Scegliere la miglior posizione
Dunque, occorre definire dove inserire la colonna. Solitamente si predilige il parcheggio condominiale. E’ comunque importante valutare la distanza tra le abitazioni e lo stesso. Tutti devono potervi accedere in maniera agevole. Eventualmente dovranno essere creati percorsi appositi per facilitare l’accesso e l’uscita.
Da non tralasciare nemmeno l’illuminazione. L’area deve essere sempre “in luce”, e ben protetta da sistemi anti-danni e atti vandalici.
Se al contrario non si ha spazio sufficiente, potrebbe essere necessaria la creazione di una zona ad hoc altrove. In questo caso la burocrazia oltre ad allungare i tempi, farebbe lievitare i costi. Per questo genere di valutazioni è sempre bene fare affidamento a personale qualificato.
Come detto prima, è evidente che non si possa procedere senza aver vagliato il regolamento interno del condominio circa l’inserimento di strutture. Qui infatti potrebbero trovarsi dei dettami relativi alle modalità d’installazione, al posizionamento, piuttosto che ai requisiti di autorizzazione. Altrimenti, in caso di assenza del documento, riferirsi alle norme locali. In alcuni territori, ad esempio, è necessario domandare il via libera all’ente stradale, o al comune. Informarsi anche sull’esistenza di vincoli paesaggistici o ambientali che potrebbero rappresentare un ostacolo.
Quale documentazione portare
Verificata la fattibilità, bisognerà poi presentare una richiesta di autorizzazione allegando questi documenti: il progetto di installazione della colonnina, il contratto di fornitura di energia elettrica e tutte le certificazioni previste dalla normativa.
Il fascicolo andrà presentato all’amministratore di condominio o alla figura determinata dallo Statuto condominiale.
Dal momento della consegna della suddetta documentazione l’amministratore avrà 30 giorni di tempo per convocare l’assemblea condominiale e discutere della proposta. Di solito questo genere di argomenti viene deciso in prima e in seconda convocazione, con delibera approvata dalla maggioranza, ovvero la metà dei rappresentanti del valore del complesso condominiale, o un terzo del totale se in seconda convocazione.
In caso di rifiuto, o di silenzio a 3 mesi dall’invio della richiesta, si dovrà trovare un’altra soluzione. In soldoni, pagare tutto di tasca propria, o al massimo dividere tra chi è d’accordo e vuole partecipare alla spesa. Qualora vincesse il sì andranno comunque rispettate le normative riguardanti i tempi e i termini.
Da rammentare poi che per l’installazione e la manutenzione della colonnina è necessario affidarsi ad esperti qualificati, che rispettino le norme di igiene e sicurezza. Inoltre è sempre meglio stipulare una polizza per eventuali incidenti o danni causati dal suo uso.
In fase di progettazione e messa in opera, il condominio dovrà sostenere le spese, nonché controllare che non vengano alterate decorazioni architettoniche o creati impedimenti d’accesso alle parti comuni.
Installare la colonnina nel proprio box
Passiamo invece a chi è più fortunato e dispone di un garage personale. Anche in tale frangente non ci si può esimere dal fare formale richiesta al proprio condominio, se il box è collocato all’interno del cortile. Ovviamente non sarà necessaria alcuna assemblea condominiale. Le “carte” passeranno soltanto alle mani dell’amministratore, il quale dovrà fare i dovuti controlli e verificare l’eventuale necessità di interventi nelle aree comuni.
Un tecnico in questa fase è comunque d’aiuto sia per tenere d’occhio il rispetto delle normative, sia la correttezza nello svolgimento dei lavori. Specialmente se la colonnina deve essere allacciata alla rete condominiale. In questo caso specifico andrà altresì piazzato un contatore dedicato per contabilizzare l’energia spesa dal singolo.
Le spese saranno totalmente a carico dell’interessato.
Quando non si può procedere con l’installazione
Non sempre volere è potere. A volte le colonnine rischiano di rivelarsi un danno e dunque non possono essere inserite nel contesto condominiale. Entriamo nello specifico per capire meglio di cosa stiamo parlando.
Questo si verifica quando alterano il decoro architettonico, modificano rendendo inservibili e inutilizzabili alcune parti in comune, compromettono la sicurezza dell’edificio o dell’area riservata, nonché la stabilità.
Il divieto si impone qualora la colonnina di ricarica impedisca il parcheggio delle altre macchine, o si trovi in un’area comune all’interno di un palazzo di interesse storico.
Da ricordarsi che secondo quanto imposto dalla legge, il numero delle strutture installabili deve essere pari o inferiore a quello degli appartamenti.
Come scegliere il fornitore
Soffermandoci sulla scelta del fornitore, , l’operazione può rivelarsi piuttosto impegnativa, specialmente se non si è informati sul tema. Dunque, il primo elemento da chiarire riguarda la tipologia di colonnina elettrica. Ce ne sono infatti diverse. C’è quella a stallo comune con ricarica lenta da 3 a 22 kW. A stallo comune con ricarica rapida oltre i 22 kW. A ricarica lenta per garage privato. Combinata con l’impianto rinnovabile condominiale. Ecostazione, ovvero composta da più elementi.
Quella più utilizzata è la Wallbox. Privata, può essere sfruttata dal singolo o in condivisione. Ricorda un po’ una colonnina pubblica, ma con dimensioni inferiori. Funziona via carta Rfid o app mobile che consente di registrare la tariffa per l’energia effettivamente consumata. Il costo parte da 500 euro. Tuttavia si possono anche sforare i 3000. Di solito nel pacchetto fornitura, è prevista l’installazione della struttura, la tipologia della stessa con connesso modello di pagamento preimpostato e la potenza. Per l’installazione ci vogliono tra i 15 e i 20 giorni lavorativi.
Relativamente alla potenza, lo sviluppo può avvenire a corrente alternata (AC) e a corrente continua (DC). In Italia il modello più in voga è il primo, con un’erogazione tra gli 11 e i 22 kW. Con il secondo, invece, sostanzialmente più veloce, si toccano i 300 kW, ma le colonnine sono più costose.
Cosa dice la normativa
I criteri di sicurezza del processo di ricarica sono definiti dalla normativa IEC 61851-1. Quattro sono le modalità di recupero della carica.
Domestica senza circuito PWM a corrente continua, si impiegano dalle 6 alle 8 ore per 11 kW. Medesime tempistiche e potenza, per la ricarica con PWM a casa o in azienda. Negli ambienti pubblici si va dalle 6-8 ore, ai 30-60 minuti, con l’incremento dei kW fino a 22. Se invece avviene in maniera diretta a corrente continua, il pieno di energia lo si fa nell’accordo di pochi minuti grazie ad una potenza di 50-200 kW. Addirittura è in fase di sperimentazione un sistema da 350 kW.
A proposito della scelta del fornitore bisogna tenere a mente: i costi relativi all’installazione e all’uso della colonnina. In generale il prezzo dell’impianto e dell’energia elettrica. La manutenzione richiesta. Il consiglio è di comparare con attenzione le offerte e scegliere quella più conveniente e di qualità. Prima di accettare fare poi un giro sul web per leggere recensioni o commenti. Eventualmente informarsi se l’azienda a cui ci vorremmo affidare ha ottenuto premi o riconoscimenti. Ricordarsi poi che al termine dell’intervento deve essere rilasciato un certificato di conformità.
Andrebbe inoltre considerato l’impatto ambientale dell’impianto scelto, la durata del sistema e la garanzia.
Quanto costa l’installazione
La somma necessaria per le operazioni di montaggio può risultare importante all’interno del computo complessivo. Tra i primi interventi da effettuare figura l’inserimento di un quadro elettrico dedicato, o in caso di necessità, l’effettuazione di lavori di adeguamento dell’impianto elettrico già presente, così garantire la compatibilità. Successivamente bisogna adottare tutte le misure di sicurezza.
Il prezzo invece della colonnina di ricarica, varia a seconda delle specifiche e del modello. Ma non solo. Vanno tenute presenti la potenza dell’impianto, la velocità, trasporto e montaggio, eventuali accessori, la manutenzione e spese varie post installazione. Complessivamente si parte dai 3000 euro ai 10000 per quanto concerne la stazione condominiale.
Come anticipato, se la struttura è ad uso privato la cifra scende a meno che si debba intervenire su parti comuni o fare lavori complicati.
Colonnina di ricarica: quali agevolazioni per i condomini
Per l’anno in corso l’esecutivo italiano ha previsto un bonus per le colonnine elettriche ad uso privato. Per quanto riguarda le imprese, è stato definito uno sconto dell’80% sul prezzo di acquisto e di installazione dell’impianto. L’agevolazione ha ovviamente una finalità chiara e semplice: incentivare l’acquisto di veicoli elettrici.
Per quantificare il cashback diciamo che si parte da 1500 per i singoli cittadini, per quanto riguarda l’acquisto dell’impianti di ricarico e l’installazione. Per i condomini si sale ad un massimo a 8000 euro per acquisto, montaggio dell’infrastruttura dalla potenza standard.
Vi è poi anche l’agevolazione prevista dal Decreto Rilancio (DL n. 34/2020), ridotta al 90% rispetto al 2022 quando arrivava al 110%. Il rimborso riguarda l’installazione. L’aiuto sarà prorogato anche per i prossimi due anni, seppur a scalare: 70% nel 2024. 65% nel 2025.
Manutenzione della colonnina elettrica, cosa fare
Per garantire il buon funzionamento delle colonnine di ricarica dedicate alle macchine elettriche all’interno di un condominio, è bene seguire alcune facili, ma cruciali regole di utilizzo.
Per prima cosa è necessario sfruttare sempre il cavo di ricarica di cui si è stati dotati dal fornitore, evitando di utilizzare materiale di terze parti che potrebbe creare problemi o risultare incompatibile con la nostra colonnina.
Essenziale anche non trascurare la manutenzione delle apparecchiature e dell’impianto elettrico. Questo processo dovrebbe essere affidato a professionisti, in grado di verificare lo stato di funzionamento dell’impianto ed eventualmente effettuare la sostituzione di parti difettose o consumate. Al termine del monitoraggio l’operatore dovrà rilasciare un certificato di conformità.
In ultimo occhio alle misure di sicurezza che devono sempre essere adottate per evitare di incorrere in incidenti o addirittura incendi. Ad esempio, bisognerebbe assicurarsi che il cavo di ricarica sia in buono stato e che non abbia subito danni di qualsiasi sorta. A questo proposito, è consigliabile stipulare una polizza assicurativa ad hoc per coprire eventuali problematiche.
Un po’ di cifre e di offerte per privati e condomini
Vediamo sul lato pratico qualche proposta fornita dalle aziende che si occupano dell’installazione delle colonnine di ricarica per le auto elettriche, sia ad uso privato, sia in condominio. Va evidenziato che nel secondo caso, a causa della complessità, il prezzo varia sulla base di diversi fattori. Di conseguenza può essere ufficializzato solamente dopo una richiesta di preventivo.
La colonnina JuiceBox Pro Cellular di Enel X Way oscilla tra i 1500 e i 2300 euro. A2A fornisce diversi pacchetti su richiesta solo ad uso condominiale. La HERARicarica Privata della HERA va da 1549 a 1749 euro. Infine per i privati o al massimo quattro veicoli abbiamo il D-Mobility di Duferco Energia. Il prezzo è solo su richiesta.