Nella storia solo pochi rider sono riusciti nell’impresa di conquistare un successo nella top class del Motomondiale e nel Mondiale SBK.
Vincere è una gioia che spetta ad un numero ristretto di piloti, ma conquistare dei trionfi in due classi differenti è per pochi eletti. La MotoGP e la SBK sono le categorie regine del motociclismo. Riuscire ad arrivare così in alto già richiede delle skill di altissimo profilo. Vi sono, naturalmente, delle analogie tra le due principali sfide del mondo delle due ruote, ma anche numerose differenze.
In MotoGP i centauri si danno battaglia su prototipi progettati appositamente per le gare della classe regina, senza una finalità produttiva. Le Superbike, invece, sono moto derivate da quelle di serie, ma con l’aggiunta di alcuni elementi specifici per la pista. Il passaggio dalla MotoGP all SBK è, decisamente, più semplice del contrario. L’evoluzione delle moto attuali ha portato ad un uso spasmodico dell’elettronica. Per questo motivo tanti grandi campioni della top class si sono lamentati delle attuali performance al limite e della mancanza di sorpassi.
L’aerodinamica dei prototipi è stata spinta all’estremo, determinando velocità di punta mai toccate prima. Le moto della SBK, invece, sono figlie dei progetti immessi sul mercato. L’evoluzione è enorme anche in quel caso, ma non così impattante nelle dinamiche di sorpassi. Il peso dei bolidi della MotoGP è ridotto al massimo per l’uso della fibra di carbonio e di componenti leggerissimi. Nelle Superbike sono presenti ancora elementi in acciaio. I motori sono diversi, così come le sensazioni alla guida. I prototipi della classe regina, infatti, sono ideati per il campionato, non ragionando sull’eventuale commercializzazione per il pubblico.
SBK, i centauri con un passato in MotoGP
Nella scorsa annata in SBK ha vinto Alvaro Bautista sulla Ducati. Lo spagnolo, campione del mondo della 125 nel 2006, ha scelto di lanciarsi in Superbike dopo anni avari di soddisfazioni in MotoGP. La Panigale V4R del campione è una 4 tempi, 4 cilindri a V di 90°, 1000 di cilindrata. Distribuzione: Desmodromica, 4 valvole per cilindro. Raffreddamento a liquido. Telaio: Front frame in alluminio. Gestione motore: Centralina accensione-iniezione Magneti Marelli MLE. Alimentazione: Iniezione elettronica, corpi farfallati motorizzati indipendenti a sezione ellittica. Iniettori Continental con farfalla aerodinamica, 2 iniettori per cilindro. Scarico Akrapovič 4 in 2 in titanio, 2 silenziatori in titanio. Potenza massima 235 CV a 16000 giri/min all’albero per una top speed di 315 km/h.
La cilindrata della MotoGP è di 1.000cc e supera i 250 CV. La Ducati Desmosedici, campione del mondo nei costruttori e nei piloti con Pecco Bagnaia, ha un motore 4 tempi, V4 a 90°, raffreddato a liquido, distribuzione desmodromica con doppio albero a camme in testa, 4 valvole per cilindro. La velocità massima è di 360 km/h. Le MotoGP prima del 2002 erano 500cc. Bautista a TMW: “Ho chiesto a Ducati di provare la MotoGP”.
Max Biaggi è il pilota che più è andato vicino a conquistare il titolo mondiale in entrambe le categorie. Dopo essere arrivato 3 volte secondo nella classe 500cc/MotoGP (1998 con Honda e 2001 e 2002 con Yamaha) ha celebrato due titoli in SBK (2010 e 2012 con Aprilia). Mick Doohan, cinque mondiali in top class, avrebbe potuto farcela. L’australiano prese parte a quattro gare nel WSBK, vincendone tre, prima di passare alla classe 500cc.
Altri campioni della 500cc/MotoGP come Nicky Hayden e Marco Lucchinelli hanno provato l’impresa senza riuscirci, vincendo comunque delle gare. John Kocinski, Troy Bayliss e Ben Spies, campioni del mondo in Superbike, hanno vinto delle corse in MotoGP.