I primi test stagionali della MotoGP hanno messo in luce quello che è un problema che purtroppo tutti temevano. E che va risolto alla svelta.
In Malesia è andata in scena la prima sessione di test invernale della MotoGP. E a far notizia è stato l’ennesimo flop di Honda e Yamaha, che sembrano avere ancora un ampio gap nei confronto della Ducati campione del Mondo. La GP23 ha già eguagliato le prestazioni della moto che l’ha preceduta ed è pronta nelle prossime settimane a far vedere tutto il suo potenziale. Le altre per ora (tranne Aprilia, che sembra aver fatto un bello step in avanti) sono alle prese con diversi problemi. KTM con un motore ancora scorbutico e un’aerodinamica in stile F1 tutta da comprendere, mentre le scuderie giapponesi hanno portato tante novità ma solo poche hanno dato sensazioni positive ai piloti.
La Honda sembra quella realmente rimasta ferma al palo, con diverse soluzioni in chiave 2023 già scartate da Marc Marquez ma soprattutto un gruppo di lavoro che non sembra ancora aver capito che direzione prendere per lo sviluppo della MotoGP di quest’anno. La Yamaha invece ha avuto buoni riscontri da motore e aerodinamica, che hanno permesso di recuperare un po’ del gap da Ducati nei rettilinei, ma qualcosa si è perso in percorrenza curva. C’è però un fattore che ha terrorizzato Fabio Quartararo e Franco Morbidelli, ossia la gomma morbida per tentare il time attack: come lo scorso anno, la M1 fatica a mandarla in temperatura e a sfruttarla. E questo è un problema non di poco conto.
MotoGP, c’è un allarme che è scattato dopo i test
Il test di Sepang è servito anche da palcoscenico a Michelin e ai team MotoGP per testare i nuovi sensori LDL che monitoreranno in tempo reale la pressione delle gomme dei piloti della classe regina. Dal 2017 tutte le moto del campionato sono obbligate a montare un sensore di questo tipo, ma ora tutti i marchi utilizzeranno esattamente lo stesso modello per evitare possibili discrepanze e garantire che nessuna superi i limiti imposti da Michelin.
Lo scorso anno infatti fece scalpore la notizia che diversi team avevano disputato più del 50% del loro tempo in gara con pressioni al di sotto degli 1,9 bar indicati come limite dal costruttore di pneumatici. Il fatto che diversi piloti abbiano usato frequentemente pressioni di 1,7 e 1,8 bar ha scatenato un dibattito interno in MotoGP su come controllare le pressioni. E la decisione unanime è stata quella di installare quest’anno sensori identici su tutte le moto (infatti finora ogni team utilizzava i propri) per effettuare il monitoraggio in tempo reale delle pressioni. L’idea è che, durante i primi tre Gran Premi della MotoGP di quest’anno, non verranno imposte sanzioni per il mancato rispetto del limite di pressione (1,9 per la gomma davanti e 1,7 per quella dietro), ma a partire dalla gara di Jerez la Dorna è pronta a sanzionare chi non rispetterà i limiti.
Sebbene il pneumatico posteriore di solito non vari sostanzialmente in corsa, quello anteriore sì. E lo dimostrano i dati del 2022. Dopo aver testato i nuovi sensori in Malesia, il parere dei piloti è stato quasi unanime. Tutti sono favorevoli a monitorare meglio la pressione delle gomme, ma il limite di 1,9 bar imposto dalla Michelin è ritenuto insufficiente, tenendo conto che poi, in gara, la pressione della gomma anteriore può salire di oltre 0,5, rovinando le prestazioni e creando problemi di sicurezza.
Il coro dei piloti e unanime
“Non ha molto senso per la gomma anteriore tenere certi standard, perché c’è molto poco spazio per aumentare la pressione dell’aria. Questo significa un serio rischio di caduta, soprattutto in gara, quando le gomme si surriscaldano quando si guida in gruppo“, ha detto Alex Marquez. Mentre Marco Bezzecchi ha sottolineato “quanto sia pericoloso andare con una pressione delle gomme molto alta. Bastano 0,2 bar in più per iniziare ad avere problemi con la gomma. Spero che questa regola non diventi ufficiale, per la nostra sicurezza. Dobbiamo cercare di trovare un equilibrio, penso che possiamo trovarlo tra quello che vuole la Michelin e noi piloti“.
Anche il sudafricano Brad Binder è di questo avviso: “Nei test, la pressione della gomma anteriore non è mai troppo bassa perché non hai una moto davanti, quindi la pressione è normale. Se l’avversario davanti ti prende 1″, allora non hai problemi. Ma se sei incollato alla sua ruota posteriore, allora la pressione della gomma anteriore può improvvisamente aumentare di 0,5 bar“.
Per ora sembra che la Michelin sia disposta a ridurre il limite di pressione della gomma anteriore da 1,9 a 1,88, ma resta da vedere se team e piloti accetteranno questo nuovo parametro. Mentre Dorna ha già aperto alla possibilità di allungare il periodo per testare questa nuova regola.