Gli sportivi hanno spesso aiutato i propri Paesi nei momenti difficili. E Igor Skuz, campione ucraino di kart e non solo, non è da meno.
Gli eroi degli sport, in particolare quelli in campo motoristico, sono stati spesso chiamati in passato a usare le loro abilità di guida per combattere la causa della propria nazione. Basti pensare all’esempio di Robert Benoist, William Grover-Williams e Jean-Pierre Wimille, che fecero parte della resistenza francese nella Seconda Guerra Mondiale dopo aver già compiuto delle epiche imprese sui circuiti di tutto il mondo. Ma anche i conflitti moderni mostrano atleti che sono ancora costretti a prendere decisioni simili. Ed è il caso di Igor Skuz, campione ucraino di auto da turismo e su kart, che sta difendendo il proprio Paese dall’invasione russa.
Classe ’76, Skuz ha iniziato la sua carriera nel 1984 nel karting, dove hanno corso all’inizio tutti i grandi campioni di oggi e del passato, e lì ha gareggiato per più di vent’anni. In totale ha vinto più di 200 gare, facendo segnare numeri impressionanti e non solo a livello nazionale. Certo è che per l’Ucraina è un vero campione nel suo campo. Anche perché più volte si è messo in gioco anche in altre categorie come nel Russian Touring Car Championship, nell’European Touring Car Cup e nella TCR International Series. Adesso, nonostante potesse ancora gareggiare in altri campionati importanti, ha deciso di smettere per dedicarsi alla causa del proprio Paese. E ha raccontato la sua storia.
Skuz a sostegno dell’Ucraina
Quando la Russia ha invaso il 24 febbraio di quest’anno l’Ucraina, il pilota non ci ha pensato due volte a rispondere alla chiamata alle armi della sua nazione, nonostante i rischi: “L’attacco è stato inaspettato ed è stato molto difficile prendere una decisione – ha raccontato a Motor Sport -. Quando vedi il volo di un drone dalla finestra di casa tua e non puoi fare niente, in quel momento provi odio e impotenza. Alla fine mi sono mosso. In primo luogo, mi sono iscritto come militare. In secondo luogo, era necessario evacuare la mia famiglia e i miei genitori anziani. In terzo luogo, sono a capo di un’azienda con 60 lavoratori, quindi era necessario supportarli e coordinare ulteriori azioni. Poiché solo i militari erano soggetti a mobilitazione, sono stato rimandato a casa in attesa di ulteriori ordini“.
Tuttavia, non è passato molto tempo prima che le capacità di Skuz venissero utilizzate dal suo Paese nel momento del bisogno: “Ho iniziato a ricevere richieste per l’allestimento di trasporti speciali per le necessità dell’esercito, che venivano utilizzati in prima linea“, ha detto, raccontando poi come si è evoluta la situazione: “Io e il mio team abbiamo iniziato a realizzare i progetti che erano urgentemente necessari per supportare la logistica in condizioni di ostilità. Adesso sono a Kiev e sto facendo quello che so fare meglio, ovvero dirigere un’azienda che prepara auto adatte a determinate condizioni“.
La filosofia di gara anche nella vita
Come i team di F1 hanno prodotto ventilatori per aiutare ad affrontare la pandemia di Covid, così diversi sportivi si sono messi a disposizione anche in periodo di guerra. E Skuz non è stato da meno. E ha spiegato il perché: “Sono un atleta, per tutta la vita ho superato ostacoli a testa alta, non mi arrendo ma. Cerco sempre approcci non standard per risolvere i problemi, ho una buona formazione tecnica e un’elevata capacità di analisi – anche la consapevolezza che senza il lavoro di un gran numero di persone nel team è impossibile vincere. Questo me lo ha insegnato il mondo delle corse. Non ho paura, mi adatto velocemente e sono pronto a rischiare pur di vincere. Ora uso tutte queste abilità nelle corse per sostenere il mio Paese, in questa guerra contro l’Ucraina“.
A dargli una mano è stato l’ex tecnico nel suo vecchio team Campos quando correva nell’European Touring Car Cup, Joan Orus, che ha ospitato la sua famiglia a Barcellona mentre l’ucraino continua ad aiutare lo sforzo bellico da Kiev. Tanto che guardando al suo ex pilota si è detto sicuro: “Se non sta migliorando, non è soddisfatto, e questo è davvero il carattere ucraino. Vogliono davvero dimostrare al resto del mondo che sono bravi. Igor è una persona che non scende mai a compromessi, questo è lo spirito che sento ora arriva dall’Ucraina. È impossibile che si fermino, combatteranno fino alla fine“. E così anche Skuz.