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Formula 1

Cosa indossano i piloti di F1 sotto il casco? Ecco a cosa serve

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Giovanni Messi

I piloti di F1 devono essere sottoposti a rigidi controlli in termini di sicurezza, ed oggi andremo a scoprire cosa hanno sotto il casco.

La sicurezza è un punto fondamentale della F1 moderna, e senza di essa è impossibile pensare di poter correre. Le tragedie che si sono consumate nel vecchio secolo hanno spinto tutti a fare degli sforzi immani per cercare di migliorare le situazioni più al limite, e c’è da dire che i risultati si sono visti.

F1 (ANSA)

Dal 1994 ad oggi, in F1 si è verificata soltanto una morte, quella di Jules Bianchi, avvenuta durante il GP del Giappone del 2014. Per il resto, anche gli incidenti peggiori si sono risolti nel migliore dei modi, anche se la paura non manca mai in questo sport, dove la fatalità è sempre dietro l’angolo.

Il Circus si è sviluppato molto, ed assieme alla FIA conduce anche diverse campagne per la sicurezza stradale, cercando di ridurre drasticamente le manovre pericolose e punendo severamente anche i piloti che non rispettano alla lettera i regolamenti.

Sicuramente, in tutto questo, c’è anche una nota negativa, che è legata all’eccessiva ricerca della sicurezza in condizioni di pioggia o quando c’è anche un minimo incidente. Ad ogni gara viene mandata in pista la Safety Car anche per motivi che appaiono banali, ma va detto che il dramma di Suzuka 2014 ha segnato tutti profondamente, e prevenire è diventato meglio che curare. Anche nello sport che amiamo di più al mondo.

F1, i piloti sono obbligati ad indossare sottocaschi

I piloti di F1 sono protetti da caschi di altissimo livello, che nel corso degli anni sono stati migliorati di continuo per evitare gravi infortuni. Due episodi fondamentali sono stati utili, seppur successivi a dei notevoli drammi, per aiutare la sicurezza ed evitare tragedie ripetute, e stiamo parlando della morte di Ayrton Senna e dell’incidente di Niki Lauda al Nurburgring Nordschleife.

La morte del brasiliano venne causata da un braccetto della sospensione della sua Williams che si infilò tra calotta e visiera, perforando il casco nel suo punto più critico. Da quel momento in poi, la FIA è intervenuta irrobustendo quella parte, e c’è da dire che i risultati si sono visti tutti, anche se la fatalità può sempre accadere.

Come avrete notato, i piloti di F1 indossano anche dei passamontagna, definiti anche sottocaschi, che devono essere ignifughi ed ovviamente approvati dalla Federazione Internazionale dopo rigidi test. I sottocaschi sono regolati dalla norma della FIA “8856-2000”, e con il passare del tempo sono diventati sempre più resistenti.

La cosa più importante è proteggere coloro che vanno in pista dalle fiamme, ed è qui che è entrato in gioco il dramma di Lauda del 1976. L’austriaco, in quel drammatico crash, si provocò diverse ustioni al viso ed alle orecchie, proprio perché i caschi ed i sottocaschi dell’epoca non erano utili ad evitare infortuni di questa gravità.

Le cose sono progredite nel corso degli anni, e per la testa dei piloti c’è un’attenzione particolare. Nel 2018 è stato introdotto l’Halo, a seguito della morte di Jules Bianchi nel 2014, ma anche per quella di Justin Wilson avvenuta in Indycar l’anno seguente. L’obiettivo è quello di evitare che parti contundenti vadano ad impattare contro il cranio dei piloti, visto che a quelle velocità anche una semplice paratia può essere fatale.

Il britannico morì a Pocono, nel 2015, dopo essere stato colpito dal musetto della vettura di Sage Karam, che era finito a muro pochi secondi prima. In tutte le varie categorie del motorsport, soprattutto nelle monoposto, sono stati fatti passi da gigante in termini di sicurezza, il tutto per evitare il ripetersi di incidenti devastanti.

Ovviamente, la certezza di non assistere ad una morte in pista non l’avremo mai, ma anche l’abbigliamento dei piloti è diventato un punto forte per evitare qualcosa di terribile. Le tute, i guanti, i caschi ed i sottocaschi sono divenuti fondamentali, e non accade mai che cose di questo tipo vengano lasciate al caso.

Come vi abbiamo detto in questi giorni, anche il fisico dei piloti è tenuto costantemente sotto controllo. Dopo le gare, tutti i piloti vengono pesati per controllare quanti liquidi hanno perso, che si traducono in kg in meno rispetto all’inizio dell’evento. Inoltre, per ogni minimo incidente c’è il rischio di finire al centro medico per controlli ulteriori, ma c’è da dire che quando c’è di mezzo la salute la sicurezza non è mai troppa. Nei prossimi giorni vi proporremo ulteriori approfondimenti sulle curiosità di questo mondo, in attesa che si riaccendano i motori per il nuovo campionato che è ormai alle porte.

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Giovanni Messi

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