La Vespa è uno dei grandi simboli d’Italia e per questo motivo è giusto conoscere nel dettaglio chi è stato colui che l’ha inventata.
Da un punto di vista meccanico e di motori sono davvero in pochi a poter in discussione il grande talento italiano, con il Belpaese che in un piccolo lembo di terra è riuscito a costruire alcuni dei marchi più importanti al mondo sia per quanto riguarda le quattro che per le due ruote, con la Vespa che è un vero e proprio mito.
Questo mezzo è entrato così tanto nell’immaginario collettivo e soprattutto ha saputo diventare davvero parte integrante della vita di tutti i giorni per la maggior parte delle persone che sembra essere nata dal nulla.
La Vespa è semplicemente la Vespa, stesso motivo per cui esiste l’aria che respiriamo e l’acqua, fa parte dell’ambiente e non ci si domanda nemmeno come in realtà ci sia stato qualcuno in passato che ha avuto questa geniale intuizione.
Infatti è giusto che ora vi sediate un attimo e scopriate chi è stato il leggendario inventore della Vespa, ovvero l’ingegnere Corradino D’Ascanio, nato nel 1891, uno di quei personaggi che dovrebbe sicuramente essere ricordato molto di più.
Fin da piccolo il giovane Corradino ebbe sempre la grande passione per i motori, anche se inizialmente la sua principale volontà era quella di diventare uno scienziato dell’aeronautica e per questo motivo dalla sua piccola Popoli, in provincia di L’Aquila, creò alcuni piccoli modelli di deltaplano.
Le colline abruzzesi erano perfette per poter sperimentare questa nuova forma di aviazione, ma dopo essersi diplomato all’Istituto tecnico di Chieti decise che per lui era tempo di approfondire i propri studi e andò a Torino.
Qui riuscì brillantemente a laurearsi come ingegnere industriale al Politecnico nel 1914, anno nefasto per tutto il mondo e lui, patriottico fino al midollo, decise l’anno seguente di arruolarsi come volontario all’interno dell’Esercito italiano.
Al termine del conflitto lavorò moltissimo negli Stati Uniti e continuò con la sua grande passione realizzando deltaplani ed elicotteri, perché il suo sogno era quello di poter volare e non rimanere per strada.
Al termine della Seconda Guerra Mondiale l’Italia era in ginocchio e lo stesso dicasi per tutte le nazioni europee, con i costi bellici che avevano prosciugato le casse di Stato e di cittadini.
Non era dunque più tempo di pensare agli aerei e agli elicotteri, con il loro utilizzo in tempo di Guerra che scoraggiò e non poco l’entusiasmo di D’Ascanio e per questo motivo nel 1945 decise di collaborare con Enrico Piaggio alla realizzazione di un modello che potesse essere utilizzato da tutti per spostarsi e che costasse poco.
In un anno i due cercarono di trovare la quadra per poter realizzare questo nuovo e intrigante progetto ed ecco allora che solamente un anno dopo ci fu la possibilità di dare vita al primo storico modello.
Stiamo parlando della Vespa 98, una vettura che fin da subito è riuscita a entrare nel cuore degli italiani per la sua semplicità e il modo con il quale poteva rappresentare un momento di novità dopo il dramma bellico.
Quella Vespa ha avuto modo poi da quel momento di rinnovarsi anno dopo anno, creando dei modelli sempre diversi ma con lo stesso intento, ovvero quello di venire incontro alle classi più povere e soprattutto ai giovani.
D’Ascanio morì nel 1981 a Pisa all’età di 90 anni esatti e quel giorno lasciò per sempre questa Terra uno dei più grandi ingegneri della storia.
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