Lo shakedown di tre giorni della MotoGP a Sepang si conclude con la Ducati di Michele Pirro al top. La Yamaha cresce sulla top speed.
La MotoGP ha riacceso i motori con lo shakedown di Sepang, in Malesia, dove sono scesi in pista i collaudatori in questi primi tre giorni di prove. Da venerdì, invece, si sarà finalmente spazio per i piloti titolari, impazienti di tornare in sella dopo un lungo stop, durato quest’anno per oltre tre mesi.
Dopo due giornate in cui si era vista al top sempre la Yamaha di Cal Crutchlow, al martedì è stato il turno del primo squillo di casa Ducati. Al comando, infatti, si è issato il tester Michele Pirro, che ha portato al top la Desmosedici GP23 girando in 1’59”803, offrendoci un crono decisamente più interessante rispetto ai primi due giorni.
La prestazione di Pirro è comunque più lenta di quasi due secondi rispetto alla pole position di Jorge Martin dello scorso ottobre, ma è sempre un bel segnale quando si chiude davanti a tutti. Il secondo miglior tempo, visto l’utilizzo di un altro transponder, è sempre del buon Michele, in 2’00”118.
Crutchlow è sempre nelle prime posizioni, ed i suoi test vanno in archivio con un crono finale fissato in 2’00”353. La Yamaha può comunque sorridere dando un’occhiata alle velocità di punta, visto che il tester britannico è riuscito a toccare i 335,4 km/h, battendo di 4 km/h quanto fatto lo scorso anno da Fabio Quartararo nel fine settimana di gara.
Pirro è riuscito a fare ancora meglio con la sua Ducati, issandosi al top delle velocità di punta con 336,4 km/h, ma è chiaro che la differenza è davvero pochissima se consideriamo i livelli della M1 della passata stagione. Ovviamente, come sempre accade nei test della MotoGP così come in ogni altra categoria del motorsport, non sappiamo quanto le squadre stiano spingendo e quali mappature di motore vengano utilizzate, ma il miglioramento rispetto allo scorso anno è innegabile.
C’è da pensare, infatti, che Quartararo fosse al massimo delle sue possibilità lo scorso ottobre, considerando che si stava anche giocando il titolo mondiale contro Pecco Bagnaia. Quanto visto oggi è davvero positivo per la casa di Iwata, segno che il lavoro dell’ingegner Luca Marmorini sta iniziando a dare i suoi frutti.
L’unico problema che si potrebbe dover affrontare e la gestione di una potenza maggiore in fase di erogazione, cosa che, se non ben gestita, potrebbe portare la moto ad essere nervosa in curva ed in trazione, portando ad un maggior consumo della gomma posteriore. Questo, tuttavia, è un aspetto che potremmo valutare soltanto nei fine settimana di gara.
MotoGP, inseguono KTM ed Aprilia
Augusto Fernandez, ancora alle prime armi in MotoGP, si conferma in gran forma, ed ha portato la sua KTM del nuovo team GasGas al quarto posto, girando in 2’00”482, davanti all’Aprilia del nostro Lorenzo Savadori che non è riuscito a far meglio di un 2’00”723, precedendo comunque una misteriosa Honda con Stefan Bradl.
Il tedesco si è fermato ad un 2’01”129 che sa tanto di sandbagging, visto che la moto giapponese è sempre stata troppo lontana dagli altri per essere vera. Nella seconda giornata, quella maggiormente influenzata dalla pioggia, il collaudatore teutonico è stato l’unico a non montare le slick nell’ultima ora e mezza, dove si è riusciti a girare con l’asciutto.
La sensazione è che la Honda stia preparando qualcosa di grosso per il fine settimana, quando arriverà Marc Marquez in sella alla RC213V. Il team diretto da Albert Puig potrebbe portare, secondo le indiscrezioni, 4-5 tipi di moto differenti, per permettere alla leggenda della MotoGP di trovare la quadra il più in fretta possibile.
Arrivati al termine dello shakedown, è davvero complicato fare delle valutazioni sui valori in campo. La sensazione è che potrà esserci molta battaglia, ma già l’arrivo in pista dei titolari potrebbe darci dei riscontri differenti e, magari, più chiari di quanto non si sia visto sino ad ora. La palla, adesso, passa in mano a coloro che vedremo in pista in campionato.