Il rapporto tra Wolff e Horner non è mai stato dei migliori. Ma ora il capo della Stella aggiunge dei dettagli e non risparmia critiche.
Il 2021 è ormai lontano, eppure nella mente di molti protagonisti della F1 è più vivo e vicino che mai. In fin dei conti a ragione. Era da parecchio tempo che nella top class dell’automobilismo non si viveva una battaglia così aspra e avvincente come quella vide contrapporsi il sette volte iridato Hamilton all’affamato Verstappen. E come spesso accade in casi del genere, si finisce trascendere. Da semplice sfida in pista, la lotta ha coinvolto le rispettive dirigenze e tutto è andato in pasto ai media che, ovviamente, ci hanno marciato.
Le punzecchiature tra Lewis e Max sono state normali e in linea con ciò che ci si può attendere da un testa a testa per la coppa più prestigiosa. Ma lo spettacolo, si fa per dire, fornito dai vertici Mercedes e Red Bull è stato davvero di basso livello. Un continuo di offese e accuse plateali, che hanno innervosito i corridori e forse mostrato il vero volto di entrambi i boss.
Soprattutto Toto Wolff ha tirato fuori il suo lato più rabbioso, mentre per anni lo avevamo sempre visto sorridente e diplomatico davanti alle telecamere.
Il fatto che oggi, a oltre dodici mesi di distanza dalla sconfitta di Abu Dhabi abbia ancora parole di fuoco da indirizzare a Christian Horner, è la prova del nove di quanto quel giorno bruci ancora.
Tornando indietro ai momenti incandescenti del duello tra Ham e l’olandese, impossibile non citare la collisione avvenuta a Silverstone, con il portacolori della scuderia energetica andato a sbattere alla Copse raggiungendo una forza G di 55. Quello sarà il primo vero episodio a decretare la spaccatura. Da lì in avanti sarà una polemica continua, culminata con il gran finale di Yas Marina.
Per chi non ricordasse, negli Emirati il patatrac avvenne a cinque giri dalla fine quando, Nicholas Latifi buttò la sua Williams contro le barriere facendo entrare la Safety Car. Intelligentemente gli austriaci fecero cambiare le gomme a Mad Max così da avere delle soft fresche in caso di ripartenza. Mentre nel box delle Frecce d’Argento si tergiversò, preferendo far restare fuori l’inglese.
Il resto lo combinerà l’allora direttore di gara Micheal Masi attraverso una gestione opinabile delle tornate rimanenti. Il via dato praticamente alla bandiera a scacchi consegnerà il titolo al figlio d’arte, mettendo fino all’era di Stoccarda, cominciata nel 2014.
Malgrado possa sembrare il contrario dato che è sempre lui a parlarne, il boss della Stella ha sostenuto di recente di vivere a gratis nella testa dell’omologo e avversario. “E’ ossessionato da me“, ha denunciato al Times. “Ma ogni secondo speso a discutere di lui è perso“, ha proseguito tranchant.
Meglio dunque pensare al traguardo delle dieci annate spese al comando del team e al rapporto di amicizia con Hamilton. “Lavoriamo assieme da molto e quando possibile ci confrontiamo“, ha spiegato il manager viennese. “Quel periodo fu piuttosto complesso, in quanto lui aveva dato tutto e stava per raggiungere qualcosa di storico, ovvero l’ottavo Mondiale. Come si sa nello sport il disappunto è duro da smaltire. Tuttavia è proprio in occasioni simili che una squadra può davvero dimostrare quanto vale“, ha infine considerato orgoglioso di come il gruppo sia uscito bene dalla batosta subita, nonché ancora più unito di prima.
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