Le auto ibride sono ormai di diversi tipi. Ma perché è ancora preferita all’elettrico? E perché consente di spendere di meno?
Le normative sempre più stringenti in termini di inquinamento, stanno portando il mondo dell’automobile a trasformarsi. E’ infatti ormai piuttosto frequente vedere Case che rinunciano alla produzione di modelli a benzina o diesel per passare direttamente all’elettrico o all’ibrido, oggi favorito dagli utenti per varie ragioni.
Ma in che cosa consiste l’ibrido? Che si tratti di plug-in, mild o full, la risposta è sempre la stessa. Il propulsore termico è accompagnato da uno elettrico che consente di risparmiare qualche euro in termini di consumi.
Auto ibride, quali differenze
Nella nostra analisi partiremo dalle MHEV, ovvero dalle ibride leggere, che si discostano di poco dalle macchine che abbiamo utilizzato finora. In questo caso il propulsore elettrico che supporta quello a combustione è piccolo e si presenta come un alternatore-starter attivato a cinghia. Il suo ruolo è quello di produrre corrente quando freniamo o rilasciamo l’acceleratore, nonché di garantire l’accensione o lo spegnimento del motore termico tramite la funzione start/stop.
L’energia accumulata in una piccola batteria agli ioni di litio con funzionamento a 12 o 48 Volt, come detto, viene restituita in fase di accelerazione o riavvio. Gli esemplari più in voga in Italia di questa tipologia sono la FIAT Panda Hybrid e la FIAT 500.
La domanda a questo punto è, perché investire denaro su un mezzo del genere? Intanto la parte termica può essere sia benzina, sia diesel, così come c’è possibilità di scegliere il cambio manuale o automatico. Non vi è bisogno di adattare lo stile di guida. E il peso non è tanto maggiore a quello di un veicolo comune. Il prezzo è solo leggermente più alto. Non bisogna dotarsi di colonnina privata per la ricarica e nemmeno recarsi a quelle pubbliche. Si è immuni alle restrizioni.
Gli unici possibili difetti sono un risparmio minimo o quasi nullo in termini di carburante ed emissioni. E la probabile assenza di bonus e agevolazioni per l’acquisto.
La seconda variante, è quella HEV, ibrida a tutto tondo, un motore termico affiancato ad uno elettrico in grado di abbattere del tutto la CO2 almeno fino ad esaurimento della batteria. Il recupero dell’energia ripristina la carica in poco tempo, per cui in città ci si può spostare tranquillamente senza inquinare. Inizialmente il sistema era in parallelo, ciò significa che i due propulsori erano connessi alle ruote fornendo il movimento. Poi si è passati a quello in “serie/parallelo”, con l’unità termica in grado di produrre corrente. Mentre adesso domina quello in “serie” dove la spinta alle ruote arriva dalla parte elettrica, con quella a carburante classico ridotta a mera generatrice di energia.
Qui i benefici sono diversi. Economici per prima cosa, sul fronte consumi. Non bisogna dotarsi di colonnine o affidarsi a quelle comuni. Non si subiscono restrizioni di alcuna sorta. I contro sono invece, i costi di acquisto. Poco risparmio in autostrada. Lo stile di guida deve essere accorto.
Infine l’ultimo gruppo riguarda le plug-in. Le più efficienti in assoluto, avendo tra l’altro un pacco batterie decisamente voluminoso. Ciò consente di azzerare i consumi quando si va in elettrico, e renderli minimi con quello termico. Senza contare la salvaguardia dell’ambiente.
In questo caso i vantaggi riguardano l’ottimo rapporto consumi/prestazioni. L’applicabilità su diesel e benzina. La presenza di agevolazioni fiscali e incentivi statali. L’assenza di restrizioni. Purtroppo però, se ci si trova con la batteria scarica si andrà a consumare e inquinare molto. Il peso del veicolo è importante. Il costo non a buon mercato. Utilizzo quotidiano, o quasi, del cavo di ricarica.