Il bollo dell’auto è uno dei principali problemi dei guidatori in questi ultimi anni, ma c’è una piccola possibilità che si possa non pagare.
Le tasse sono una costante nella vita dei cittadini in Italia e queste non mancano di certo nemmeno nel mondo delle quattro ruote, con le automobili che hanno sempre nuove spese, con il bollo che è una di queste, ma ci sono dei casi dove non va pagato.
Ci sono dei casi infatti dove può capitare di dimenticarsi di pagare un importo e sappiamo bene come questo porterà in breve tempo a un rapido aumento del tasso d’interesse e della tanto temuta mora.
Non appena la Regione si sarà accorta del mancato pagamento del bollo manderà subito un avviso nel quale solleciterà il pagamento, anche perché questa tassa è regolarmente presente nell’Articolo 5 del Decreto Legge numero 953/82, ma può entrare in ballo la prescrizione.
Questo strumento infatti è spesso utilizzato a termini di Legge e moltissimi ne vogliono usufruire, per questo motivo sarà ben difficile che verrà tolta questa possibilità come in molti avevano proposto in tempi non sospetti.
La legge legata alla prescrizione sui pagamenti amministrativi è datata 1 gennaio 1983, anno in cui si decise che sarebbe stata questa forma nel momento in cui fossero passati almeno tre anni dal mancato pagamento.
Ci sono molte sentenze che hanno attestato questa decisione, con la prescrizione che è dunque diventata una delle armi più forte in possesso dei guidatori che hanno così cercato di evitare l’ingente pagamento del bollo.
A emettere certe sentenze sono state la Commissione tributaria di Taranto e della Regione Lazio e il fatto che non ci potesse essere una proroga rispetto a questi tre anni è stata sancita dalla Corte di Cassazione nel 1997.
Cosa accade però quando non si paga il bollo dell’auto e soprattutto come si fa a capire da quando iniziare a calcolare la prescrizione?
Prima di tutto per poter ricorrere alla prescrizione bisogna non aver pagato il bollo dall’1 gennaio dell’anno seguente all’ultima notifica fino al 31 dicembre di tre anni dopo a quella stessa data.
Non è però naturalmente così semplice la strada per poter mancare il pagamento del bollo, infatti dopo l’avviso di accertamento ci sarà il sollecito di pagamento, per poi passare alla cartella esattoriale fino all’ingiunzione fiscale.
Dunque la prescrizione serve nel momento in cui la vostra pratica dovesse essere stata in qualche modo persa, o quantomeno non considerata di primaria importanza, e allora l’assenza di questi quattro passaggi può portare alla prescrizione.
Questo atto deve essere per forza effettuato in un tempo entro i 30 giorni da quando l’ente ha emesso la sentenza, con il ricorso che deve essere presentato tramite PEC o raccomandata con ricevuta di ritorno.
In caso contrario si potranno aspettare 60 giorni, ma in quel caso bisognerà presenziare di fronte alla Commissione Tributaria.
Ricordatevi però come la prescrizione può anche essere utilizzata direttamente dall’Ente che recupera il bollo, infatti quest’ultimo strumento viene spesso utilizzato anche dalle Regioni stesse nel momento in cui un consumatore spende di più rispetto all’accordo precedente.
Ecco allora come mai in questo la prescrizione rischia di essere davvero un’arma a doppio taglio per il guidatore che non è sempre tutelato.
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