Mattia Binotto è attualmente senza un impiego in F1 dopo aver lasciato la Ferrari. Un ex membro del Cavallino si fa sentire.
Inverno di pensieri e riflessioni sul futuro per Mattia Binotto, il quale non sarà più al comando della Gestione Sportiva della Ferrari nel 2023. L’ingegnere di Losanna, impegnato in F1 con il Cavallino dal lontano 1995, ha lasciato Maranello attorno al 20 di dicembre, con una decina di giorni di anticipo sulla scadenza dell’accordo che era previsto per fine anno.
Con l’addio di Binotto si è conclusa una delle gestioni peggiori della storia della Scuderia modenese, con sole sette vittorie di tappa ottenute in quattro stagioni. Per ben due anni consecutivi, ovvero nel 2020 e nel 2021, la Ferrari non ha ottenuto neanche un successo, restando a secco di vittorie per quasi un migliaio di giorni tra settembre 2019 e marzo 2022.
A segnare la presenza del reggiano a Maranello non sono state soltanto le poche vittorie ed il mancato raggiungimento del titolo mondiale, ma le modalità con le quali i risultati più importanti sono sfuggiti. Gli errori strategici, i problemi di affidabilità e la pessima gestione dei piloti hanno portato la dirigenza a spazientirsi, così come le pessime figure fatte in termini di comunicazione.
L’ex team principal del Cavallino non ha mai avuto la faccia di chiedere scusa ai fan in diretta mondiale, mentre Toto Wolff o Christian Horner non cercavano mai scuse quando le cose non andavano per il verso giusto. Binotto aveva giudicato la stagione della Ferrari con un 8 in pagella nonostante gli oltre 200 punti di ritardo dalla Red Bull, ed affermazioni come questa fanno ben intendere che con lui alla guida non si sarebbe andati da nessuna parte.
Mattia potrà anche essere un bravo tecnico, ma sul resto è bene stendere un velo pietoso, perché alcune vicende come quella dell’accordo segreto hanno fatto troppo male alla Ferrari per essere dimenticate. A difesa del tecnico reggiano possiamo sottolineare, per l’ennesima volta, l’inutilità di un personaggio come John Elkann, presidente assenteista che mai si è interessato in maniera sufficiente alla causa della Scuderia.
A prendere in mano la situazione, in modo inaspettato, è stato il CEO Benedetto Vigna, che pare aver sviluppato una passione non da poco per la squadra italiana, a tal punto da decidere di suo pugno cosa farne e chi mettere a suo comando. L’arrivo di Frederic Vasseur sembra essere uno spartiacque, con Binotto che dovrà cercare un impiego altrove.
In queste settimane sono partite diverse congetture riguardo al futuro dell’ingegnere di Losanna, e si è parlato di tanti team che potrebbero portarselo a casa. Al momento, Mattia è inutilizzabile per via del gardening, ma verso fine anno potrebbe accasarsi presso una nuova squadra. A quel punto, sapremo la verità dopo mesi di sospetti.
F1, Cesare Fiorio consiglia l’Audi su Mattia Binotto
Mattia Binotto ha un’eccellente reputazione di tecnico nel paddock della F1, ed anche alcuni ex della massima formula lo giudicano un top assoluto in termini di ingegneria. La conferma è arrivata da Cesare Fiorio, team principal della Ferrari trent’anni fa, ma che segue sempre le vicende legate al Circus e che ha immaginato il futuro dell’ingegnere di Losanna.
Intervistato dal “Corriere dello Sport“, Fiorio ha detto: “Se io mi trovassi nella situazione in cui dovessi entrare a breve in F1, come accadrà all’Audi nel 2026, non ci penserei un minuto: proverei ad assicurarmi Binotto, è una persona che non mi farei sfuggire. Non ho dubbi su questo“.
Riguardo all’addio alla Ferrari, il grande Cesare è stato categorico: “Per quanto mi riguarda, me lo sarei tenuto a Maranello. La Ferrari del 2022 è stata all’altezza della Red Bull, erano le due migliori vetture della stagione, un campionato fatto di grandi cambiamenti sul fronte dei regolamenti, ai quali avevano reagito bene. Mancava l’affidabilità e questo è costato il mondiale, ma io comunque credo che Mattia sia un grande tecnico. Il team principal è un lavoro diverso, in cui cambia tutto“.
Nelle ultime parole dell’intervista, Fiorio ha fatto intendere che Binotto andava tenuto in Ferrari come ingegnere, ma non come capo della Gestione Sportiva. Questo errore, fatto nel 2018, ha poi comportato una serie di stagioni molto difficili, con l’ingegnere di Losanna che ha acquisito una brama di potere che prima non gli apparteneva.
Se Binotto fosse rimasto al suo posto come direttore tecnico con un altro membro a fare da team principal, le ultime stagioni sarebbero potute essere diverse, ma nella vita non si può tornare indietro. La speranza è che sia lui che la Ferrari, in futuro, trovino le loro strade, che siano vincenti e ricche di soddisfazioni per entrambi.