Dopo la tre giorni malese i due piloti Yamaha hanno lanciato un nuovo grido d’allarme. Ma il team manager Meregalli pensa comunque positivo.
Nove moto su dieci nell’ultimo giorno di test a Sepang erano italiane, ossia Ducati e Aprilia. Solo la Honda di Marc Marquez al decimo posto ha interrotto la lunga sequela di tricolori in classifica. Segno che la MotoGP parla sempre più la nostra lingua. E se per noi è un bene, per gli altri non lo è affatto. La KTM ha fatto vedere un buon potenziale, ma chi finora ha deluso veramente sono Yamaha e Honda. Le moto giapponesi hanno portato in pista tante novità e qualche passo in avanti c’è stato realmente solo per il marchio dei tre diapason, con una velocità di punta che finalmente sembra essere simile a Ducati. Ma la M1, per ovviare a questo problema ora è più lenta in curva e soprattutto continua ad avere un comportamento anomalo con le gomme nuove, quando c’è da fare il giro veloce. Un vero colpo al cuore, soprattutto dopo le dichiarazioni incoraggianti dei primi giorni.
Insomma la Yamaha sembra essere piombata al punto di partenza o quasi, con vecchi difetti che sono tornati a palesarsi anche con il prototipo della moto 2023. E questo non ha fatto altro che rendere decisamente scontenti Fabio Quartararo e Franco Morbidelli, che speravano invece in una riscossa del marchio nipponico per dare finalmente l’assalto al Mondiale e alla Ducati.
Anche Maio Meregalli, team manager Yamaha, sperava in un primo test finalmente all’altezza delle aspettative. Anzi, sperava solo di parlare del nuovo motore della Yamaha e della velocità di punta finalmente decente della M1. Ma ahimè, Quartararo e Morbidelli hanno ammesso per velleità di vittoria. Alla presentazione della nuova stagione, aveva detto: “Tecnicamente dobbiamo essere più veloci. Dal punto di vista strategico, dobbiamo evitare gli errori. Ci saranno 42 gare, essere costanti sarà la chiave per vincere il titolo“. Per ora il primo grande obiettivo sembra essere lontano dall’essere realizzato.
Ma dopo la tre giorni malese, Meregalli ha cercato quantomeno di indorare la pillola e smorzare un po’ le polemiche: “Il programma di questo test è stato molto fitto – ha detto a MotoGP.com -. Sfortunatamente è piovuto quasi ogni giorno e non siamo stati in grado di valutare tutte le novità. Certo, da un lato siamo contenti, ma dall’altro lo siamo un po’ meno perché ci sono ancora alcuni elementi, alcuni importanti, da rivalutare o valorizzare a Portimao“. Quindi qualcosa di positivo c’è e tutto il potenziale è ancora da esplorare per Yamaha? Meglio così, anche se a sentire i piloti non sembra proprio che tiri una buona aria.
Ma Meregalli ha spiegato bene come stanno le cose: “Avevamo tre obiettivi, il motore, l’aerodinamica, ma anche cercare di trovare l’agilità in curva che ci è mancata negli ultimi due anni. Quindi penso che ci siamo impegnati molto in ogni area e abbiamo già confrontato i motori e i pacchetti aerodinamici. Ma purtroppo non abbiamo provato un telaio nuovo e un forcellone diverso, perché il meteo non lo ha permesso“. Quindi queste due nuove componenti, messe insieme a tutto il resto, dovrebbero riuscire a risolvere i problemi emersi? E’ quello che sperano in Yamaha. Ma intanto uno abbastanza grosso è stato risolto e non è da poco, secondo il team manager: “Abbiamo davvero deciso per il motore, dato che ne avevamo due leggermente diversi, ma a ogni pilota piaceva lo stesso, quindi almeno l’argomento principale è risolto. Probabilmente dovremo rivalutare a Portimao non la maggior parte degli elementi aerodinamici ma alcuni“.
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