Il boss Red Bull Horner avrebbe avuto la chance di andare in Ferrari, ma ha risposto picche. Svelata la ragione del gran rifiuto.
Ebbene sì, al posto di Frederic Vasseur, poi messo sotto contratto dal duo dirigenziale della Rossa John Elkann e Benedetto Vigna, al muretto Ferrari avrebbe potuto arrivare Christian Horner. Quello che per anni (esattamente dal 2005) era stato il “nemico”, avrebbe potuto sbarcare in Italia. A fare tale confidenza è stato lui stesso raccontando di come lo stesso geniale progettista Red Bull Adrian Newey fosse stato richiamato dalle sirene modenesi, finendo poi per snobbarle.
A domanda se non gli fosse balenata l’idea di andare altrove, il marito di Ginger Spice ha negato in maniera secca. “Non mi è mai venuto in mente“, ha confidato ad AMuS. “sono qui dal principio, motivo per cui mi sento in un certo senso responsabile per il team. Lavoro con un gruppo fantastico e nono ho mai avuto la tentazione di andare via“.
Non è da escludere che la scomparsa improvvisa del fondatore Dietrich Mateschitz avvenuta lo scorso ottobre abbia cementificato ancor di più una partnership che non è azzardato definire gloriosa.
Dal momento della sua creazione, l’equipe si è è portata a casa sette numerosi titoli, dominando dal 2009 al 2013, spezzando il dominio Hamilton con Verstappen nel 2021 e facendo bottino pieno nel 2022. Almeno dal punto di vista sportivo, le ragioni per guardare in altri giardini sono dunque scarne.
Certo, a Maranello la visibilità sarebbe maggiore, ma si troverebbe a confrontarsi con una cultura piuttosto differente dalla sua, oltre che con un’altra lingua, senza dimenticare la grande pressione che a Milton Keynes, ovviamente non c’è.
“Ci tengo ad essere leale verso il brand e lo staff. Perché mai voler lasciare se si ha l’opportunità di collaborare con gente fantastica. E’ un onore che la Ferrari mi abbia domandato se volevo ricoprire il ruolo di capo del muretto. Tuttavia sono sicuro che anche con la soluzione trovata sapranno essere competitivi“, ha chiosato con un endorsement all’omologo francese, subentrato al posto di Mattia Binotto, uscito di scena malamente, tanto quanto lui stesso aveva orchestrato per l’addio dell’allora pilota di punta Sebastian Vettel a fine 2020.
Interrogato sulla possibilità di vedere un giorno negli uffici tecnici della fabbrica britannica, anche l’ingegnere italo-svizzero, trovatosi nel 2019 a svolgere un compito non suo, per una volta il 49enne si è mostrato in sintonia con il grande rivale Toto Wolff. Come lui ha definito improbabile un esito del genere, suggerendo, nell’eventualità, ovvero al termine del gardening leave che dovrebbe essere ultimato nel 2024, di rivolgersi a qualche equipe di secondo piano.
“Personalmente non saprei proprio in che area collocarlo“, ha asserito pungente. “Il campionato scorso deve essere stato complicato per accettare la sconfitta, visto che avevano fatto dei buoni progressi. Detto ciò scorrendo la griglia potrebbero presentarsi delle chance“.
Il quesito, va da sé, è inevitabile. Siamo sicuri che un tecnico a cui, a sorpresa, è stata data l’opportunità di gestire una squadra tanto importante, accetterà di rimettersi in gioco in una realtà non di primo livello, e magari costretta a lottare per la parte bassa della top ten? Il dubbio è inevitabile e decisamente concreto.
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