L’ingegnere di Losanna ha dato le dimissioni al termine di una annata con più ombre che luci. Ecco cosa non potrà fare Binotto nel 2023.
La Scuderia Ferrari ha chiuso al secondo posto della graduatoria costruttori nel 2022. Gli obiettivi, alla vigilia del campionato, erano ben diversi, seguendo il diktat del Presidente John Elkann. La squadra modenese avrebbe dovuto lottare per la conquista del titolo iridato. Ciò non presupponeva una vittoria, ma una sfida sino all’ultima tappa di Abu Dhabi, ritrovando quella competitività che era mancata anche nella precedente gestione targata Maurizio Arrivabene.
L’ex team principal della Ferrari, infatti, aveva puntato su Sebastian Vettel per riportare il Cavallino sul tetto del mondo. Nel 2017 e nel 2018 il tedesco, quattro volte iridato con la Red Bull Racing, chiuse al secondo posto alle spalle di Lewis Hamilton. Mattia Binotto, invece, ha deciso di fare a meno del campione teutonico per scommettere sul promettente Carlos Sainz. Dopo un valido biennio in McLaren il pilota spagnolo dimostrò una grande regolarità nel 2021, chiudendo al volante della SF21 al quinto posto della graduatoria.
Binotto ha avuto la fortuna di poter ricominciare da un foglio bianco nel 2022, grazie all’introduzione delle nuove auto ad effetto suolo. La squadra ha approfittato solo in parte nel nuovo regolamento tecnico, iniziando bene la stagione con le vittorie di Charles Leclerc in Bahrain e Australia. Sembravano esserci tutti i presupposti per una nuova alba rossa, ma dalla quarta gara in poi la Red Bull Racing ha fatto la differenza. Una volta alleggerita la RB18 e risolti i problemi tecnici Max Verstappen ha iniziato a dominare, mettendo in luce tutti i limiti tecnici e gestionali della Ferrari.
Tante vittorie sono state buttate via a causa di strategie sbagliate e per evidenti problemi di affidabilità della Power Unit Superfast della F1-75. Charles Leclerc ha fatto registrare il maggior numero di pole position stagionali, anche al di sopra del campione Max Verstappen. Il #16, però, non è riuscito a trasformare in vittorie le 9 partenze al palo. Da lottare per il primo posto contro l’alfiere della Red Bull Racing, il monegasco si è ritrovato a doversi difendere dagli attacchi del secondo pilota del team austriaco, Sergio Perez. Nell’ultima gara di Abu Dhabi CL16 è stato caparbio a tenersi stretta la seconda posizione nella graduatoria, trovando il modo di precedere l’esperto pilota messicano.
In ogni caso la stagione della Scuderia è risultata fallimentare. Per poco la Mercedes, nonostante tutti i limiti tecnici e i problemi legati al porpoising, non ha agguantato la seconda piazza in classifica costruttori della Rossa. Sainz ha terminato l’annata alle spalle del duo della Red Bull Racing, del compagno di squadra monegasco e anche del giovane pilota della Mercedes, George Russell. Binotto ha continuato a ripetere che tutti i membri del team sarebbero stati all’altezza del compito in futuro, imparando dagli errori. In un certo qual modo il tecnico ha giustificato i pasticci del muretto degli strateghi della Ferrari, capitanati dallo spagnolo Inaki Rueda.
Ferrari, brutte notizie per Binotto
Alcuni elementi non si sono dimostrati all’altezza del marchio più vincente della storia della categoria regina del Motorsport. A livello gestionale e comunicativo Mattia Binotto non ha lasciato il segno, essendo spesso surclassato dialetticamente dai rivali diretti di Red Bull Racing e Mercedes. Christian Horner e Toto Wolff hanno fatto valere il loro peso politico, mentre la Ferrari si è ritrovata a subire le decisioni dei vertici della FIA nella stanza dei bottoni. Se nel ruolo di ingegnere lo svizzero aveva dimostrato di essere tra i migliori del circus della Formula 1, nelle vesti di team principal ha commesso errori imperdonabili. Ferrari, l’ex tecnico Mercedes assolve la F1-75: parole inequivocabili. Date una occhiata anche a: Ferrari, Leclerc maestro di Sainz? Lo spagnolo confessa tutto.
L’accordo segreto per la chiusura delle indagini della FIA sul motore irregolare della Ferrari SF90 ha rappresentato un macigno, nel 2019, per le ambizioni mondiali di Leclerc e Vettel. Nell’era Binotto la Rossa è rimasta a digiuno per due anni e mezzo di vittorie. Spetterà a Frederic Vasseur far dimenticare la triste epopea targata Binotto, ma per il nativo di Losanna le cattive notizie non sono finite qui. Secondo un’anticipazione, infatti, del web magazine italiano Formu1a.uno Mattia Binotto non potrà unirsi a un altro team di F1 nel 2023. Secondo quanto riportato, l’ex team principal Ferrari è in “gardening” per 12 mesi. Si era parlato di un futuro in Audi, ma dovrà attendere un anno prima di potersi legare ad un altro team.
Mattia Binotto ha lavorato, sino a qualche giorno fa, al progetto dell’erede della F1-75. Ha anticipato lo sviluppo della wing car modenese per cercare di ridurre il gap con la Red Bull Racing. Binotto aveva ancora un contratto per il 2023 con la Ferrari, ma ha rassegnato le dimissioni. Accompagnato all’uscio da Vigna ed Elkann, il tecnico potrà trovare una nuova sistemazione solo a partire dal 2024.