Lewis Hamilton e Michael Schumacher sono tra i più grandi piloti di F1 della storia. I due ora condividono un primato storico.
Quando pensiamo alla F1 ci vengono subito in mente i nomi dei piloti che ne hanno fatto la storia, partendo dagli albori di questo sport sino ad arrivare ai giorni nostri. Per ragioni anagrafiche, non abbiamo potuto vivere l’epopea di Juan Manuel Fangio, di Alberto Ascari, ma anche quella di Jim Clark, da molti considerato come il più forte di tutti i tempi.
La F1 dell’epoca era una continua sfida tra la vita e la morte, ed infatti, era normale perire durante i vari week-end di gara o anche nei test privati. Con gli anni, la sicurezza è rapidamente migliorata, ma questo non ha impedito che altri grandi campioni, come Gilles Villeneuve o Ayrton Senna, perdessero la vita facendo ciò che amavano.
Tornando al discorso dei più forti della storia, è impossibile fare una classifica, proprio per il fatto di aver vissuto troppe epoche differenti, ed in ognuna di esse c’è stato un fenomeno in grado di fare la differenza su tutti gli altri, senza però poter dire come si sarebbe comportato in altri momenti storici.
Michael Schumacher e Lewis Hamilton sono sicuramente i campioni più rappresentativi della nostra epoca, quelli che hanno saputo trascinare le folle e riscrivere i libri dei record. Il loro approccio in pista è stato eccezionale, ed i due, nel 2023, inizieranno anche a condividere un primato molto curioso.
F1, Lewis Hamilton eguaglia ancora Michael Schumacher
Il 2020 è stato l’anno in cui Lewis Hamilton ha raggiunto un record che sembrava impareggiabile, ovvero quello dei sette titoli iridati in F1 che appartiene a Michael Schumacher. Il tutto è avvenuto grazie alla vittoria del britannico nel Gran Premio di Turchia, al termine di una gara strepitosa e condotta da fenomeno sul bagnato, condizione che ha sempre esaltato questi due mostri sacri del motorsport.
In quella stagione, Sir Lewis superò il primato del Kaiser di Kerpen relativamente alle vittorie in carriera, raggiungendolo a quota 91 al Nurburgring e diventando il primo nella storia in Portogallo, pochi giorni dopo. Per quanto riguarda le pole position, invece, Sir Lewis è il recordman da tanti anni, visto che scavalcò il tedesco nelle qualifiche del Gran Premio d’Italia del 2017, sotto il diluvio di Monza.
Il sogno di superare Schumacher anche nei titoli mondiali è sfumato in modo incredibile ad Abu Dhabi, nel 2021, quando Max Verstappen soffiò l’iride al rivale all’ultima curva, “salvando” il primato condiviso tra i due. Nel 2023, Sir Lewis andrà ad eguagliare l’ex F1 anche in un’altra statistica, ed anch’essa appariva davvero inarrivabile.
Si tratterà dell’undicesima stagione in Mercedes, con la quale debuttò nel 2013 dopo i primi anni corsi in McLaren. Anche Schumacher ha trascorso 11 anni in Ferrari, tra il 1996 ed il 2006, e nessuno è stato legato per così tanto tempo ad una squadra nel corso della propria carriera.
Va detto che nel percorso dei due e nel famoso giudizio di chi sia il più forte della storia c’è una bella differenza proprio nel timing in cui accettarono la sfida di cambiare squadra. Hamilton era in una McLaren che era competitiva nel 2012, ma che non era più quella che lo portò al titolo nel 2008 e che da qualche anno veniva regolarmente sconfitta dalla Red Bull, all’epoca imprendibile con Sebastian Vettel.
Quando il britannico decise di passare in Mercedes, sotto forte spinta di Niki Lauda, iniziavano già a vociferare le voci riguardanti un ottimo progetto della power unit 2014, visto che il regolamento su un Circus che aveva sposato l’ibrido era già noto da molto tempo.
Schumacher, dal canto suo, lasciò la Benetton al termine del 1995 dopo due titoli mondiali, e con la possibilità di continuare a dominare ancora la scena, recandosi in una Ferrari che era in crisi nera. Il Kaiser di Kerpen accettò una sfida che sembrava invincibile, visto che il digiuno della Rossa durava ormai da 17 anni per quanto riguarda la caccia al titolo piloti.
Hamilton, in Mercedes, ha dovuto soffrire soltanto nel 2013, ma dall’anno dopo in avanti ha sempre avuto un’astronave, almeno sino allo scorso anno. Schumacher ha invece penato e non poco considerando il grave ritardo che la Ferrari accusava dalla concorrenza, e nonostante questo arrivò a giocarsi il titolo sin dal 1997, contro la Williams-Renault di Jacques Villeneuve.
L’impresa fatta da Michael, ovvero quella di riportare la Scuderia modenese sul tetto del mondo nel 2000, 21 anni dopo Jody Scheckter, non ha probabilmente eguali nella storia di questo sport, e la differenza con Hamilton, campionissimo a sua volta, sta tutto in questo passaggio che vi abbiamo raccontato.