La Fiat è uno dei grandi colossi dell’economia italiana, ma non tutti conoscono l’anno esatto della sua storica e indimenticabile fondazione.
L’Italia è sempre stata una delle nazioni più imprenditoriali che ci siano al mondo, con la realtà dei motori che è sempre stata fondamentale per poter sostenere l’economia del Belpaese e da questo punto di vista la Fiat sicuramente ha avuto un ruolo di primaria importanza.
Tutti quanti ormai conosciamo perfettamente questo marchio, con la casa di Torino che sicuramente è stato uno dei grandi simboli del boom economico in Italia tra gli anni 50 e 60.
Sono stati diversi modelli infatti che hanno permesso di poter rialzare la testa dopo i duri anni della guerra e la Fiat da quel momento in poi è diventato uno splendido simbolo di italianità.
Non tutti però conoscono nel dettaglio come sia realmente nata questa azienda, con la storia che ormai si perde sempre di più nella notte dei tempi e infatti dobbiamo tornare addirittura alla fine del XIX secolo.
Siamo a Torino e l’aristocrazia sa bene che il suo ruolo non è più quello prima dell’Unità e per questo ha bisogno di uno slancio per essere amata dal popolo e per avere in qualche modo la testimonianza della propria superiorità.
La città piemontese è tra le più eleganti non solo in Italia, ma più in generale nel mondo e i principali ideatori della magia della Fiat furono Cesare Goria Gatti ed Emanuele Cacherano di Bricherasio.
Questi due avevano già avuto modo di dare vita a sogno dell’Automobile Club d’Italia ed erano stati in grado di costruire così un primissimo modello a quattro ruote.
L’idea però doveva anche essere sostenuta economicamente, perché senza la possibilità di manovrare con delle materia prima di ottimo livello è davvero inutile provare a portare avanti grandi creazioni.
Per questo motivo venne chiamata in causa la nobiltà piemontese e le principali figure furono Roberto Biscaretti di Ruffia, il marchese Alfonso Ferrero de Gubernatis Ventimiglia, uno dei più noti banchieri come Michele Ceriana Mayneri, il possidente terriero Lodovico Scarfiotti, l’industriale adibito alla cera Michele Lanza, l’avvocato Carlo Racca e infine anche l’agente di cambio Luigi Damevino.
La nobiltà di Torino fonda la Fiat: un giorno storico
Dunque sembra incredibile, ma tra i primissimi fondatori della Fiat non risulta esserci nessun membro della famiglia Agnelli, state però tranquilli che la loro firma sull’avvio dell’azienda la misero anche loro.
La sede che permise di dare vita alla Fiat fu il caffè di Madame Burello, con questo locale che vide diverse riunioni per poter stabilire costi e ruoli dei vari protagonisti.
L’atto definitivo venne sancito con il nome di “Costituzione della Società Anonima Fabbrica Italiana di Automobili – Torino”, con la firma nero su bianco che venne messa dal notaio Ernesto Torretta.
Era l’11 luglio 1899 ed era il giorno definitivo che permise alla Fiat di far partire un sogno che ancora oggi perdura e che accende i cuori di tutti gli italiani.
Vi avevamo però detto di Giovanni Agnelli e quel giorno a mettere la firma ci fu pure lui e a diventare determinante fu Scarfiotti, un caro amico della famiglia che lo inserì nella trattativa.
Il suo ruolo fu importantissimo e divenne fin da subito uno degli azionisti fondamentali, partendo da una quota di Lanza, e dando poi vita a uno straordinario impero a quattro ruote.