La storia delle auto supera il secolo di vita. Ma quali sono state le tappe fondamentali? Quali le introduzioni rivoluzionarie?
L’automobile è croce e delizia dell’uomo contemporaneo. Status symbol o semplice strumento per gli spostamenti, ultimamente è diventata bersaglio degli ambientalisti, secondo i quali è la principale causa dell’inquinamento atmosferico. Sta di fatto che a fronte di un sistema pubblico alquanto arretrato e scarno, almeno in Italia, rappresenta tutt’oggi una salvezza.
Per andare alle radici della sua storia bisogna riavvolgere il nastro al 1769, a quando Nicholas Joseph Cugnot, intuì che ai carri di legno, fino a quel momento mezzo di trasporto se non unico, prediletto, poteva essere aggiunto un motore a vapore. Ma quali sono le altre tappe fondamentali verso la creazione delle macchine per come le conosciamo noi?
Le 10 principali innovazioni nel campo delle auto
La prima è la nascita del motore a combustione interna. L’idea è figlia di Eugenio Barsanti e Felice Matteucci, che registrarono il brevetto nel 1853. Per la vera e propria messa in opera, però, bisognerà attendere il 1875, quando Nikolaus August Otto si unirà a Gottlieb Daimler e Wilhelm Maybach. Il propulsore a Ciclo Otto, darà l’abbrivio a Karl Benz per dare vita alla Benz-Motorwagen. Primo tentativo di vettura.
Altra innovazione importante sarà la monoscocca o scocca portante. Ad introdurla, nel 1922 è la Lancia sulla Lamba. La struttura diventerà più leggera e facile da replicare. Dopo il debutto in versione cabrio, sarà Citroën a farla esordire in versione chiusa sulla Traction Avant, prodotta dal 1934 al 1957 in 760.000 esemplari.
Se i compressori ad azionamento meccanico faranno la loro comparsa nel 1878, l’utilizzo della turbina risale agli anni ’60 del 1900. Il boom delle auto turbo si avrà tuttavia nel decennio successivo quando faranno la loro apparizione in F1. Dal 2014, sempre nelle corse della top class, sarà la volta del turbo ibrido, grazie a cui sfruttando l’unità elettrica presente all’interno, si riduce il ritardo nella risposta del gas.
Sul finire del 1800 è avvenuta un’altra scoperta. L’alimentazione a iniezione, sebbene l’applicazione vera e propria si verificherà solo negli anni ’30 del 1900 tramite la NACA (quella che poi è diventata la NASA). Questa studiava i propulsori per gli aerei che nel corso della Seconda Guerra Mondiale si servivano dell’iniezione di una miscela di metanolo e acqua per aumentare la potenza e limitare la detonazione spontanea. Malgrado gli adattamenti dei carburatori per andare incontro alle esigenze ambientalistiche, questi ultimi verranno definitivamente soppiantati.
I primi passi della camera a scoppio emisferica ci riportano ad una parola gergale, “Hemi”, marchio di fabbrica della Chrysler. Cosa sta a significare? In pratica definisce la forma della camera di scoppio, simile ad una semisfera. I primi passi li muoverà ad inizio del ‘900. Per quanto riguarda i benefici sono diversi. Ad esempio, rende minima la perdita di calore attraverso la testa e consente l’inserimento di due valvole. Per quanto concerne il brand americano produrrà tre evoluzioni dal 1951. L’ultima è datata 2003. Oltre ai V8, avranno questo accorgimento pure i V6 e 4 cilindri in linea. Altre Case applicheranno questa architettura nella Second a Guerra Mondiale per i cacciabombardieri. A causa della complessità dell’uso di più valvole per cilindro, questa soluzione verrà abbandonata per la produzione di massa.
La frenata rigenerativa è storia dei giorni nostri. I motori al 100% verdi, anziché assorbire potenza, la generano. Ovviamente ciò comporta un incremento della forza utile per far girare lo stesso propulsore. Trascinato dall’inerzia del mezzo si comporta, dunque, come un freno che crea impedimento alla rotazione delle ruote. Tale fenomeno fisico può essere sfruttato per rallentare e bloccare l’auto stessa. Il principio, di per sé, è tutt’altro che moderno, visto che già era in uso nelle ferrovie nel 1886, oltre che negli veicoli di natura elettrica Krieger a partire dal 1890. Oggi è tornato in voga a seguito dell’ampio sviluppo delle vetture full electric.
La frenata è un momento essenziale della guida. Per implementare la stabilità di un veicolo un ingegnere della Mercedes Frank Werner-Mohn ebbe un’intuizione, innescata da un incidente che lo vide coinvolto, quando finì in un fosso durante un test sulla neve nel 1989. Quest’idea, ovvero l’ESP, venne adottato per la prima volta sulla Classe S del 1995. E da allora utilizzato ovunque. In realtà i sistemi antibloccaggio ABS, erano già stati sperimentati in forma meccanica nell’aviazione del anni ’20, nella fattispecie da Gabriel Voisin ed evoluti a livello elettronico sul Concorde. Trai pionieri nel mondo della prduzione delle auto la solita Chrysler, la Ford e la FIAT, il cui brevetto Anti-skid fu poi ceduto a Bosch.
Se le gomme delle prime automobili erano sottili e leggere, pian piano hanno acquisito peso e grandezza, motivo per cui si rese necessario un dispositivo che aiutasse il guidatore a ruotare il volante. Il servosterzo verrà elaborato alla fine del 1800, ma soltanto negli anni ’30 del 1900 si verificherà un vero progresso, grazie al contributo di Francis Davis. La consacrazione arriverà nella Seconda Guerra mondiale sui mezzi pesanti, prima di essere sdoganato su tutti i generi di veicoli.
Anche per il cambio a doppia frizione bisogna tornare agli anni ’30. Più precisamente al 1939 quando Adolphe Kégresse comprese che l’uso di due cambi meccanici, uno per le marce pari e uno per le dispari, collegati a due frizioni differenti, portava a velocizzare i vari passaggi. Questo perché gli ingranaggi del rapporto successivo erano già in presa e bastava attivare una frizione e chiudere l’altra. Il sistema però non riscuoterà particolare successo. Anzi, sarà usato sporadicamente e soltanto nel contesto delle competizioni, almeno fino al 2003 con la Golf VR6.
Ultimo elemento di novità la scocca in fibra di carbonio. Nel 1934 le monoscocca veniva creata adottando materiali di derivazione aerospaziale. L’avvio della produzione di serie, seppur limitata, avverrà nel 2013 con la BMW i3 elettrica. A fronte di un motore più pesante, l’uso di materiali compositi leggeri, ha consentito di rendere il powertrain più prestazionale. Di deve all’italiana Lamborghini, un importante step evolutivo nella tecnica produttiva, con l’introduzione del Forged Carbon. Composto da piccole particelle di carbonio unite assieme, si pone l’obiettivo di incrementare i numeri di pezzi rilasciati, anche se oggi siamo ancora un po’ indietro da questo punto di vista. Non è da escludere che con la necessità di mettere sul mercato perlopiù auto elettriche, si riuscirà a rendere più capillare e presente questa tecnologia.