Le F1 sono le monoposto più tecnologicamente avanzate del pianeta, ma ciò che vedrete oggi vi stupirà. Ecco cosa è accaduto.
Quando pensiamo alla F1 ci vengono in mente solo e soltanto delle monoposto strepitose ed all’avanguardia, in grado di regalarci delle stagioni divertenti ed emozionanti, con tanto spettacolo per tutti noi che amiamo questo sport. Al giorno d’oggi, queste auto sono diventate sempre più sofisticate, a causa dell’avvento delle power unit avvenuto nel 2014 e di tante altre novità che in passato sarebbe stato difficile immaginare.
Un esempio su tutti? L’Halo di sicuro, arrivato nel 2018 e che si è posto l’obiettivo di proteggere la testa dei piloti, e c’è da dire che il suo scopo è stato raggiunto già lo scorso anno (in termini di stagioni, dunque, il 2021) con Lewis Hamilton a Monza, sfiorato dalla Red Bull di Max Verstappen dopo il contatto alla Prima Variante.
La stessa cosa è accaduta a Romain Grosjean, in Bahrain nel 2020, quando è uscito indenne da un inferno di fuoco che poteva condannarlo a morte. Il francese è stato salvato dall’Halo, che ha impedito che il pilota venisse decapitato dal guard-rail nel quale si era infilato con la sua Haas.
Questo dispositivo è stato fondamentale anche nel salvare Charles Leclerc, a Spa-Francorchamps, nel 2018, quando Fernando Alonso si stampò con la sua McLaren sopra a questo sistema dell’Alfa Romeo Racing del monegasco, rischiando di tagliargli la testa, ma per fortuna c’era il suddetto Halo.
In passato, certi sistemi di sicurezza non erano affatto contemplati, ed in F1 si moriva quasi tutti i fine settimana. Il periodo peggiore è stato forse quello degli anni Settanta, con le prestazioni che iniziavano ad aumentare, senza però andare di pari passo con la sicurezza, che restava praticamente proibitiva.
A tal proposito, basta pensare al fuoco, che non ha mai abbandonato questo sport ben oltre l’incidente di Niki Lauda, datato 1976 ed avvenuto al Nordschleife. Nel 1989, infatti, Gerhard Berger ebbe un terribile incidente al tamburello di Imola, con la sua Ferrari che fu inghiottita dalle fiamme, ma l’austriaco riuscì a salvarsi per il pronto intervento dei soccorsi che spensero l’incendio.
Insomma, la sicurezza in questo sport è arrivata dopo tanti anni di morte e paura, ma una cosa va detta: il pericolo è ciò che ha affascinato sia i fan che i piloti stessi, la sensazione di poter sfidare la sorte per poi portare a casa successi leggendari è sempre stato ciò che ci ha esaltato più di tutto e tutti, ma qualcosa oggi sta cambiando, o forse è già cambiato senza possibilità di tornare indietro.
A tal proposito, il week-end di Imola del 1994 è stato uno spartiacque netto, con le morti di Ayrton Senna e Roland Ratzenberger che cambiarono questa disciplina per sempre. Da quel momento in poi, soltanto Jules Bianchi, a Suzuka nel 2014, ha trovato la morte, ma soltanto per via di una serie di coincidenze sfortunate che faranno per sempre parte di questo sport e della vita in generale, contro i quali non c’è sistema di sicurezza che possa tenere botta.
F1, una Dallara del BMS Scuderia Italia in un bosco
L’ultima epoca in cui i cavalieri del rischio della F1 possono dire di aver cavalcato è quella che ha contraddistinto gli anni Ottanta e Novanta. All’epoca, i motori spingevano a meraviglia delle vetture comunque molto pericolose, come testimoniato dal suddetto fine settimana nero di Imola, il peggiore nella storia della massima formula.
Le vetture di quel tempo rimangono dei gioielli senza tempo, dei capolavori che non possono essere dimenticati da chi ama la F1. Tuttavia, a volte qualcosa di incredibile accade e lascia tutti senza fiato, e siamo sicuri che ciò che è accaduto in questi giorni e che vi stiamo per raccontare vi colpirà in maniera non indifferente.
Sul canale YouTube “The Bearded Explorer“, è stato caricato un video nel quale il protagonista trova alcune auto arrugginite ed impolverate all’interno di una sorta di fattoria o, se preferite, un fienile abbandonato. Accanto a vetture di ottimo livello, comunque ridotte ad un ammasso di polvere, viene fatta una scoperta folle.
Una monoposto della massima formula è stata abbandonata al proprio destino, anche se in questo caso ci troviamo costretti a correggere l’autore del video e della sua didascalia. Infatti, si parla di una Ferrari degli anni Novanta, che effettivamente, nelle forme, può ricordare la meravigliosa F1-90 di Alain Prost e Nigel Mansell, che con il francese sfiorò il titolo mondiale di quell’anno, poi vinto dalla McLaren-Honda di Ayrton Senna.
In realtà, si trattà di una Dallara del BMS Scuderia Italia, che corse o nel 1989 o nel 1990, visto che vicino alla zona dell’abitacolo è indicato il nome di Andrea De Cesaris. Le immagini del veicolo sono davvero clamoroso, e va detto che l’autore del video può essersi confuso in quanto non sono presenti tutti gli sponsor che questo modello solitamente indossava in pista.