Mir, primo approccio alla Honda: ecco com’è andata

Nella sua terza giornata in sella alla RC213V, lo spagnolo Mir sembra aver capito un po’ di più della Honda, anche se i tempi non ci sono.

Al secondo giorno di test sul circuito di Sepang Joan Mir accenna un leggero sorriso. Il maltempo ha evidentemente influenzato la sessione, ma lo spagnolo al debutto quest’anno sulla complicata Honda dopo anni di Suzuki, è riuscito a completare 36 giri da sommare ai 53 coperti venerdì. Per adesso di miracoli non ne sono successi e la RC213V sembra essere né più, né meno quella dello scorso campionato.

Joan Mir (Ansa Foto)
Joan Mir su Honda HRC (Ansa Foto)

Lo stesso Marc Marquez, forse finalmente rientrato dopo le vicissitudini legate al braccio destro, non è stato in grado di sfiorare la top 10.

Il 25enne di Palma di Maiorca ha chiuso il turno di sabato al 16esimo posto con il crono di 159″632, contro l’1’58″736 di Jorge Martin su Ducati. Ieri, invece, si era fermato in 17esima piazza a 1″36 dal migliore Marco Bezzecchi pure lui su Desmosedici.

Mir guarda al futuro con ottimismo

Complessivamente, quindi c’è stato un progresso anche se minimo. E chissà, forse se l’acqua non fosse arrivata a disturbare i programmi delle squadre, magari, qualche altra posizione l’avrebbe potuta recuperare.

È un peccato per la pioggia, in quanto ci ha impedito di provare tutto quello che avremmo voluto“, ha confidato a caldo. “Con quello che ci è stato possibile testare è stato comunque possibile fare un passo avanti. Adesso sono più vicino ai primi“.

Il passaggio dalla gestibile GSX-RR, all’indomabile moto della HRC si è fatto sentire eccome. Come confermato dall’iberico analizzando e comparando le sensazioni alla guida.

Si tratta di mezzi molto diversi tra di loro, motivo per cui ho dovuto adattare il mio stile. Ad esempio devo attaccare di più nella seconda fase della frenata E pure l’elettronica funziona in maniera differente“, ha commentato individuando nei settori citati, esattamente i punti in cui si è notato uno step verso una maggior comprensione di quello che sarà il suo ufficio per i prossimi mesi.

Nella gerarchia combinata dei riscontri cronometrici i due hondisti ufficiali sono vicini. Sintomo che in questa fase il potenziale espresso dalla loro RC213V è quello. E che dunque, molto deve essere ancora fatto per risalire dalla terribile crisi che ha colpito il marchio dopo i guai fisici che hanno investito il Cabroncito.

Più o meno, io e Marc facciamo gli stessi tempi. Dai dati o potuto vedere che lui frena ed entra in curva molto bene“, ha argomentato.

Da qui a fine marzo quando comincerà il Mondiale in Portogallo, i due dovranno lavorare sodo per trovare delle soluzioni utili per essere maggiormente incisivi sulla tornata secca e sulla distanza.

Personalmente sto provando diverse novità, specialmente riguardanti l’aerodinamica, e questo complica la ricerca della prestazione pura. Normalmente se ci si trova a proprio agio, basta montare una gomma nuova e si riesce a spremere al massimo la moto“, ha terminato la riflessione sul suo percorso finora con i colori Honda.

Domani, ultima giornata di battaglia in Malesia, prima del prossimo appuntamento fissato per il 10 marzo a Portimao, sulla pista sede del primo gran premio dell’annata.

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