bull e Mercedes sono state sempre superiori, e per pensare di mettere le mani sul titolo serve fare un passo in avanti enorme.
F1, Norbert Haug distrugge le ambizioni della Ferrari
La Ferrari ha cambiato team principal per l’ennesima volta negli ultimi anni, e ciò significa che ci saranno una serie di equilibri da ritrovare prima di puntare al top. La prima F1 ad effetto suolo della nuova era del Circus progettata a Maranello potrebbe essere un’ottima base per la monoposto del 2023, che è nata sotto la gestione di Mattia Binotto ma che verrà sviluppata sotto Frederic Vasseur.
Il progetto è gestito da un comparto tecnico che non è destinato a cambiare per il momento, anche se le voci relative ad un arrivo, in futuro, di Simone Resta come direttore tecnico non si placano. Nel frattempo, al mondiale 2023 mancano soltanto due mesi, e c’è chi crede che la Scuderia modenese non abbia speranze.
A dirlo è stato l’ex vice-presidente della Mercedes, vale a dire Norbert Haug, che ha concesso un’intervista ad “Rnd“: “Il 2022 della Ferrari non è stato disastroso, dal momento che ha concluso al secondo posto in entrambe le classifiche del mondiale. La Rossa, anche senza i tanti errori commessi, non avrebbe mai battuto la Red Bull, e credo che la stessa cosa accadrà il prossimo anno. Non vedo per niente un 2023 vincente per la Ferrari“.
Le parole di Haug sono state durissime, e sembrano non lasciare scampo ai sogni iridati di Charles Leclerc e di Carlos Sainz. Il monegasco si avvicina alla scadenza del contratto, prevista per la fine del 2024, esattamente come il suo compagno di squadra. Un’altra stagione di delusioni potrebbe portarlo a non rinnovare, causando non pochi guai al suo team. Se la Ferrari dovesse perdere il suo talento, significherebbe aver fallito, ancora una volta, anche in termini di gestione piloti, lasciando alla concorrenza un fenomeno nato e cresciuto a Maranello.