Alessandro Botturi, leggenda delle due ruote specialità enduro, ci ha parlato di vari argomenti. Le sue parole sono molto chiare.
Nel consueto appuntamento con la trasmissione di TV Play sul canale Twitch di “Calciomercato.it“, abbiamo avuto la possibilità di avere ospite il grande Alessandro Botturi, che nella sua carriera ha partecipato a ben 7 edizioni della Dakar, togliendosi grandi soddisfazioni e risultando il pilota italiano più forte nell’ambito enduro delle due ruote.
Botturi ha affrontato con noi diversi argomenti molto interessanti, partendo proprio dalle sue esperienze sino alla situazione attuale della MotoGP, toccando anche l’argomento Valentino Rossi e quello relativo alle condizioni fisiche di Marc Marquez. Le sue parole sono imperdibili.
Alessandro Botturi, ecco le sue parole in esclusiva
Come stai vivendo la Dakar di quest’anno?
“Una Dakar molto emozionante, con tantissimi colpi di scena. Questa è una gara sempre esclusiva e che non stanca mai“.
Che idea ti sei fatto della Dakar delle moto?
“Io penso che la Dakar vera stia iniziando proprio in questi giorni, le prime tappe sono state difficilissime, ma la classifica attuale è ancora molto ristretta, in cinque minuti ci sono sei o sette piloti e fino al decimo se la possono giocare tutti, visto che sono dentro la mezz’ora. Adesso arriverà il deserto più difficile al mondo da affrontare, ne vedremo davvero delle belle e credo che la cosa migliore sia il fatto che tantissimi piloti se la stiano giocando“.
Sappiamo che la Dakar è durissima e mette sotto pressione il fisico, qual è stato il momento più duro nelle sette volte che l’hai fatta?
“La Dakar è una gara che ti prova tantissimo soprattutto dal punto di vista mentale, soprattutto per i motociclisti che sono i primi a partire. Per 15 giorni è lunghissima, ma già dopo qualche tappa inizi a soffrire. C’è anche il cambio di clima che ha la sua influenza, visto che capita spesso che, facendo 700 km al giorno, si parta con il caldo per poi arrivare con il freddo o viceversa. La Dakar non è tanto il lato fisico che ti mette alla prova, ma è sul lato mentale, da quel punto di vista non puoi prepararti. La differenza la fa la motivazione, non ci sono gare paragonabili a questa. Si scoprono sempre cose nuove ed anche dolori fisici che neanche conoscevi“.
Ci hai raccontato delle tue partecipazioni, ed ora ti chiediamo qualche aneddoto relativo alla tua carriera. Qual è la miglior soddisfazione di sempre?
“Ho dei bei ricordi, non ne ho una che le batta tutte a livello di soddisfazioni. Mi sono divertito molto in carriera ed ho ottenuto dei risultati appaganti, ma già finire gare come la Dakar o l’Africa Race ti regala emozioni incredibili. Il traguardo è una bellissima sensazione, ti rimane dentro per sempre e ti rendi conto che non è tanto il risultato ma è finire una gara così che fa la differenza. Sono questi i ricordi più belli che ho, ma anche di più piccoli non mancano di sicuro“.
Alla Dakar cosa fa la differenza, la velocità pura o ci sono dei fattori molto più importanti?
“La velocità del mezzo passa in secondo piano, la prima cosa in assoluto è l’affidabilità, e la Dakar del 2023 ce lo sta dimostrando in maniera ancor maggiore rispetto al passato. Le Audi sono state velocissime sin da subito, ma gli manca l’affidabilità che ha invece la Toyota, la quale domina da anni questa corsa. Gli manca magari un minimo di velocità rispetto all’Audi, ma ne ha di più in termini di tenuta, e questo fa una grande differenza“.
Viste le difficoltà di Audi, è ancora presto per l’elettrico in queste tipologie di gare?
“La Dakar è la gara più difficile al mondo, sia per quanto riguarda le auto, che le moto che anche i camion, e l’elettrico non ha ancora le prestazioni di un motore a scoppio. Su questo non ci sono dubbi. Questa gara ti dice i punti di forza che tu hai, ma anche i punti deboli. Audi ha fatto tantissimi test in Marocco o comunque nel deserto, li ho incontrati io personalmente molto spesso. Hanno fatto investimenti importanti, ma gli serve ancora del tempo, forse un anno. Anche la Peugeot ci mise prima di essere competitiva. Quello che conta è l’affidabilità, che assieme agli anni di esperienza decidono il risultato finale“.
Quali sono le tue prossime gare?
“Ho fatto l’Africa Race con Yamaha alla fine di ottobre e la rifaremo anche in futuro. Il regolamento internazionale, in questo momento, ci vieta di fare la Dakar, visto che abbiamo una 700 bicilindrica, e le regole impongono un massimo di 450 di cilindrata per la Dakar e le gare del mondiale in generale. Spero che le cose cambino e che si apra anche a cilindrate più grandi per i prossimi anni perché le case ci stanno investendo moltissimo“.
Cosa pensi della carriera sulle quattro ruote di Valentino Rossi?
“Credo che abbia ancora tanta voglia, l’ha dimostrato anche alla 100 km dei Campioni, fa fatica a fare il pensionato a casa. Vuole sempre trovare nuovi stimoli per rimettersi in gioco, è un qualcosa che fa per motivi personali per sentirsi protagonisti. Lui è un personaggio che fa bene al motorsport e credo faccia benissimo. Più attività fa lui e meglio è per tutti“.
Alessandro Botturi è da sempre legato alla Yamaha: hai qualche aneddoto sui tuoi allenamenti in factory della casa giapponese?
“Con Valentino Rossi ho fatto pochi allenamenti, abbiamo stili diversi di allenarci, anche se ci siamo incontrati spesso. Al marchio Yamaha, Valentino ha dato veramente dando e lo sta facendo anche adesso, però mi dispiace ciò che sta accadendo a Franco Morbidelli. Non sta dimostrando ciò che vale, ha fatto vedere ciò che vale quando era contro Fabio Quartararo. Ora non si trova con la moto, ma secondo me se l’anno prossimo è motivato possiamo rivederlo ad alti livelli, nelle posizioni dove ci ha abituato. Credo che Quartararo sia il pilota da battere, ha corso da solo contro la Ducati lo scorso anno. Se Morbidelli è all’ultima chiamata nel 2023? Penso che sia proprio così, non ha altre possibilità e deve giocarsela molto bene. O sei un pilota di livello o sei di secondo piano, gli hanno dato un’altra occasione per mettersi in mostra con il team ufficiale. Credo abbiano fatto bene, ma ora dovrà far vedere ciò che vale“.
Cosa ne pensi del calo dei giapponesi rispetto agli europei? Ducati sfrutta molto bene i suoi team satelliti, mentre Yamaha è sempre stata chiusa con loro, quasi come se fosse gelosa del proprio materiale, sei d’accordo?
“Ti dico sinceramente che sono d’accordo, devono cambiare mentalità, così come le altre case giapponesi. In questo momento, i team italiani ed europei sono più aperti con i team privati e la cosa sta pagando. Un conto è fare lo sviluppo con due piloti, un conto con otto ed anche tutti veloci. Anche Aprilia è cresciuta tantissimo e si è giocata a lungo il mondiale“.
C’è la possibilità che Valentino Rossi si riunisca alla Yamaha e lasci la Ducati con il suo team?
“Spero che ciò accada, dobbiamo augurarcelo. Credo che in questo momento la cosa servirebbe più alla Yamaha che a Valentino Rossi, perché il suo team ha un’ottima esperienza ed ha messo in condizioni sia Luca Marini che Marco Bezzecchi di fare buoni risultati. La Yamaha potrebbe beneficiare di un’eventuale unione con la sua squadra“.
Che idea ti sei fatto della situazione di Marc Marquez? Tornerà al top?
“Credo che lo rivedremo competitivo e che vincerà molte gare, ma battagliare tutto l’anno e giocarsi il titolo è più difficile. In questo momento, il livello è altissimo in MotoGP e per fare la differenza devi essere al 110% della condizione fisica. Lui sta lottando da tre anni da questo punto di vista, ed anche mentalmente potrebbe risultarne bloccato. Me lo aspetto protagonista vincendo diverse gare, lo ritengo il campione con la C maiuscola, ma lottare per il titolo non sarà facile“.