Morbidelli si avvicina alla stagione 2023 con una spada di Damocle sulla testa. Il capo della Yamaha Jarvis lo ha messo sull’avviso.
Vice-campione del mondo 2020 Franco Morbidelli aveva attratto su di sé i riflettori e soprattutto le attese, ma per una serie di ragioni non sarà poi in grado di mantenere lo standard di performance raggiunto in quella stagione. La ragione è anche fisica, in quanto l’operazione al ginocchio subita che lo ha portato a perdere cinque gare, gli toglierà l’opportunità di confermarsi.
Diciannovesimo al termine dell’annata 2022 con appena 42 punti contro i 248 del compagno di squadra Fabio Quartararo, peggiorerà ulteriormente la propria posizione all’interno del team tanto da meritarsi una strigliata mediatica dal responsabile del box Lin Jarvis.
Pur riconoscendo il potenziale dell’italo-brasiliano, il manager britannico lo ha sollecitato ad una svolta. La concorrenza è tanta, e se a partire dal Portogallo il prossimo fine marzo non si dimostrerà in grado di tornare quello di un paio di anni fa, allora potrà dirsi a rischio.
Morbidelli fuori dal team Yamaha?
In un Mondiale decisamente a trazione Ducati, se non altro per il numero di moto schierate, Morbido, dovrà davvero rimboccarsi le maniche se vorrà mantenere la sella per il 2024. A dirlo chiaro e tondo è stato lo storico dirigente della Casa del Diapason a Motorsport.com.
“Ha bisogno di buoni risultati. Questo è un mondo molto competitivo“, ha dichiarato facendo intendere che non può esserci conferma, se non si porta a casa niente. A rendere ancora più arduo il lavoro di quest’anno, l’assenza di equipe satelliti, utili per aiutare quella factory a sviluppare la moto.
“Con due soli piloti è necessario che siano veloci entrambi. Ne consegue che, se saprà dimostrare di esserlo, non ci saranno motivi per mandarlo via“, ha ribadito il concetto che solamente tramite prestazioni di rilievo potrà esserci un lieto fine in questa storia.
Purtroppo per adesso le buone notizie tardano ad arrivare. Nei test pre-stagione di Sepang, la M1 ha palesato ancora evidenti limiti, specialmente sul giro secco. Un handicap rilevante che ha lasciato perplesso lo stesso Diablo. Meglio invece è andata sulla distanza, anche se il romano, rispetto al francese, è apparso un po’ più in difficoltà.
Nel complesso però c’è stato un progresso e il 28enne ha dato prova di essere maggiormente reattivo. “Mi ha dato soddisfazione vederlo di nuovo veloce. Era già accaduto in parte lo scorso campionato“, ha analizzato il 64enne, parzialmente rincuorato seppur timoroso. “Alla fine, non si può perdere improvvisamente il talento. Probabilmente si era solo smarrito“.
Insomma, anche per le vicissitudini di salute, il campione di Moto 2 del 2017 ha deluso le aspettative e ora dovrà per forza di cose riscattarsi. “Sappiamo tutti come funziona questo sport“, ha puntualizzato l’inglese con un monito finale. “Il mio lavoro è anche quello di conoscere le alternative che offre il mercato e penso di saperle vagliare bene. Questo principio, comunque vale per i piloti, ma altresì per gli ingegneri e le altre figure”, ha quindi tentato allargare il discorso. “Detto ciò, in questo momento, la nostra priorità è lavorare con lui e mettergli a disposizione il meglio”, il proposito definitivo.