La 12 Ore di Bathrust ha visto trionfare la Mercedes del Sun Energy 1. Battuta la Porsche, mentre la BMW di Valentino Rossi è sesta.
In quel di Mount Panorama si è da poco concluso uno degli appuntamenti che gli amanti dell’endurance attendevano con maggior ansia, vale a dire, la 12 Ore di Bathrust. Purtroppo, dopo il Covid-19, la tappa australiana ha conosciuto un parco partenti abbastanza scarno, che quest’anno è leggermente andato a ricrescere, ma portando al via soltanto 24 vetture, poco rispetto a quello che si vedeva in passato.
Lo spettacolo non è comunque mancato, ed il pubblico ha apprezzato piazzando il nuovo record di presenze attorno al circuito, ben 53.446 tifosi in questo fine settimana. Per il secondo anno di fila, il successo è stato conquistato da una Mercedes, e stavolta è toccato alla #75 del Sun Energy 1 con Luca Stolz, Kenny Habul e Jules Gounon, un terzetto molto competitivo e ben assortito, ma che non era di sicuro il favorito tra gli equipaggi presentati dalla casa di Stoccarda in classe PRO.
La vittoria è maturata in un finale davvero pirotecnico, con la Porsche #912 di Matthieu Jaminet, Matt Campbell e Thomas Preining che si è dovuta accontentare della piazza d’onore, dopo una gara splendida ed in cui è stata l’unica in grado di impensierire lo strapotere delle AMG-GT3. Terza l’altra Mercedes, la #999 di Maro Engel, Raffele Marciello e Mikael Grenier, ovvero l’equipaggio che aveva messo a referto la pole position e che ha gettato al vento un successo che appariva alla portata.
Come dicevamo, ad essere determinante è stata l’ultima ora di corsa, che ha visto Engel protagonista di una tentata rimonta dopo un colpo di grande sfortuna. Il tedesco, autore del nuovo record della pista in qualifica, era tranquillamente in testa a 45 minuti dal termine, quando ha dovuto effettuare una sosta più lunga per cambiare il trasponder, obbligatorio da regolamento.
Questo lo ha costretto a cedere il passo alla Mercedes di Gounon, il quale ha poi dovuto guardarsi dalla rimonta del compagno di marca. I due sono poi venuti a contatto, con il poleman che ha avuto la peggio, incappando in un drive through e perdendo anche la seconda posizione, impedendo alla casa della Stella a tre punte di portare a casa la doppietta.
In classe PRO-AM il successo è stato appannaggio dell’Audi #65 del Melbourne Performance Center, affidata a Chaz Moster, Fraser Ross e Liam Talbot, i quali hanno tagliato il traguardo in settima posizione assoluta, un ottimo risultato. La categoria silver è stata vinta da un’altra R8 LMS, vale a dire la #10 dell’International Motorsports con al volante Andrew Fawcet, Dylan O’Keeffe e Daniel Gaunt.
Vi starete sicuramente chiedendo in che posizione ha concluso la corsa Valentino Rossi, che divideva la sua BMW M4 GT3 #46 con Maxime Martin ed Augusto Farfus. Il “Dottore”, al debutto assoluto alla 12 Ore di Bathrust, si è dovuto accontentare del sesto posto, mentre la gemella, la #32 di Charles Weerts, Sheldon Van Der Linde e Dries Vanthoor ha chiuso quarta, ai margini del podio.
Il pilota di Tavullia ha anche occupato per lunghi tratti la terza posizione nelle prime fasi di gara, ma si è poi chiaramente visto che le Mercedes e la Porsche avevano un passo del tutto diverso dalla loro BMW, che deve ancora crescere molto per sfidare le sue più grandi rivali. Quinta, in mezzo alle due M4 GTE, l’altra AMG-GT3 di classe PRO, la #888 di Shane Van Gisbergen, Broc Feeney e Maximilian Gotz.
La 12 Ore di Bathrust targata 2023 si apre nel segno della pole position della Mercedes #999 di Maro Engel, che nelle qualifiche del venerdì ha piazzato il nuovo record della pista di Mount Panorama, che resisteva da parecchi anni. Per le AMG-GT3, tuttavia, l’alba di Bathrust non è portatrice di buone notizie, visto che poco prima della partenza è stata comunicata una modifica al BoP che potrebbe rallentarle.
Infatti, alle vetture tedesche è stata aggiunta una zavorra di 10 kg, mentre qualche riduzione potrebbe favorire le Porsche, le Audi e le BMW. Parte della sesta piazza la BMW M4 GT3 #46 di Valentino Rossi, ma la partenza verrà effettuata da Augusto Farfus. Tanta voglia di fare bene per il team WRT dopo il primo e terzo posto di Dubai, anche se c’è da dire che il livello, qui in Australia, è forse più elevato in termini di rivali.
La partenza si svolge come da tradizione all’alba, con la Mercedes di Engel davanti alla gemella #888 di Maximilian Gotz, mentre è terza la Porsche #912 di Thomas Preining, davanti all’altra Mercedes #75 di Luca Stoltz. Al via tutti mantengono le loro posizioni, nel tentativo di scaldare al meglio le gomme, ma Goetz già al secondo giro cerca di farsi vedere nella scia di Engel. Parte forte Farfus che guadagna subito una posizione entrando tra i primi cinque, alle spalle della Mercedes di Stolz con una BMW che vuole essere della partita.
Dopo la prima sosta, la Mercedes di testa mantiene il dominio, con quella di Stolz che sale seconda davanti proprio alla BMW GT3 di Farfus, che approda in zona podio. La sarabanda dei pit-stop ristabilisce poi l’ordine, con Maxime Martin che rimpiazza il brasiliano al volante, su una vettura che comunque se la gioca tra i primi.
Sulla vettura di testa sale Mikael Grenier, con Gotz che rimane su quella in seconda posizione ed inizia, man mano, a recuperare terreno. Sulla Porsche che insegue c’è Matthieu Jaminet, impegnato nello scorso week-end nella 24 ore di Daytona. Purtroppo, occorre sottolineare che le Audi e l’unica Lamborghini al via fanno fatica, anche se Frederic Vervisch sulla R8 LMS #32 non si arrende e rimonta varie posizioni, sino a superare anche Martin per il quarto posto.
Grenier e Gotz si danno battaglia davanti a tutti, ma man mano dilapidano l’oltre mezzo minuto di vantaggio su uno scatenato Jaminet, che si avvicina guadagnando oltre un secondo al giro. Le vetture della casa della Stella a tre punte sembrano in difficoltà sulla gestione delle gomme, questo pur essendo, indiscutibilmente, le vetture più veloci di questo fine settimana.
Dagli on-board si vede benissimo la difficoltà di gestione del posteriore nella parte lenta della pista, e con le temperature che si alzano la situazione non sembra migliorare. Dopo poco più di due ore, Gotz apre la seconda tornata di soste, seguito dalla Porsche di Jaminet e dalla BMW di Martin.
Seguitissimo dalla regia, Valentino Rossi rimpiazza il belga e sale al volante della M4 GT3, intenzionato a dare la caccia ai primi della classe. Un incidente di una Porsche che si trovava nelle retrovie, la #4 di Stephen Grove, porta in pista la Safety Car, ed avviene un pasticcio sulla Mercedes di testa, che perde posizioni per una chiamata errata ai box.
Al comando passa, dunque, Shan Van Gisbergen sulla Mercedes #888, davanti alla Porsche di Matt Campbell ed alla BMW di Valentino Rossi, che ripartirà dalla terza piazza. Alla ripartenza è spettacolo, con Campbell che attacca il leader, il quale si difende alla grandissima in diverse occasioni.
Il “Dottore” cerca di infilarsi, ma non riesce a trovare spazio a causa di una sede stradale davvero ridotta. Va a muro, intanto, l’unica Lamborghini Huracan al via, la #6 di Adrian Deitz, che nell’impatto nella zona della montagna rompe una sospensione, cercando di riguadagnare i box subito dopo.
Con il passare delle ore, la superiorità di Mercedes e Porsche si fa sempre più evidente, sino alle schermaglie finali che hanno deciso i risultati della gara. Per Valentino Rossi si è trattato comunque di un buon esordio, privo di errori e che gli ha permesso di accumulare tanta esperienza.
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