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Formula 1

F1, Michael Schumacher e quel “gioiello” indimenticabile: vale una fortuna

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Giovanni Messi

Michael Schumacher ha scritto la storia della F1, ed una delle sue monoposto è stata venduta all’asta. La cifra è molto alta.

La storia di Michael Schumacher in F1 è quella di un campione incredibile, che ha segnato un’epoca e che non verrà mai dimenticato dagli appassionati. La sua carriera nel Circus è durata oltre vent’anni, considerando che il suo debutto avvenne nel 1991 ed il suo ritiro è datato 2012, anche se in tutto questo periodo c’è stata anche una pausa di tre stagioni, tra il 2007 ed il 2009.

F1 Michael Schumacher ai tempi della Ferrari nel 2005 (ANSA)

Il Kaiser di Kerpen ha firmato imprese leggendarie, regalando ai tifosi della Ferrari le gioie più grandi della loro vita. La sfida che lo ha reso più grande fu proprio il passaggio a Maranello al termine del 1995, quando aveva appena vinto il suo secondo titolo mondiale consecutivo sulla Benetton.

Andare in Ferrari, a quel punto della propria carriera, in cui avrebbe potuto continuare a dominare, significò prendersi un rischio non da poco, visto che il Cavallino non vinceva nulla da un decennio e mezzo. Con tanta pazienza, Michael ha visto crescere ed ha contribuito a far crescere una squadra in grande difficoltà, sino a farla divenire un impero di dimensioni incredibili, e queste sono le cose che riescono soltanto ai più grandi.

In molti paragonano Lewis Hamilton al tedesco, ma è proprio in questo punto la differenza tra i due, che a livello di talento sono molto simili. Il Kaiser seppe accettare una sfida che pareva un suicidio, mentre il britannico si è trovato in Mercedes con una squadra troppo superiore alle altre per poter perdere. La F1 è uno sport dove serve anche fortuna per vincere, ma anche per esordire, ed il debutto del tedesco merita davvero di essere raccontato viste le circostanze in cui avvenne.

F1, venduta all’asta la Jordan 191 di Schumacher

Il debutto in F1 di Michael Schumacher è molto curioso, e fa capire quanto fosse grande la sua aura da predestinato. Il primo Gran Premio corso dal Kaiser di Kerpen fu quello del Belgio del 1991, e per chi non dovesse conoscere le modalità del suo esordio risulterà davvero strano pensare ad un esordio avvenuto oltre la metà della stagione di cui si parla.

Infatti, il tedesco subentrò al pilota titolare della Jordan, vale a dire Bertrand Gachot, che proprio nel 1991 vinse anche la 24 ore di Le Mans con la mitica Mazda 787B a motore rotativo Wankel. Il pilota belga, nel dicembre dell’anno precedente, aveva avuto una colluttazione con un tassista nel centro di Londra, e per tale motivo fu arrestato dalla Polizia proprio alla vigilia della gara di Spa-Francorchamps, ben 9 mesi dopo l’accaduto.

A quel punto, Eddie Jordan si ritrovò scoperto, visto che una monoposto era affidata al nostro Andrea De Cesaris, ma per la tappa belga si rischiava di correre senza l’altro pilota. Il manger di Schumacher, Willi Weber, convinse Jordan dicendogli che il suo pilota conosceva alla perfezione la pista situata nella foresta delle Ardenne, ma la cosa, ovviamente, non era vera.

Michael era già conosciuto nell’ambiente per gli ottimi risultati che aveva conseguito in Formula 3 e nel mondiale sport-prototipi dove correva con lo junior team della Mercedes, a bordo della bellissima Sauber color argento. Fatto sta che al Kaiser venne affidata la splendida Jordan 191 per il GP del Belgio, dove non aveva mai girato in carriera.

Nelle prove libere fece subito vedere ciò di cui era capace, ma fu la qualifica a rivelare l’incredibile classe di cui era dotato il 22enne teutonico, che ottenne un clamoroso settimo tempo. Purtroppo, la gara durò pochissime centinaia di metri a causa di un guasto alla frizione che lo costrinse subito al ritiro, ma a Flavio Briatore era bastato vedere quel giro al sabato per capire di trovarsi di fronte ad un talento raro.

Il manager piemontese non perse così l’occasione per portarselo alla Benetton, con la quale esordì pochi giorni dopo a Monza, ed il resto della storia lo conoscono tutti. La Jordan di quell’anno, la 191 con la quale Schumacher corse in Belgio, è recentemente finita all’asta, e si tratta proprio del telaio numero 6 di quel fine settimana.

Il prezzo di vendita è stato di 1,2 milioni di sterline, tutto sommato una cifra accettabile considerando che si tratta pur sempre di un’auto di F1, seppur non di alta classifica. A renderla speciale è proprio il fatto che su questo modello esordì colui che sarebbe diventata una leggenda di questo sport, e che ha fatto sognare generazioni di fan sparsi per tutto il nostro pianeta.

F1 Michael Schumacher Jordan 191 al GP del Belgio del 1991 (ANSA)
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