La famiglia Agnelli è una delle più in vista d’Italia, spesso al centro di chiacchiere e mondanità. Ma dove sono sepolti i suoi membri?
Come di sovente accade per le famiglie importanti, magari di origine nobiliare, o con un passato di peso alle spalle che ha influenzato un’intera nazione, oggi passo falso e ogni successo vengono vissuti alla luce del sole. O almeno le fughe di notizie, fanno sì che tutto o quasi venga reso pubblico. Per quanto riguarda gli Agnelli, la stampa ci ha messo nel piatto vizi e virtù dei suoi rappresentati. Donne, alcol, sostanze stupefacenti, lusso sfrenato, sono state le costanti della parte maschile. Più in ombra invece le donne, in alcuni casi promotrici di rilevanti iniziative benefiche come Telethon.
Il motivo per cui questo cognome è tanto celebre, è ovviamente la FIAT. Fu Giovanni, nato a Villar Perosa nel 1866 a fondare nel 1899 l’azienda, inizialmente chiamata Fabbrica Italiana Automobili Torino. Da subito la compagnia riuscì a svilupparsi grazie all’amicizia che legava il patron a Giovanni Giolitti, motivo per cui tra il 1902 e il 1906 la produzione annua salì da 73 a 1097 veicoli, per una crescita del 72%.
Subito dopo però, una colossale crisi investirà il gruppo e lo stesso Agnelli sarà costretto alle dimissioni per un procedimento giudiziario aperto contro di lui per attività speculativa in Borsa. Gli anni ’20 videro la situazione appianarsi e per essere al passo con la concorrenza, il patron diede l’ordine di costruire uno stabilimento, il Lingotto. In quel periodo due tragedie personali porteranno il capostipite a ritirarsi momentaneamente dalle scene. La morte prematura dei figli Aniceta ed Edoardo.
Dove si trova la tomba della famiglia Agnelli?
Fu un parroco a sollecitarlo a proseguire nel lavoro. E così farà fino agli anni ’40 quando al suo posto subentrerà il nipote Gianni. Presidente dell’azienda di famiglia, nonché senatore a vita, sarà per addirittura 35 anni il sindaco di Villar Perosa, comune di poco più di quattromila abitanti della Val Chiasone.
Ed è proprio lì che riposa l’Avvocato. Più precisamente in via Juvarra, all’interno della cappella privata della famiglia che, solo in occasioni speciali viene aperta al pubblico.
Con lui, tra gli altri, anche la moglie Marella Caracciolo di Castagneto, stilista ed esperta di giardini, oltre che fine mecenate ed esperta d’arta.
Il fratello Umberto, legato soprattutto al calcio nelle vesti di presidente della Juventus. Il suo resta un record. Mai nessuno prima di lui, a soli 22 anni, era arrivato ad occupare un incarico così prestigioso. Impegnato altresì in politica, fu senatore tra le fila della Democrazia Cristiana.
La sorella Susanna, filantropa e imprenditrice, svolgerà il ruolo di Sottosegretario di Stato del Ministero degli Affari Esteri, nonché Ministro degli affari esteri nel Governo Dini tra il 1995 e il 1996, divenendo la prima donna in Italia a svolgere quella mansione.
E il nipote Giovannino. Laureatosi in Relazioni Internazionale, con tesi sul Medio Oriente, per competenza e serietà, era stato indicato come colui che avrebbe dovuto ereditare il timone della FIAT. Presidente Piaggio, oltre che produttore di vini, nel 1997 annuncerà pubblicamente di avere un tumore (una rara forma di cancro all’intestino). Malgrado la strenua lotta, morirà lo stesso anno a soli 33 anni.