La famiglia Agnelli ha costruito un impero, ed oggi andremo a scoprire chi è rimasto della stirpe. Sono pochi quelli ancora in vita.
Il nome degli Agnelli è legato a doppio filo con il mondo dell’imprenditoria, e questa famiglia ha segnato un’epoca di questo particolare settore. Le loro origini sono legate a Priero, comune nella provincia di Cuneo, in Piemonte. Nella prima metà del Settecento si spostarono a Racconigi, iniziando ad occuparsi della produzione di banchi da seta e filande.
La famiglia si divise poi in due rami, che iniziarono a sviluppare delle professioni di alta società. Una parte iniziò ad occuparsi di professioni mediche e giuridiche, mentre l’altra, quella oggi più nota, ha basato tutto sul mondo dell’imprenditoria. Giuseppe Francesco Agnelli fu colui che si spostò a Torino, figurando tra i banchieri torinesi dopo il periodo della Restaurazione.
Da quel momento in poi, questa famiglia ha iniziato a macinare ricchezza, con Giovanni Agnelli che poi figurerà tra i fondatori della Fiat con alcuni nomi che sono rimasti nella storia dell’automobilismo. Questa famiglia, come detto, è sempre girata attorno alla città di Torino, e con il tempo è entrata anche a far parte della dirigenza della Juventus.
Passando ai tempi recenti, concentriamoci sulle figure più note. Nel 1953, Gianni sposò a Strasburgo Marella Caracciolo, originaria dei Principi di Castagneto, da cui nacque il figlio Edoardo. Egli morì suicida nel 2000, mentre da quel matrimonio nacque anche Margherita. Lei sposò il giornalista Alain Elkann, con cui ebbe i due celebri figli John e Lapo.
Il filone svizzero, invece, portò alla luce Andrea, figlio di Umberto e di Allegra Caracciolo. Il nome di Andrea è divenuto famoso negli ultimi anni per via della presidenza della Juventus, che sotto la sua leadership ha vinto ben nove scudetti consecutivi di Serie A tra il 2012 ed il 2020, segnando un’epoca del calcio italiano, arrivando anche due volte in finale di Champions League, nel 2015 e nel 2017, terminate con due sconfitte contro il Barcellona prima ed il Real Madrid poi.
Lapo e John, invece, hanno condotto delle vite diametralmente opposte. Del primo conosciamo i problemi avuti a causa di dipendenza dalle droghe, ma gli va riconosciuta anche un’immensa passione per quello che riguarda le attività sportive a cui è legata la sua famiglia, ovvero la Juventus e la Ferrari.
Lapo si è espresso più volte sulle difficoltà del Cavallino degli ultimi anni, di cui suo fratello John è presidente dal 2018. John Elkann ottenne la presidenza della Ferrari dopo la morte di Sergio Marchionne, avvenuta nell’estate di quell’anno. La casa degli Agnelli è legata ad una sorta di maledizione, fatta di tanti morti premature a causa di suicidi e malattie, come quella che colpì il brillante Giovannino. Nelle prossime righe, scopriremo chi è ancora vivo di questa storica casata di imprenditori.
Agnelli, ecco chi è ancora in vita della famiglia
La madre di Lapo Elkann e di John Elkann, ovvero Margherita Agnelli, è ancora oggi in vita ed ha 67 anni, così come suo marito Alain Elkann che ne ha 72. Ovviamente, sono in vita Lapo e John, le cui attività le abbiamo elencate in precedenza. Una grande perdita ha colpito invece l’ormai ex presidente della Juventus Andrea, visto ciò che capitò a suo fratello.
Il suo nome vero era Giovanni Alberto, ma tutti lo chiamavano Giovannino. L’imprenditore scomparve il 13 dicembre del 1997, all’età di 33 anni, che venne stroncato in pochi mesi da una rara forma di cancro all’intestino. Si trattò di una notizia che sconvolse l’Italia ed il mondo, visto che lui era visto come una mente incredibilmente brillante, che avrebbe fatto sicuramente faville nella sua vita di imprenditore e di dirigente d’azienda.
L’altra figlia di Umberto e sorella di Andrea e Giovannino è Anna Agnelli, che oggi ha 46 anni. Umberto è invece scomparso il 27 maggio del 2004, poco più di un anno più tardi rispetto a suo fratello, “L’Avvocato” Gianni, che si spense il 24 gennaio del 2003. Entrambi erano molto legati alla Ferrari, e proprio Gianni fu uno dei principali fautori dell’arrivo di Michael Schumacher a Maranello nel lontano 1996. Lui stesso ammise che l’ingaggio del pilota che aveva appena vinto due mondiali con la Benetton era stato costosissimo, ma i risultati avrebbero poi ripagato il grande sforzo della Fiat e del Cavallino.
La Rossa del 2003, con la quale il Kaiser di Kerpen vinse il sesto titolo iridato, venne chiamata F2003-GA proprio in onore di Gianni, scomparso pochi giorni prima rispetto alla presentazione di quella stellare vettura. Ci auguriamo di essere stati abbastanza chiari nella spiegazione di questa storica dinastia, che ha fatto la storia del nostro paese e che continuerà a farla anche in futuro.