Enzo Ferrari è stato un pioniere delle auto da corsa. Il fondatore della casa modenese aveva diversi soprannomi, ma era da tutti riconosciuto come il Drake.
La vita di Enzo Ferrari è stata come quelle dei film, sempre alla ricerca di un obiettivo. I risultati nella vita del campione sono arrivati in diverse vesti, da pilota, da tecnico e da imprenditore. Uno straordinario agitatore di folle e di idee. Dalla sua mente sono nate vetture che hanno rivoluzionato l’industria delle quattro ruote.
Coraggioso, sicuro di sé e determinato, il “Grande Vecchio” ha creato un impero. Il marchio Ferrari è divenuto il più noto al mondo. “Date un foglio di carta ad un bambino e ditegli di disegnare una macchina. Sicuramente la disegnerà rossa”, affermò un giorno Enzo Ferrari. Le sue vetture sono sempre state rosse, incarnando passione e aggressività. La colorazione spiccava sempre tra le altre auto, dando un senso di superiorità alle vetture del Cavallino. L’insieme di elementi stilistici unici, uniti alla ricerca spasmodica della perfezione tecnica hanno determinato un successo planetario.
Oltre ad essere uno straordinario imprenditore, il suo passato nelle corse lo rendeva anche un esperto massimo delle categorie del Motorsport. Da dirigente sportivo celebrò in Formula 1 ben 9 campionati del mondo piloti e 8 campionati del mondo costruttori. Dopo la sua scomparsa, avvenuta a Modena il 14 agosto del 1988, la Rossa cadde in una crisi profonda. Il Cavallino, nel circus, non era più rampante da molti anni, ma dovette vivere altre stagioni da incubo prima di tornare a risplendere nel nuovo millennio. Sotto la guida del Presidente Luca Cordero di Montezemolo la Ferrari ritrovò il sapore del trionfo nel 1999. A distanza di 16 anni dall’ultimo riconoscimento iridato, la Scuderia modenese conquistò il titolo costruttori.
Ne arrivarono altri 5 di fila nelle stagioni successive. Il quinquennio aureo fu caratterizzato dai trionfi di Michael Schumacher. Il tedesco, per la sua fame di vittorie, sarebbe senz’altro piaciuto al fondatore della Rossa. Michael debuttò in F1 tre anni dopo la scomparsa di Enzo. Da quando Montezemolo non è più a vertici della Scuderia, i ferraristi non si sono più giocati un titolo mondiale. F1, l’errore fatale di Mattia Binotto: ecco perché la Ferrari lo ha licenziato. Il nuovo corso targato John Elkann non è iniziato nel migliore dei modi, ma tante cose sono cambiate oggi in Formula 1.
Enzo Ferrari, forse, non approverebbe molte dinamiche del circus attuale. Dal DRS alle Gare Sprint, passando per uno spettacolo forzato che sembra avere lo strano retrogusto dello show. Il percorso di vita del grande capo della Rossa, invece, fu autentico e ricco di momenti spiacevoli. La scomparsa del figlio Dino e quella di un campione come Gilles Villeneuve furono eventi che segnarono la sua vita. Non fu sempre una esistenza ricca di felicità e spensieratezza.
I soprannomi di Enzo Ferrari
Enzo, sin da piccolo, mise in mostra una passione sconfinata per i motori, convincendo suo padre a portarlo alle corse automobilistiche dell’epoca. Ben presto il giovane scoprì il sapore amaro della perdita. Nel 1916 morirono, a brevissima distanza l’uno dall’altro, il padre e suo fratello maggiore. Le perdite improvvise non stroncarono l’amore del ragazzo per il Motorsport. Il Drake decise di continuare a correre come pilota, nonostante il parere di sua madre. Date le spiccate qualità tecniche del giovane la madre di Enzo gli consiglio di trovarsi un lavoro alla Fiat.
Nell’officina del padre Ferrari aveva imparato le basi della meccanica, diventando nel corso degli anni successivi un tecnico di altro profilo. La Fiat, però, non diede fiducia al giovane. Il no al Drake è storia e fu uno dei momenti chiave della sua vita. Tra vittorie, sconfitte, guerre e morti, il fondatore della Ferrari riuscì a far fronte al rischio della bancarotta. L’imprenditore modenese ha vissuto alti e bassi clamorosi, non rinunciando mai alle sue passioni. La Ferrari F40 si rifà il look? Il web va in tilt per lei (VIDEO).
Non a caso una delle sue frasi più celebri è: “Una macchina è come una figlia: quando vince una corsa mi sento come il padre che sa che la propria figlia ha preso un bel voto a scuola”. Un rapporto viscerale con le sue creature che lo ha elevato ad un gradino superiore a tutti i padri fondatori delle più importanti case automobilistiche al mondo.
Enzo Ferrari venne denominato sulla stampa e nell’ambiente delle corse, durante la sua vita, come “Il Cavaliere”, “Il Commendatore”, “L’Ingegnere”, “Il Mago”, “Il Patriarca”, “Il Grande Vecchio” e soprattutto “Il Drake”. Quest’ultimo è un riferimento al noto corsaro Francis Drake. Il termine fu inventato dai rivali inglesi nel secondo dopoguerra, con un misto di critica e di ammirazione, per la manifesta capacità di Ferrari nel conseguire risultati di alto spessore. Il suo modo di fare dittatoriale diede dei risultati di spessore in azienda e in pista. Sempre sopra le righe, Enzo riuscì, anche superando i limiti imposti dai regolamenti sportivi, a portare il Cavallino sino alle stelle.