Rubens Barrichello è stato un grande secondo pilota nella storia della Ferrari e il suo aiuto è stato determinante per Michael Schumacher.
La Ferrari nel corso della sua storia ha potuto contare davvero su grandissimi piloti, con i successi che sono arrivati per merito di fenomeni assoluti come Michael Schumacher, Alberto Ascari, Niki Lauda e molti molti altri, ma anche il ruolo dei secondi è stato importante, con Rubens Barrichello che è stato uno dei più celebrati.
Sono stati tantissimi i casi in cui abbiamo potuto assistere al ruolo determinante dei secondi piloti per permettere al capo guida di potere trionfare nel Mondiale.
Tutti quanti ricordiamo con grande affetto e piacere gli anni di Michael Schumacher in Ferrari, con il Kaiser tedesco che è stato sicuramente uno dei più grandi campioni della storia e che ha potuto riportare il titolo Maranello dopo ben 21 anni di digiuno.
Sicuramente avrebbe comunque vinto in qualsiasi caso, ma non ci sono assolutamente dubbi che un grande aiuto sia arrivato anche dal suo compagno di squadra Rubens Barrichello.
Rubinho infatti è arrivato alla Rossa proprio nel 2000, l’anno che ha riportato il titolo in Ferrari dopo il trionfo di Jody Scheckter nel 1979, con il brasiliano che ha avuto un rapporto di amore odio con il Cavallino.
Il sudamericano sa benissimo che non avrebbe mai potuto pensare di lottare per il titolo Mondiale e soprattutto a scalzare un fenomeno assoluto come Michael Schumacher, ma in troppe circostanze ha dovuto chinare il capo di fronte alle richieste della Scuderia e lasciar passare il compagno di squadra.
Il caso più eclatante fu sicuramente legato al Gran Premio d’Austria nel 2002, una stagione che era già ampiamente dominata dalla Ferrari, ma con Jean Todt che preferì dire al brasiliano di lasciar passare Schumacher in dirittura d’arrivo in modo tale da poter aumentare sempre di più il suo bottino in classifica generale.
Fu davvero strana la festa della Ferrari a fine gara con il pubblico austriaco che fischiò pesantemente la decisione del Cavallino Rampante, ma alla fine Rubinho grazie alla rossa riuscì a diventare per due volte vicecampione del mondo, prima del 2002 e poi nel 2004.
Avrebbe potuto anche calare il tris con questo risultato d’onore, ma nel 2009, pur guidando quella Brawn GP che per gran parte della stagione fu assolutamente dominante, nel finale dovette cedere la piazza d’onore alla Red Bull di Sebastian Vettel.
Ma che cosa fa oggi Rubens Barrichello? Sembrerà incredibile, ma da quando ha lasciato il mondo della Formula 1 nel 2011 ha sempre costantemente continuato a far parte del mondo dei motori, una di quelle passioni che non potrà mai fermare.
Barrichello ancora in pista: il Brasile lo adora
Rubens Barrichello terminò la sua carriera in Formula 1 nel 2011, con le ultime due stagioni molto deludenti e assolutamente poco convincenti in Williams, tanto è vero che nella sua ultima annata ottenne solamente quattro punti con due noni posti.
L’anno seguente decise di prendere parte q diverse competizioni, con la più importante che fu sicuramente la 500 Miglia di Indianapolis, con il suo risultato finale che fu un undicesimo posto, inoltre disputò un’annata con la Dallara in IndyCar.
Barrichello però voleva in tutti i modi di tornare nel suo Brasile, quella nazione che ha sempre amato e che non ha mai dimenticato, ricordiamoci infatti come in occasione delle gare a San Paolo l’emozione per lui fosse davvero palpabile.
Ecco allora che dal 2012 è parte costante della Stock Car Brasile, una delle più importanti competizioni del mondo dei prototipi nella nazione sudamericana, con Rubinho che ha avuto l’opportunità di gareggiare con diverse grandi macchine.
La sua prima esperienza fu con la Peugeot 408, ma con la vettura francese corse solamente in tre circostanze prima di passare l’anno seguente alla Chevrolet Sonic.
Questa fu sicuramente la più importante esperienza della carriera, il tutto collaudato dalla scuderia Full Time Sports, con il primo anno che fu solamente di rodaggio, ma che gli diede l’opportunità di ottenere il primo secondo posto della carriera all’interno del circuito di Salvador, ma il colpo da maestro sarebbe arrivato l’anno seguente.
Ecco allora che nel 2014 la costanza di Barrichello in pista gli diede l’opportunità di diventare campione del Brasile proprio con la sua Chevrolet Sonic, pur vincendo solamente due gare nell’ottava e nella nona tappa del campionato.
Ancora oggi è a tutti gli effetti un pilota della Full Time Sports, tanto è vero che in questa stagione è riuscito addirittura a vincere due gare nel circuito di Goiana, anche se adesso ha praticamente lasciato il posto al suo erede.
Barrichello infatti è uno di quei padri che può essere un vero e proprio maestro per il figlio, infatti il classe 2001 Dudu Barrichello ha deciso di portare avanti la carriera del padre, con i suoi risultati nello Stock Car Brasile che in questo momento sono davvero molto positivi.