Igor Skuz, dalla pista alle armi: ecco cosa fa oggi il campione di kart

Gli sportivi hanno spesso aiutato i propri Paesi nei momenti difficili. E Igor Skuz, campione ucraino di kart e non solo, non è da meno.

Gli eroi degli sport, in particolare quelli in campo motoristico, sono stati spesso chiamati in passato a usare le loro abilità di guida per combattere la causa della propria nazione. Basti pensare all’esempio di Robert Benoist, William Grover-Williams e Jean-Pierre Wimille, che fecero parte della resistenza francese nella Seconda Guerra Mondiale dopo aver già compiuto delle epiche imprese sui circuiti di tutto il mondo. Ma anche i conflitti moderni mostrano atleti che sono ancora costretti a prendere decisioni simili. Ed è il caso di Igor Skuz, campione ucraino di auto da turismo e su kart, che sta difendendo il proprio Paese dall’invasione russa.

Il pilota ucraino Igor Skuz (foto Facebook)
Il pilota ucraino Igor Skuz (foto Facebook)

Classe ’76, Skuz ha iniziato la sua carriera nel 1984 nel karting, dove hanno corso all’inizio tutti i grandi campioni di oggi e del passato, e lì ha gareggiato per più di vent’anni. In totale ha vinto più di 200 gare, facendo segnare numeri impressionanti e non solo a livello nazionale. Certo è che per l’Ucraina è un vero campione nel suo campo. Anche perché più volte si è messo in gioco anche in altre categorie come nel Russian Touring Car Championship, nell’European Touring Car Cup e nella TCR International Series. Adesso, nonostante potesse ancora gareggiare in altri campionati importanti, ha deciso di smettere per dedicarsi alla causa del proprio Paese. E ha raccontato la sua storia.

Skuz a sostegno dell’Ucraina

Quando la Russia ha invaso il 24 febbraio di quest’anno l’Ucraina, il pilota non ci ha pensato due volte a rispondere alla chiamata alle armi della sua nazione, nonostante i rischi: “L’attacco è stato inaspettato ed è stato molto difficile prendere una decisione – ha raccontato a Motor Sport -. Quando vedi il volo di un drone dalla finestra di casa tua e non puoi fare niente, in quel momento provi odio e impotenza. Alla fine mi sono mosso. In primo luogo, mi sono iscritto come militare. In secondo luogo, era necessario evacuare la mia famiglia e i miei genitori anziani. In terzo luogo, sono a capo di un’azienda con 60 lavoratori, quindi era necessario supportarli e coordinare ulteriori azioni. Poiché solo i militari erano soggetti a mobilitazione, sono stato rimandato a casa in attesa di ulteriori ordini“.

Tuttavia, non è passato molto tempo prima che le capacità di Skuz venissero utilizzate dal suo Paese nel momento del bisogno: “Ho iniziato a ricevere richieste per l’allestimento di trasporti speciali per le necessità dell’esercito, che venivano utilizzati in prima linea“, ha detto, raccontando poi come si è evoluta la situazione: “Io e il mio team abbiamo iniziato a realizzare i progetti che erano urgentemente necessari per supportare la logistica in condizioni di ostilità. Adesso sono a Kiev e sto facendo quello che so fare meglio, ovvero dirigere un’azienda che prepara auto adatte a determinate condizioni“.

La filosofia di gara anche nella vita

Come i team di F1 hanno prodotto ventilatori per aiutare ad affrontare la pandemia di Covid, così diversi sportivi si sono messi a disposizione anche in periodo di guerra. E Skuz non è stato da meno. E ha spiegato il perché: “Sono un atleta, per tutta la vita ho superato ostacoli a testa alta, non mi arrendo ma. Cerco sempre approcci non standard per risolvere i problemi, ho una buona formazione tecnica e un’elevata capacità di analisi – anche la consapevolezza che senza il lavoro di un gran numero di persone nel team è impossibile vincere. Questo me lo ha insegnato il mondo delle corse. Non ho paura, mi adatto velocemente e sono pronto a rischiare pur di vincere. Ora uso tutte queste abilità nelle corse per sostenere il mio Paese, in questa guerra contro l’Ucraina“.

A dargli una mano è stato l’ex tecnico nel suo vecchio team Campos quando correva nell’European Touring Car Cup, Joan Orus, che ha ospitato la sua famiglia a Barcellona mentre l’ucraino continua ad aiutare lo sforzo bellico da Kiev. Tanto che guardando al suo ex pilota si è detto sicuro: “Se non sta migliorando, non è soddisfatto, e questo è davvero il carattere ucraino. Vogliono davvero dimostrare al resto del mondo che sono bravi. Igor è una persona che non scende mai a compromessi, questo è lo spirito che sento ora arriva dall’Ucraina. È impossibile che si fermino, combatteranno fino alla fine“. E così anche Skuz.

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