Prezzo del carburante alle stelle: arriva una novità scioccante

A seguito dell’eccessivo aumento del prezzo del carburante, l’Antitrust ha deciso di avviare un’inchiesta su alcuni marchi importanti.

A destare sospetti sono state in particolare le diversità di prezzo tra il cartello esposto al pubblico, e quello effettivamente pagato alla pompa.Così l’Antitrust ha messo sotto la lente di ingrandimento le 5 più importanti compagnia petrolifere che operano sul territorio italiano. Nello specifo parliamo Eni, Ip, Esso, Tamoil e Kuwait Petroleum Italia (conosciuto come Q8). Nella giornata di lunedì 16 gennaio sono state effettuate le prime ispezioni con l’ausilio della Guardia di Finanza.

Caro carburante (Adobe Stock)
Prezzo carburante alle stelle (Adobe Stock)

Altro punto che non tornerebbe e che sarebbe oggetto d’attenzione è la mancata comunicazione del tariffario sull’Osservaprezzi Carburanti del sito del ministero delle Imprese e del Made in Italy. Strumento che tiene un monitoraggio costante e in tempo reale del costo del greggio sul nostro suolo.

Secondo il responsabile dell’ente Roberto Rustichelli, le aziende suddette “non avrebbero adottato misure o iniziative idonee a prevenire e a contrastare condotte illecite a danno dei consumatori“.

Prezzo del carburante, Eni si difende

Mentre Codacons, Unione Nazionale Consumatori, e Associazione Consumerismo No Profit seguono la vicenda con attenzione, dall’altro lato della barricata il colosso fondato da Enrico Mattei, è stato il primo a reagire ufficialmente all’inchiesta.

“Stiamo prestando piena collaborazione all’Antitrust nell’ambito dell’istruttoria”, il commento di un portavoce di Eni. “E ribadiamo la totale correttezza del nostro operato. Oltre all’adozione, da tempo, di ogni misura contrattuale e operativa contro eventuali comportamenti impropri“.

Intanto, sembra sempre più vicina la conferma dello sciopero dei benzinai previsto tra il 25 e il 26 gennaio. “Alle condizioni attuali si farà“, il rilancio dei rappresentanti delle associazioni di categoria, prima di una stoccata all’Esecutivo.

Il Governo non può continuare ad avere posizioni diverse e contrastanti che finiscono inevitabilmente per scaricarsi sui cittadini di questo Paese, così come su una intera categoria di lavoratori“, lo sfogo invece di Roberto Di Vincenzo, presidente della FEGICA (Federazione Gestori Impianti Carburanti e Affini).

Non si può prima dire che i gestori si stanno comportando correttamente e poi voler evocare l’intervento delle forze dell’ordine e dell’AGCM”, prosegue il dirigente.

Lo sciopero fa molto discutere

Assolumente critica nei confronti degli operatori che hanno ribadito la loro volontà di scioperare, si è mostrata Assoutenti. “Si tratta di una decisione incomprensibile”, la voce del presidente Furio Truzzi. “In questo momento di grave crisi economica, i gestori farebbero bene a collaborare con i consumatori per il bene del Paese. E per superare contrapposizioni che alimentano solo tensioni“. Più attendista Faib Confesercenti che spera ancora che l’inchiesta venga archiviata senza troppi approfondimenti.

Nelle prossime ore, l’incontro con il Ministero potrebbe rivelarsi se non risolutivo, comunque importante. Le richieste della Federazione Autonoma Italiana Benzinai vertono in particolare sulla lotta alla diffusa illegalità fiscale e contrattuale, che si stima sia addirittura superiore ai 13 miliardi l’anno. “Non è ammissibile che oltre la metà della rete carburanti sia condotta in modo irregolare. Con ampio ricorso a fenomeni di caporalato petrolifero. E che più del 30% dell’erogato sia in evasione di IVA e talvolta anche di accise“, la denuncia.

In ogni caso a soffrire sono ancora le tasche degli automobilisti. Costretti a sborsare cifre molto alte per pochi litri di benzina o gasolio, in un periodo già nero sotto il profilo del lavoro e degli stipendi.

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