La MotoGP ha preso una decisione clamorosa che di sicuro non farà felici i tifosi e gli addetti ai lavori. Ecco cosa sta accadendo.
In MotoGP ci si avvicina all’inizio della stagione, in un 2023 che sembra essere davvero uno dei campionati più interessanti degli ultimi anni. Cosa aspettarsi da questa nuova pagina della top class? Fare dei pronostici è ovviamente molto complicato, anche perché ci saranno delle variabili del tutto nuove che vanno considerate.
Prima di tutto, nel mondiale che partirà il prossimo 26 di marzo a Portimao, con il Gran Premio del Portogallo, ci saranno le tanto discusse Sprint Race, adottate dalla Dorna dopo aver visto il loro impatto sulla F1. Tuttavia, la massima serie automobilistica le aveva introdotte con tre eventi nel biennio precedente, e solo dal 2023 ne raddoppierà il numero.
La MotoGP, dal canto suo, le utilizzerà per tutte le gare, riservando la sola giornata di venerdì alla sessione di qualifica. Quest’ultima andrà a deliberare sia lo schieramento di partenza per la gara domenicale che per la stessa “garetta” del sabato, visto che le Sprint Race non saranno determinanti ai fini della griglia di partenza del Gran Premio vero e proprio, al contrario della F1. Saranno delle corse a tutti gli effetti, separate dall’evento principale.
Su questo aspetto ci sono tanti dubbi, a cominciare dai piloti stesse che lo reputano un sistema utile soltanto ad aumentare i pericoli già altissimi di questo sport. Prima di tutto, ci saranno ben due partenze in un solo week-end, ed i piloti saranno chiamati a prendersi il doppio dei rischi rispetto a quanto non avviene già di solito. L’obiettivo degli organizzatori è lo spettacolo, e per cercare di ritirare su gli ascolti di una categoria in enorme crisi si è disposti a tutto, anche a passare sopra al rispetto per chi lo spettacolo lo assicura ogni domenica.
Nel frattempo, è arrivata anche un’altra decisione destinata a far discutere per molto tempo. Stiamo parlando del divieto di accesso che è stato attuato contro i giornalisti ed i tifosi per lo shakedown test di Sepang, previsto in Malesia per i primi di febbraio. La sensazione è che la situazione stia davvero sfuggendo di mano a chi di dovere, e così facendo si rischia di rompere il giocattolo sin dalle sue fondamenta.
La MotoGP riaccenderà i motori il prossimo 5 febbraio in Malesia, sul tracciato di Sepang, dove andranno in scena tre giorni di test, definiti però shakedown. La sessione vera e propria andrà in scena la settimana più tardi, tra il 10 ed il 12 di febbraio, nella quale si inizierà a fare sul serio con tante novità che i team dovranno provare.
Una decisione clamorosa, relativamente alla suddetta sessione shakedown, è stata presa in queste ultime ore: non saranno ammessi nel paddock i giornalisti, così come i tifosi sulle tribune. Pare che la richiesta sia stata fatta proprio dai team, visto che questi primi tre giorni di test vedranno in pista pochissimi piloti, solo i collaudatori di ogni squadra ed i rookie (nel 2023 l’unico sarà Augusto Fernandez).
L’obiettivo dei team è quello di evitare che le novità tecniche portate sulle moto vengano diffuse troppo in fretta, visto che con meno moto in pista è più facile trovare qualche differenza significativa rispetto al passato. Le proteste da parte della stampa non sono mancate, ed a farsi sentire ci ha pensato anche uno dei giornalisti più influenti nel campo della MotoGP, vale a dire Simon Patterson.
Qualche ora più tardi, lo stesso Patterson ha fatto sapere che i media saranno ammessi nel paddock ed in sala stampa, ma a loro non sarà consentito accedere alla pit-lane. Nessuna differenza, invece, per quello che riguarda il pubblico, che non potrà entrare sulle tribune del tracciato di Sepang.
Il Motomondiale sta già attraversando un momento molto difficile, ed una scelta del genere è quanto di più sbagliato si potesse pensare, dando l’idea di allontanare il pubblico e gli addetti ai lavori ancor di più dalla pista. I test, inoltre, sono un’occasione ancor più ghiotta per i fan, visto che i piloti girano per giornate complete, ed i prezzi dei biglietti sono molto più abbordabili rispetto a quelli delle gare.
Quale futuro può esserci per il motorsport andando avanti in questa maniera? Una decisione simile venne presa anche in F1, con i test di Barcellona dello scorso anno che vennero chiusi al pubblico, ed anche l’accesso della stampa fu fortemente limitato. I nostri sport preferiti, purtroppo, stanno andando verso una deriva sempre più netta, e se le cose non cambieranno ci sarà sempre meno spazio per gli appassionati.
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