In Arabia Saudita è in corso la Dakar 2023, che apre la stagione motoristica. Ecco perché si chiama così e le info più importanti sulla gara.
La Dakar è una competizione storica, che ogni anno raccoglie tantissime iscrizioni e che mantiene immutato il proprio fascino dopo tantissime edizioni. La prima si svolse nel lontano 1979, e c’è da dire che la sua storia è stata piuttosto turbolenta, a causa delle tanti morti che si sono registrate, ma anche per altri eventi collegati alla gara.
In origine, questo evento era chiamato Parigi-Dakar, per via della partenza che si svolgeva proprio nella capitale francese, con arrivo previsto in quella del Senegal. Le cose sono cambiate a partire dal 2002, e fino al 2007 il via delle ostilità coincise con altre città transalpine, sino alla cancellazione dell’edizione 2008.
Il motivo? Le tensioni legate al terrorismo ed all’omicidio avvenuto in Mauritania di alcuni turisti francesi, che portò il rally raid più famoso del mondo a cambiare del tutto le zone in cui si sarebbe disputato negli anni successivi. Dal 2009 al 2019, la Dakar si è svolta in Sud-America, prima di spostarsi definitivamente in Arabia Saudita, dove si sono corse le ultime tre edizioni e dove assisteremo anche alle prossime.
La Dakar è una corsa straordinaria, che mette i piloti di fronte a delle sfide incredibili e che la differenziano da tutte le altre categorie del motorsport. Prima di tutto, la curiosità principale è legata al motivo per cui nacque. L’idea venne a Thierry Sabine, pilota di rally che si smarrì nel deserto durante la Abidjan-Nizza, decidendo di creare un raid molto particolare, che divenne proprio la Parigi-Dakar che tutti conosciamo.
La corsa partì nel 1979, ed inizialmente vi gareggiavano soltanto piloti privati, che si iscrivevano alla gara senza dover rispettare regolamenti troppo severi. Solo successivamente iniziarono a partecipare anche case ufficiali di auto e moto, visto che l’evento ottenne subito ottimi risultati in termini di interesse generale.
Tanti piloti di altissimo livello hanno partecipato al raid più famoso del mondo nel corso degli anni, come Fernando Alonso che ha gareggiato con la Toyota poche stagioni fa. Nel 2022 si è assistito anche al debutto del nostro Danilo Petrucci nella classe riservata alle moto, con una splendida vittoria di tappa ottenuta ad inizio gara.
Il re in termini di vittorie è Stephane Peterhansel, che si è imposto in 8 occasioni tra le auto ed in 6 tra le moto, totalizzando ben 14 affermazioni. Dietro di lui c’è Vladimir Cagin, 7 volte vincitore sulle due ruote. Colui che sta dominando i tempi moderni è Nasser Al-Attiyah, il principe qatariota che è a quota 4 vittorie, ma che sembra avere in mano anche l’edizione attuale.
A bordo della sua Toyota, Al-Attiyah ha acquisito un’esperienza incredibile e sta facendo un sol boccone degli avversari, tutti piloti di livello altissimo. In carriera, Carlos Sainz senior ha vinto per ben tre volte, ma anche quest’anno dovrà rinunciare ai propri propositi di portare al trionfo l’Audi RS Q e-tron.
Questa vettura, che sfrutta una trazione elettrica grazie a ben tre motori che seguono tale tecnologia, era partita fortissimo vincendo la prima tappa con lo spagnolo, ma in seguito è successo di tutto e di più. L’Audi ha pagato diversi problemi tecnici, ma anche incidenti e guai di ogni tipo, uscendo sin dai primi giorni dalla lotta per la vittoria.
Si tratta di un fallimento non da poco per la casa di Ingolstadt, che ancora una volta pare doversi arrendere allo strapotere di una Toyota collaudata ed affidabile, in fuga sin dalle prime tappe. La bellezza della Dakar, tuttavia, sta proprio nella sua imprevedibilità, visto che è molto facile impantanarsi da qualche parte o addirittura perdere la strada corretta da seguire in mezzo al deserto.
La sensazione è che il principe qatariota stia andando verso una strepitosa vittoria, ma non va dimenticata anche la presenza di Sebastien Loeb che ha vinto diverse tappe e che non vuole mollare, nonostante i diversi problemi accusati dalla sua BRX. Il francese ha vinto l’ottava tappa dopo una penalità inflitta a Sainz, ma davanti a tutti insistono imperterrite le tre Toyota, con Al-Attiyah che ha un margine di oltre un’ora sugli inseguitore, un gap che appare incolmabile.
Lo spettacolo del raid più famoso del mondo proseguirà per un’altra settimana, anche se la situazione di classifica appare ormai delineata. I colpi di scena, come detto in precedenza, sono sempre dietro l’angolo, visto che le vetture e le moto, ma anche i camion, sono sempre messi a durissima prova. Nulla va lasciato al caso in questa gara.
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