Quando si parla di svalutazione dell’auto cosa si intende? Come si calcola il valore residuo? Tutti i consigli per chi acquista e vende.
Quando si compra un veicolo, con il trascorrere del tempo, questo perdere valore. E’ una cosa normale, che vale un po’ per tutto. Nello specifico delle macchine sono diversi gli elementi che pesano sulla svalutazione. Il numero di chilometri coperti, il livello di manutenzione, le condizioni complessive del mezzo e la tipologia di alimentazione. Ovviamente molto dipende anche dal mercato. E’ lui a muovere i prezzi in base alle richieste di uno specifico modello che può mantenere quotazioni migliori rispetto agli altri con il passare degli anni.
Il calcolo del valore residuo di una vettura è fondamentale sia per chi fa l’acquisto, sia per chi vende. Ad esempio a chi deve comprare, sapere in anticipo questo dato, può tornare utile in fase di trattativa e se eventualmente ci sono margini per abbassare il prezzo.
Al contrario, chi sta vendendo può fissare il costo in modo che sia accettabile e alla portata di tutte e tasche, visto che l’interesse è proprio quello di convincere all’acquisto.
Valore residuo auto, come riconoscerlo
Ma come si fa a conoscere questa informazione? Le metodologie sono differenti: le quotazioni, i listini ufficali e le valutazioni presenti sul web. Non esiste un metodo migliore dell’altro, in quanto dipende dalle esigenze del venditore, dal mercato e altri fattori. Per essere più sicuri si può fare un controllo su tutte e tre le fonti per farsi un’idea più precisa.
Fatta la premessa, adesso andiamo a capire in maniera approfondita di cosa stiamo parlando, più alcuni consigli indirizzati a chi deve vendere o comprare, così da poter otimizzare la quotazione e ridurre il più possibile il deprezzamento.
Svalutazione dell’auto, di cosa si tratta
Per comprendere di cosa si tratta, ci affidiamo alla definizione stessa. Per svalutazione si intende la perdita di valore di una macchina nel tempo. Questo, come abbiamo detto, vale per ogni bene messo in commercio. Più si allontana la data di lancio, maggiore sarà la perdita di valore.
Ad influire sul tasso di svalutazione molteplici fattori, che variano a seconda del prodotto di cui ci si sta occupando.
Per utilizzare una formula, potremmo dire che si tratta della differenza tra il valore di acquisto, e quello fissato al momento della vendita o dello smaltimento.
A cosa si deve il deprezzamento?
Innanzitutto all’età dell’autovettura, ossia al momento dell’immatricolazione. Più è vecchia, minore sarà il suo valore, poiché meno affidabile rispetto a quelle più moderne. Ci sono tuttavia dei casi inversi. Ovvero quelli per cui più in mezzo è antico, maggiore è la sua quotazione sul mercato. Stiamo parlando di modelli unici o rari.
A contare sono pure i chilometri coperti. Se ha marciato molto a lungo, è ovvio che il veicolo sarà stato messo molto più sotto stress. E’ normale che percorrere oltre 100.000 chilometri, o 20.000 sia diverso. Nel primo caso ci sarà maggior bisogno di manutenzione e le componenti saranno più usurate, con tutte le conseguenze del caso.
Anche le condizioni complessive della vettura giocano un ruolo cruciale. Per essere ben valutata, non deve essere ammaccata o malfunzionante. E’ normale infatti che se mancano pezzi o ci sono delle pecche, il valore cali bruscamente. Per evitare che ciò succeda, è necessario rispettare le scadenze di tagliando e revisione. Bisogna cercare di guidare in maniera accorta, e curare lo stato della carrozzeria.
Infine, grande peso lo ricopre il mercato. E’ lui a movimentare quotazioni e tassi, a seconda delle richieste relative ad un preciso modello. Alcuni sono più ambiti di altri. In questo frangente la valutazione è maggiore in quanto la domanda supera l’offerta. Non va comuque dimenticato che oggi ciò che è in commercio perde velocemente valore a causa dell’evoluzione costante delle tecnologie, che rendono i nuovi esemplari più desiderabili.
Da precisare che la svalutazione dell’auto è un fenomeno dinamico. Ciò significha che varia in base ad alcune condizioni, come il tipo di vettura, il modello e la marca, o il momento del mercato in generale. In alcuni casi ci sono mezzi che perdono valore nell’immediato, ma poi si stabilizzano e successivamente calo in modo meno netto a differenza di altri modelli.
Ad incidere sul tasso di svalutazione ci sono gli imprevisti, gli incidenti e le occorrenze esterne, come fu il dieselgate.
Come calcolare il valore residuo
Quando si parla di valore residuo, si parla della differenza tra il valore effettivo al momento dell’immatricolazione e quello in fase di rivendita o smaltimento. In sintesi è rappresentato dal valore che possiede quando l’auto torna sul mercato o viene portata in rottamazione.
Per calcolarlo non esiste un metodo unico, ma varia a seconda delle esigenze del singolo venditore. Inoltre ogni procedimento ha i suoi pro e contro.
Partiamo dalle quotazioni. In questa maniera possiamo confrontare il prezzo di mercato di un veicolo con altri simili in termini di chilometri coperti, età e condizioni complessive. Questa è solitamente la via migliore se la vettura in questione da vendere o comprare è usata, in quanto ci consente di individuare in modo più realistico l’effettivo valore. Attenzione però, perché le quotazioni possono variare a seconda del luogo o del momento in cui viene fatta la valutazione.
Il secondo percorso è rappresentato dai listini ufficiali. Questi vengono pubblicati dalle aziende o dalle associazioni specializzate. Di solito sono molto affidabili, in quanto si basano su dati oggettivi e sono aggiornati con frequenza. Per converso, non sono di facile accessibilità e a volte limitati solo ad alcune Case.
Infine le valutazioni online permettono di fare tutto dalla propria abitazione o con lo smartphone via app. In pochi minuti si riesce ad ottenere la risposta che si cerca. La comodità è certamente un vantaggio, ma non sempre le informazioni ottenute sono veritiere.
Come suddetto, è bene dunque incrociare le fonti per farsi un’idea maggiormente realistica del valore effettivo del veicolo usato.
Esiste una forma per calcolare la svalutazione?
In generale una vettura perde valore, per la precisione un quarto, già dopo un anno dalla sua immatricolazione. Ciò significa che se oggi abbiamo acquistato a 20 mila euro, dopo dodici mesi il nostro mezzo ne varrà 15 mila.
Va sottolineato che con il passare del tempo il calo rallenta. Dopo quattro anni vale due terzi in meno e dopo cinque il 70% in meno. A questo calcolo sommario vanno aggiunti e valutati i chilometri percorsi, gli eventuali incidenti, con annessi danni e conseguenze. Se ad esempio una macchina a benzina percorre circa 5 mila chilometri all’anno verrà leggermente rivalutata. Se si oltrepassano i 20 mila, il deprezzamento sarà assicurato.
Schematizzando per sommi capi i dati relativi al deprezzamento, diciamo che dopo 1 anno la svalutazione è del 25%, di conseguenza il valore residuo è del 75%. Dopo 24 mesi vi è un calo della valutazione del 40% per un valore del 60%. Dopo tre anni siamo ad un perfetto 50% in entrambi i parametri. Dopo quattro, siamo ad un 63% di svalutazione e un 37% di valore residuo. Dopo cinque la svalutazione è del 71% e il valore si abbassa al 29%. Infine dopo sei si perde il 75% della valutazione, per un rimasuglio del 25% del valore residuo.
Come fare per limitare la svalutazione
Gli anni passano per tutti e quindi anche per gli oggetti come le automobili. Tuttavia, con qualche accorgimento si può contenere il processo. Innanzitutto bisogna mantenere la vettura in buone condizioni, facendo regolare manutenzione. Dunque è consigliabile eseguire controlli periodici, tagliando e revisione, così da assicurarsi che tutte le componenti siano in ordine. In caso di parti usurate, provvedere alla sostituzione.
Verificare i chilometri percorsi, in quanto maggiore è il numero di quelli percorsi, più il veicolo perde valore. Se si acquista un usato è bene consultare il Portale dell’Automobilista per avere notifica della strada percorsa in base ai tagliandi, in modo da non incorrere in truffe.
Evitare il più possibile incidenti e stipulare un’assicurazione. Questo perché uno dei principali motivi della svalutazione è il danneggiamento dell’automobile. E visto che a volte le rotture sono state provocate da altri è importante poter contare su una polizza che ci aiuti a mitigare la perdita di valore. Tra quelle possibili, la GAP, ossia la Guaranteed Asset Protection, che copre la differenza tra il prezzo di acquisto e il risarcimento basato sul valore dell’auto al momento dell’incidente, erogato dalla compagnia assicuratrice. Si tratta di una copertura assicurativa integrativa e accessoria, a tutela della perdita di valore della vettura. Eventualmente, a fronte dell’aumento dei fenomeni climatici estremi, sarebbe bene acquistare un’assicurazione contro i danni provocati da eventi natura e atmosferici.
Se possibile tenere l’automobile parcheggiata al coperto, così da evitare di esporla ad agenti esterni che possono comprometterla. Dalla pioggia, al sole concente, dalla grandine al freddo.
Cercare di comprare una macchina che sia di buona qualità. Insomma, evitare di andare al risparmio. E per farlo, è consigliabile vagliare una lista di veicoli, scegliere quelli che preferiamo, e da lì cercare ogni informazione disponibile. In particolare è importante leggere i commenti di chi ha compiuto l’acquisto prima di noi relativamente ad un determinato modelli, per farsi un quadro generale di pregi e difetti. Problemi tecnici, o difetti di fabbrica, potrebbero rendere l’affare un vero fallimento. Meglio dunque puntare sulla qualità e lasciar perdere l’estetica e magari il cuore e il portafoglio. Spesso chi meno spende, più spende.
Auto usate, come si stabilisce il prezzo di vendita
Se la nostra auto ha perso valore e abbiamo l’esigenza di venderla, stabilire un prezzo può rivelarsi piuttosto complesso, specialmente se non siamo proprio degli esperti. Ciò che conta in questo caso è stabilire un costo equilibrato sulla base di alcuni fattori chiave.
Il calcolo del valore residuo, utilizzando le metodologie sopra elencate, e incrociando le fonti così da trovare la soluzione più opportuna e realistiche. Da tenere in considerazione i chilometri percorsi, la manutenzione, gli eventuali danni o i problemi di carrozzeria, piuttosto che lo stato generale del veicolo. Da non dimenticare neppure se abbiamo operato delle integrazioni in termini di funzionalità e dispositivi rispetto al modello originale. Queste andranno ad influenza il prezzo finale.
Dove è possibile consultare i listini ufficiali. Infatti tra le metodologie utilizzabili per stabilire il valore residuo. Questo è il migliore e il più affidabile, anche se come abbiamo spiegato in precedenza non sono di immediata reperibilità e non sono disponibili per tutti i veicoli.
Prestare un occhio a come si sta muovendo il mercato per restare su una cifra realistica. Di solito c’è un equlibrio tra offerta e domanda. Più quest’ultima è alta, più le quotazioni si innalzano. All’opposto con un’offerta molto ampia, il valore va a scendere.
E’ necessario poi essere aperti alle trattative e al confronto con il possibile acquirente, specialmente se la vettura che vogliamo vendere non sta vivendo un momento di picco sul mercato. In questo frangente la flessibilità è d’obbligo. Tuttavia non bisogna dimenticare di fissare una soglia di prezzo dalla quale iniziare e una al di sotto della quale non scendere.
Quindi molto utile è valutare altre offerte riguardanti automobili simili a quella che vogliamo vendere, sia in termini idi modello, sia di età, che di chilometri coperti. Per questo ci si può affidare a siti web di comparazione e annunci online.
In ultimo cercare di tenersi sempre informati, consultando siti di settore affidabili e ricchi di informazioni.
Come si valuta l’acquisto di un veicolo usato
Quando si decide di comprare un’auto usata, lo si fa nella speranza di trovare il vero e proprio affare. Ciò significa avere una buona vettura, in cambio di un risparmio di denaro. Tuttavia, prima di dare l’ok, sarebbe consigliabile effettuare una valutazione precisa del mezzo ed eseguire alcune verifiche.
Analizzare i chilometri percorsi, attraverso i bollettini dei tagliandi fatti nel tempo e solitamente dotati di tutte le informazioni necessarie, piuttosto che rivolgersi al Portale dell’Automobilista, dove si possono trovare i dati relativi alle vetture.
L’anno di immatricolazione è altrettanto fondamentale. Per capire quanti anni ha il veicolo che stiamo per fare nostro, è sufficiente recarsi sul sul sito del Pubblico Registro Automobilistico o dell’ACI e inserire la targa. I controlli vanno fatti specialmente se si hanno dei dubbi circa le informazioni ricevute, come lo scarso numero di chilometri percorsi malgrado una vecchia immatricolazione. Scandagliare i dati può rivelarsi decisivo per evitare di incorrere in truffe. Come abbiamo detto, meno è consumata l’auto in fatto di strada percorsa, maggiore sarà il suo valore sul mercato malgrado l’età avanzata.
E’ quantomeno consigliabile accertarsi dello stato complessivo del veicolo. Quando si compra un’auto usata bisogna assicurarsi che le condizioni rispecchino il prezzo applicato. Quindi, è bene fare un primo check estetico e verificare che non vi siano danni visibili e ammaccature, e proseguire con uno tecnico. Per cui è preferibile fare una prova su strada, per validare il funzionamento corretto di tutti i sistemi, focalizzandosi in special modo all’accelerazione, alla frenata, alla stabilità del mezzo e ai sistemi di sicurezza.
Infine, non dimenticare di analizzare i documenti dell’automobile. Prima di procedere all’acquisto va controllato che questa sia regolarmente immatricolata e sia stata periodicamente sottoposta alle dovute revisioni. Informarsi anche sull’eventuale presenza di danni o incidenti che ovviamente possono far scendere il valore finale del veicolo. La documentazione relativa alla vettura può essere domandata direttamente a chi ci sta vendendo l’auto, o nel caso può essere ottenuta facendo riferimento ad un ufficio della Motorizzazione Civile o un’agenzia di pratiche automobilistiche.
Successivamente, fatti tutti glo opportuni controlli bisgna informarsi se il valore dalla vettura che vorremmo acquistare corrisponde a realtà. Il veditore, infatti potrebbe aver gonfiato il prezzo di mercato. Per avere maggiori certezze su questo dato è bene tastare il terreno e comprendere se chi vende è disponibile a trattavia. Eventualmente seguendo i consigli che vi abbiamo dato potete andare a verificare il valore residuo del veicolo.
Un altro elemento che pare un dettaglio trascurabile, ma non lo è, riguarda l’inserimento dei costi di gestione del mezzo nella valutazione effettiva del costo della vettura. Dobbiamo quindi domandarci quanto consuma, quanto costa l’assicurazione e se, essendo magari data, necessitò di maggiore attenzione sul fronte manutenzione. Questo perché spendere troppo a posteriori, potrebbe farci rimpiangere di aver finalizzato l’acquisto.
Quali sono le vetture meno svalutate in circolazione
Stando ai dati e alle informazioni prodotte da Federauto, Dat-Italia e altri siti di settore, vi sono alcuni modelli che patiscono di meno il peso del tempo che scorre, e sono: la Audi A3 35 TFSI S tronic S line, la Fiat Panda 0.9 Twin Air, la Land Rover Freelander II, la Opel Adam 1.4, la Volkswagen T-Rock 2.0 e la Mini Countryman SD 2.0.
A questa lista vanno unite anche le auto di lusso, quelle che di solito invecchiano con maggior lentezza rispetto alle utilitarie. In generale, per le premium o le supercar, la svalutazione è inferiore di poco più di un terzo.