Gli appassionati della MotoGP ammirano, ogni domenica, i centauri a velocità assurde. I bolidi della top class hanno una accelerazione incredibile.
Quante volte, vedendo una partenza di una gara di MotoGP, vi sarete incuriositi sullo scatto da fermo di una moto 1000cc dei migliori centauri del mondo. I prototipi utilizzati nella classe regina presentano 250 CV di potenza bruta. Persino il campione della Superbike, Alvaro Bautista, ha sognato di poter salire in sella ad una MotoGP di ultima generazione.
La moto più veloce è la Ducati. Da 3 anni la casa di Borgo Panigale è la migliore, avendo collezionato 3 titoli costruttori di fila. Era, però, sempre mancato il rider giusto per portare a casa il riconoscimento più importante. Pecco Bagnaia, nel 2022, ha fatto valere lo strapotere tecnico del missile rosso, celebrando il suo primo mondiale in top class. L’italiano è stato in grado di rimontare 91 punti al rivale della Yamaha, Fabio Quartararo.
A fare la differenza è stata la potenza sul dritto e l’agilità della Desmosedici. Nessun competitor ha raggiunto il livello tecnico del gioiello di Dall’Igna. Sotto il profilo aerodinamico il geniale ingegnere veneto ha stravolto la MotoGP con soluzioni tecniche inimitabili. In tanti hanno cercato di imitare le innovazioni, ma non sono riusciti ad ottenere i medesimi risultati. Tra cucchiaio, abbassatore, alette e appendici varie la GP23 ha alzato, ulteriormente, l’asticella, come è emerso nei primi test malesiani del 2023.
Lo scatto delle MotoGP
Il segreto della Rossa è sotto la carena. Il motore 4 tempi, V4 a 90°, raffreddato a liquido con distribuzione desmodromica con doppio albero a camme in testa e 4 valvole per cilindro, è un masterpiece. La moto risulta agile nei tratti misti e una scheggia sui rettilinei. Se nei cambi di direzione, anche Aprilia, KTM, Yamaha e Honda possono avvicinarsi alla stabilità della Ducati, nessuna moto è in grado di raggiungere le top speed record della Desmosedici, ad oltre 360 km/h.
Per raggiungere un tale livello di eccellenza, la casa di Borgo Panigale si è avvalsa dei migliori tecnici e dei migliori componenti al mondo. Carburante: Shell Racing V-Power. Lubrificante: Shell Advance Ultra 4. Scarico: Akrapovič. Trasmissione finale: Catena D.I.D. Telaio: Doppio trave in lega di alluminio. Da elogiare, naturalmente, la Ducati Seamless Transmission finale a catena. L’alimentazione è ad iniezione elettronica indiretta, quattro corpi farfallati con iniettori sopra e sotto. Farfalle gestite dal doppio sistema Ride By Wire.
Forcella rovesciata Öhlins con foderi in carbonio ed ammortizzatore posteriore Öhlins, con regolazione di precarico. Sospensioni top. Elettronica? Centralina Marelli programmata con Software Unico Dorna. I cerchioni sono Marchesini in lega di magnesio. I freni sono Brembo con doppio disco anteriore in carbonio da 340mm con pinze a quattro pistoncini. Disco posteriore singolo in acciaio con pinza a due pistoncini. Gli pneumatici, invece, sono Michelin, anteriore e posteriore Ø17″.
Un concentrato di tecnologia estrema con una carena, interamente, in fibra di carbonio. La Ducati è da sempre sinonimo di eccellenza, ma con il passaggio al Gruppo VW, ha alzato l’asticella. A Borgo Panigale possono dormire sogni tranquilli. La GP23 sembra poter avere i numeri per dominare anche nella prossima annata. Una MotoGP attuale si aggira intorno alla cifra stellare di tre milioni di euro.
Da fermo, lo 0 a 100 km/h è coperto in circa 2,5 secondi. Una accelerazione, davvero, non per deboli di cuore. A rendere una scheggia una MotoGP è anche il peso leggero sulla bilancia, appena 157kg per la Rossa. Da 0 a 100 km/h lo scatto anche delle altre competitor è simile. Abbiamo preso come riferimento la Ducati perché è il bolide numero 1, al momento, e da italiani possiamo solo andarne fieri.