Il Fiat Ulysse è una monovolume ormai fuori dal mercato, ma c’è chi ne possiede una davvero particolare che vale tantissimo.
Sono giorni concitati in casa Fiat, che ha cominciato il suo 2023 celebrando un traguardo importante, quello dei 40 anni di uno dei suoi modelli più importanti e iconici, la Uno, che secondo molti esperti potrebbe tornare in futuro sotto altre spoglie. La casa torinese, oggi nel gruppo Stellantis, sta progettando il suo futuro sempre più elettrico, provando a ripensare il proprio piano industriale, che prevede nei prossimi anni una serie di modelli tutti improntati a questa nuova tecnologia, che entro il 2035, almeno in Europa, soppianterà i motori termici.
Ma, come sta accadendo per tanti altri grandi marchi, guardarsi indietro non fa mai male. Basti pensare alla Renault, che ha annunciato per il 2024 il ritorno di un mito come la 4, rivista ovviamente in chiave ultra-moderna. Ma un po’ tutte le case stanno ripresentando modelli del passato in una nuova veste, sperando che facciano da richiamo e da volano per le vendite.
Ma c’è una storia che sta girando in questi giorni che ha dell’incredibile. E riguarda un uomo che fa il tassista, ma che non ne vuole sapere di guardare al futuro, anzi. Sta facendo di tutto per mantenere quel legame col passato e con un mezzo che ormai parte della sua vita. Parliamo di un Fiat Ulysse, la monovolume prodotta dalla casa torinese in due serie, la prima dal 1994 al 2002, mentre la seconda dal 2002 al 2010. Un’auto che fa della versatilità e del comfort i suoi cavalli di battaglia. Tantissimo lo spazio al suo interno, ma, a dirla tutta, non ha mai avuto un grandissimo successo commerciale.
Un Fiat Ulysse dal valore inestimabile
Il mezzo in questione è stato adibito a taxi ed è su strada dal 2008, quindi è l’ultimo modello dell’Ulysse, poi uscito fuori produzione. Ed è nelle mani di Tommaso Agosta (per gli amici Tommy), juventino doc ma di origine palermitana. Ha migliaia di chilometri sul groppone questo Fiat, ma lui non ne vuole sapere di darlo via o rottamarlo. Oggi varrebbe qualche migliaio di euro, niente di più, forse sarebbe destinato agli sfasciacarrozze, ma niente, lui resiste. Ma perché? Il motivo è semplice.
Infatti non è un Ulysse normale ma letteralmente ricoperto, dentro e fuori, di autografi. In 15 anni di onorato servizio, Tommy ha collezionato oltre 170 autografi, tutti di giocatori, allenatori, presidenti e dirigenti della sua squadra del cuore, la Juventus. In pratica è una sorta di museo della Vecchia Signora su quattro ruote. Una collezione cominciata per scherzo, ma che nel tempo è diventata una cosa dannatamente seria. La prima firma fu apposta da Fabio Cannavaro, che la firmò all’interno: “All’inizio pensai: ecco, mi ha rovinato la cappotta – ha raccontato a Il Giornale -. Ma poi decisi di far fare la stessa cosa a tutti i campioni della Juve“. Un rituale che dura ancora oggi.
Se la si guarda attentamente, oggi questa Fiat Ulysse è un cimelio rarissimo. Ci sono le firme del mitico Gianni Agnelli, ma anche di Michel Platini, fino ad arrivare a Cristiano Ronaldo. Ormai è diventata una vera e propria attrazione turistica, evitata solo dai tifosi della squadra rivale, il Torino. Una vettura però che non può riposare la notte nel suo garage, perché Agosta non ha solo questa passione. Infatti ha allestito nel suo box un vero e proprio museo di cimeli bianconeri, dalle maglie da gioco agli scarpini, passando per palloni e trofei. Ma di sicuro la sua Ulysse è il pezzo più pregiato. Tanto che ha confessato di aver recentemente rifiutato da un “principe di Riad” tifoso della Juve un’offerta per la sua Fiat di oltre 100 mila euro. Ma chissà che in futuro non si rifaccia vivo, magari offrendo una cifra ancora superiore?