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Com’è morto Dino Ferrari? La malattia che privò il Drake del figlio

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Giovanni Messi

Dino Ferrari è stato il primo figlio del Drake, che però scomparve troppo giovane a causa di una terribile malattia. Ecco cosa lo ha colpito.

La vita di Enzo Ferrari non è stata tutta rose e fiori come potrebbe suggerire la sua fama. Tanti sono i drammi che lo hanno colpito, ed il dolore più grande di tutti, con ogni probabilità, fu quello legato alla scomparsa di Dino Ferrari, il suo primo figlio, nato a Modena il 19 gennaio del 1932.

Dino Ferrari Enzo padre e figlio (ANSA)

Il suo vero nome era Alfredo, ma ben presto venne soprannominato Dino, e tutti erano soliti chiamarlo in questo modo. Era figlio di Enzo e della sua prima moglie, Laura Garello, ed a lui fu attribuita la costruzione del motore V6 di 1.986 cc, con il quale la Ferrari corse il campionato di Formula 2, che all’epoca era ben diverso da quello odierno, che è praticamente un monomarca dedicato soltanto ai giovani piloti.

Dopo la scomparsa di Dino Ferrari, lo stesso propulsore fu montato anche su alcune vetture stradali, come la Dino 246, che portano appunto il nome del figlio del Drake. Nel 1965, a quasi dieci anni dalla sua scomparsa, avvenuta nel 1956, gli venne intitolato anche un marchio, chiamato appunto Dino, che rimase in vita sino al 1980.

La morte di Dino avvenne a soli 24 anni e mezzo, ed è chiaro che non si potesse trattare di una scomparsa comune. Il figlio del grande Enzo, infatti, fu colpito da una terribile malattia che se lo portò via in pochissimi anni, lasciando un vuoto incolmbabile nella vita della famiglia Ferrari. Ecco cosa lo portò via.

Dino Ferrari, ecco il motivo della sua scomparsa

La vita di Dino Ferrari fu drammaticamente breve, in quanto, sin da giovanissimo, gli venne diagnosticata una forma di Distrofia di Duchenne, ovvero una delle più comuni distrofie muscolari in circolazione. I primi malori lo colpirono durante l’adolescenza, e si manifestavano con perdita di conoscenza ed improvvise cadute, a causa delle deboli gambe che non erano in grado di sostenere il peso del corpo per via della malattia.

La patologia che colpì e condannò a morte Dino Ferrari venne descritta, per la prima volta nella storia, da Gaetano Conte, un medico partenopeo, ma prese il nome di un altro medico francese che ne parlò in maniera più approfondita nel 1861. La malattia colpisce quasi soltanto i bambini maschi, e ne viene aggredito un giovane su 3500 per quello che riguarda i dati sull’incidenza.

All’epoca, chiaramente, trattarla era molto difficile, e Dino scomparve giovanissimo, il 30 giugno del 1956 in quel di Milano, quando aveva da poco compiuto 24 anni di età. Si trattò di un dolore immenso per il Drake, che non si riprese mai completamente da quella drammatica notizia, che lo segnò a vita.

A Dino è stato dedicato, così come al padre, il nome del tracciato di Imola, che proprio il grande Drake volle far costruire, soprannominandolo “Il Piccolo Nurburgring“, facendo ovviamente riferimento alla configurazione del Nordschleife e non certo a quella più moderna, che all’epoca neanche esisteva.

Con la morte di Dino, la Ferrari e l’Italia intera persero un grandissimo talento dell’ingegneria, un ottimo motorista ed un profondo amante del mondo delle quattro ruote. La sua precoce scomparsa, di tanto in tanto, viene paragonata a quella di Giovannino Agnelli, figlio di Umberto, che scomparve a soli 33 anni per un terribile tumore all’intestino, che non gli lasciò scampo nonostante le migliori cure possibili immaginabili.

Dino, come detto, fece davvero tanto in quei pochi anni che ebbe a disposizione, e nel celebre film dedicato a suo padre, che fu interpretato da Sergio Castellitto, nei primi anni Duemila, gli viene dato grande spazio, mostrando anche i tanti tentativi del Drake di curarlo nelle migliori cliniche del nostro paese. Purtroppo, di fronte ad una malattia così terribile ci fu poco da fare, ma il grande vecchio sfruttò comunque l’occasione per prendere spunto dalla malattia ed aprire un’associazione dedicata alla ricerca.

Il Centro prese il nome proprio dello sfortunato Dino, una struttura che è situata all’Università di Milano, che si occupa proprio di ricercare cure innovative per tutte le tipologie di distrofie muscolari. Venne fondato da Guglielmo Scarlato ed Enzo Ferrari in persona, nel 1981, circa sette anni prima della scomparsa del fondatore del Cavallino ed a 25 dalla morte di Dino.

Una splendida iniziativa, che, anno dopo anno, raccoglie sempre più consensi, nella speranza che, prima o poi, queste malattie possano essere rese sempre più controllabili, dando la possibilità a chi ne soffre di vivere una vita più normale possibile. In molti dovrebbero seguire l’esperienza di Enzo, che nonostante il terribile lutto non ha voluto mollare, traendone insegnamento.

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Giovanni Messi

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