Non si placano le discussioni sul possibile ingresso di Andretti in F1. Dopo la Mercedes, anche la Red Bull si schiera a sfavore dell’americano.
Pur di dare credibilità e solidità al proprio progetto rivolto alla F1 Michael Andretti ha addirittura coinvolto il colosso General Motors, e in particolare la Cadillac. Eppure gli attuali team iscritti non ne vogliono sapere. Sebbene di recente il presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem si sia espresso a suo favore, dimostrandosi aperto ad accoglierlo, è dunque piuttosto probabile che non se ne faccia niente.
Nessuno vuole rischiare di perdere parte della torta che gli spetta, per una scuderia che non avendo tanto denaro a cui affidarsi potrebbe trovarsi in breve a gambe all’aria. Questo è stato il messaggio chiaro e tondo espresso subito dalle squadre. E questo è quanto ha ribadito Christian Horner.
Il boss della Red Bull contro Andretti, il motivo
Per il responsabile del muretto energetico, non basta avere un blasone e un nome forte alle spalle, per potersi unire ai fantastici dieci attualmente presenti.
“Andretti è un marchio grandioso. E quanto ha fatto Mario (il padre di Michael) quando correva in F1 è fantastico. Lo stesso vale per GM e Cadillac. Ma chi pagherà per il loro ingresso?“, la domanda del manager inglese riportata da Planet F1.
A questo proposito il marito di Ginger Spice ha buttato lì sibillino una riflessione. Ovvero che se McLaren e Alpine hanno dato il loro via libera, è solo per questione di mero interesse. In quanto entrambe sono in affari con loro negli States.
La paura è che un’equipe in più in pit lane le entrate diminuiscano. E ciò a detrimento dei più piccoli che già stanno soffrendo per via dell’inflazione. Ecco perché per il britannico sarebbe meglio seguire l’esempio di Audi la quale, anziché partire da zero, ha deciso di acquisire una realtà già esistente, ossia l’Alfa Romeo, o meglio la Sauber.
“Spero si possa trovare una soluzione. Perché sarebbero i benvenuti“, ha affermato ribadendo la necessità di perseguire due strade: il l’acquisto, o il franchising.
Per il 49enne è essenziale non buttare al vento quanto con fatica raggiunto ultimamente. “Per la prima volta in diciotto anni tutte le scuderie sono in buona forma dal punto di vista economico. Prima c’era sempre qualcuno a rischio insolvenza o bancarotta“, ha denunciato per rafforzare il proprio pensiero. La ragione di questa ripresa, sarebbe a suo avviso dovuta proprio alla stabilità del numero dei partecipanti, oltre che al budget cap e all’aumento della popolarità dello sport.
Giusto per non lasciare nulla al caso, il capo del garage di Milton Keynes ha fatto spallucce davanti alle dichiarazioni del successore di Jean Todt bollandole come irrilevanti. “Ai federali non interessa perché non ottengono entrate dai premi. Al contrario, più squadre ci sono più incassano in termini di tasse d’iscrizione. Ecco spiegato perché stiano spingendo per Andretti“, ha concluso reclamando una discussione seria e approfondita che coinvolga tutte le parti in causa, compreso chi detiene i diritti commerciali della serie.
Malgrado sia passato diverso tempo dallo scoppio del “caso”, la quadra sembra ancora piuttosto lontana dall’essere trovata. Di certo pare improbabile vedere altre due auto a stelle e strisce alla partenza della stagione 2024, come preventivato dal figlio di Piedone.