Ford ora vuota il sacco: ecco come gestirà la F1, fan a bocca aperta

Le parole della Ford giungono come un monito alla Red Bull. La partnership motoristica comincia già a fare acqua?

In occasione della presentazione della RB19 che parteciperà al Mondiale 2023 di F1, la Red Bull ha annunciato la collaborazione a partire dal 2026 con la Ford. Dopo la separazione dalla Honda che, all’improvviso, annunciò nel corso del 2020 di voler lasciare la griglia, la scuderia austriaca si è rimboccata le maniche e approfittando di un quantitativo di risorse non indifferente nelle sue casse, ha dato vita al dipartimento Powertrain sempre nel quartier generale di Milton Keynes.

Ford (Ansa)
Logo ufficiale Ford (Ansa)

Ovviamente non essendo nata per progettare propulsori, ma per vendere bibite gassate, la squadra si è presto messa alla ricerca di un’alternativa. Trovandola dapprima nella Porsche, salvo poi apprendere che l’intenzione dei tedeschi era acquisire il 50% del gruppo per avere diritto di imporre le proprie scelte tecniche e i piloti, e dunque far tramontare tutto, quindi negli americani.

Come ha tenuto a sottolineare il team principal Christian Horner il rapporto con la Casa dell’Ovale Blu sarà meramente sportivo e non andrà un millimetro oltre. Di conseguenza non verrà intaccata l’autonomia decisione dei vertici del team, creato nel 2005 dal compianto Dietrich Mateschitz sulle ceneri della Jaguar.

Ford detta i suoi piani, ecco come si comporterà

Giusto per mettere le cose in chiaro gli stessi statunitensi hanno precisato che il loro ingresso nel Circus sarà soft. Orientato sì ad aiutare gli energetici, ma senza metterci troppo denaro. Questo anche considerando il fatto che la fornitura della power unit, sulla carta fino al 2030, varrà pure per la sorella minore della Red Bull, ovvero l’Alpha Tauri.

Stando alle dichiarazioni di Mark Rushbrook, direttore globale nell’ambito motorsport del brand del Michigan, l’investimento non sarà da pozzo senza fondo. Al contrario sarà accorto e responsabile. Per un motivo semplice. La partecipazione in molteplici serie, oltre alla top class. Su tutte il WRC con M-Sport, la NASCAR e la Supercar australiana.

A dispetto della direzione che di sovente prendono le competizioni automobilistiche, non disponiamo di un budget illimitato. Dobbiamo muoverci in maniera strategica e ugualmente accorta“, ha ribadito.

Il rientro in una piattaforma tanto importante per le quattro ruote, che tra l’altro sta attraversando una fase particolarmente florida, avrà per il costruttore un doppio benefit: lo scambio di informazioni tra produzione e pista, ma altresì un buono spot per sé nel Vecchio Continente.

Ritengo che questo programma addizionale nelle corse ci porterà ad ottenere dei vantaggi rilevanti in termini di marketing. E’ senz’altro un’opportunità poter gareggiare ad un livello a cui non eravamo da molto tempo“, ha proclamato entusiasta.

Ma come sarà l’unità motrice che spingerà la Red Bull in occasione del debutto che coinciderà con l’ennesima rivoluzione regolamentare nella classe regina? Come per tutti gli altri produttori, anche per i debuttanti sarà un’evoluzione delle PU 1.6 litri turbo attualmente in uso. La novità riguarderà il carburante al 100% sostenibile, mentre sarà rafforzata la componente di sicurezza, nonché abbassati i costi.

Da qui al passaggio all’American engine, l’equipe delle bevande sfrutterà il prodotto base fornito dalla Casa di Sakura, e continuerà ad elaborarlo nella propria fabbrica. Ricordiamo che malgrado questa situazione emergenziale, la squadra è reduce da tre sigilli in due annate. Nel 2021 la coppa conduttori con Verstappen. Nel 2022, un nuovo riconoscimento tra i driver con Max e quello tra le marche, a porre fine al dominio della Mercedes.

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