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Formula 1

Ferrari, ecco il pilota che ha battuto Leclerc e Schumacher: che record

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Giovanni Messi

In Ferrari hanno corso i più grandi piloti nella storia della F1, anche se non tutti sono riusciti a vincere. Oggi vi diamo un dato curioso.

Mancano poche ore al via dei test invernali di Sakhir, dove il 5 di marzo partirà il mondiale di F1 targato 2023. In queste ore, Charles Leclerc e tutta la squadra Ferrari è arrivata in Bahrain, nell’attesa di sprigionare la cavalleria della neonata SF23. La nuova Rossa, che sarà affidata anche a Carlos Sainz, sembra avere davvero tutto per fare bene, e sarà importante partire subito forte.

Ferrari Charles Leclerc e Michael Schumacher battuti in un dato (ANSA)

Dall’ultimo titolo mondiale piloti, conquistato da Kimi Raikkonen nel 2007, sono trascorsi ormai qualcosa come 16 anni, ed il 16 è lo stesso numero di Leclerc. Chi crede nel fato o nella cabala, dunque, può ben sperare, anche se il cammino verso Abu Dhabi deve ancora iniziare, ed ancora non abbiamo la minima idea sul potenziale di queste nuove vetture. La Red Bull e Max Verstappen sono i grandi favoriti, ma attorno a questa nuova SF23 c’è un ottimismo che da tempo non si respirava.

Anche la Mercedes andra tenuta d’occhio, in un’ipotetica battaglia a tre che già sta facendo sognare i fan. La Ferrari dovrà comunque sudare per vincere, ed oggi vi racconteremo una curiosità che riguarda la precocità dei piloti di Maranello. Siamo sicuri che in pochi conosceranno questo aneddoto.

Ferrari, Ricardo Rodriguez il più giovane ad aver corso

Charles Leclerc ha debuttato con la Ferrari al Gran Premio d’Australia del 2019, chiudendo in quinta posizione una gara difficile per il Cavallino. All’epoca, stava iniziando la sua seconda stagione in F1, ed aveva 21 anni e 152 giorni. Si tratta di un’età davvero incredibile per salire su una Rossa per la prima volta, eppure non è lui il più giovane di sempre ad averlo fatto.

Infatti, nel Gran Premio d’Italia del 1962, esordì su una vettura del Cavallino, in quel di Monza, un giovanissimo talento messicano, che corrisponde al nome di Ricardo Rodriguez. All’epoca, il sudamericano aveva 19 anni e 208 giorni, battendo, dunque, per quasi due anni il rampante monegasco.

A Ricardo e suo fratello Pedro è intitolata la pista di Città del Messico, ovvero l’Autodromo Hermanos Rodriguez, due ragazzi che hanno significato tantissimo per l’automobilismo di questo paese. Entrambi hanno conosciuto una fine disgraziata, visto che il suddetto Ricardo morì a soli 20 anni, il primo novembre del 1962, durante una prova al volante di una Lotus proprio sul suo tracciato di casa.

Suo fratello conobbe orribile fine quasi un decennio più tardi, avendo trovato comunque più fortuna in carriera, riuscendo a vincere il Gran Premio del Sudafrica del 1967 al volante di una Cooper T81. La sua morte avvenne l’11 luglio del 1971, sul tracciato del Norisring, in Germania, in una gara del campionato Interserie, al volante di una Ferrari 512M. Venne poi sepolto accanto a suo fratello Ricardo a Città del Messico.

Per quanto riguarda Michael Schumacher, invece, il suo debutto in Rosso avvenne al Gran Premio d’Australia del 1996, quando aveva da poco compiuto 27 anni, per cui ad un’età ben più avanzata rispetto ai due che abbiamo messo a confronto in precedenza, per poi vincere di tutto e di più negli anni successivi.

Tornando a Leclerc, va detto che è divenuto il più giovane pilota nella storia della Scuderia modenese a conquistare una pole position, portandola a casa nel Gran Premio del Bahrain del 2019, all’età di 21 anni e 155 giorni, secondo soltanto a Sebastian Vettel in termini di dati assoluti, che fece meglio a Monza nel 2008 sulla Toro Rosso, avendo all’epoca 21 anni e 72 giorni.

In seguito, Charles fece ancora meglio, divenendo il più giovane di sempre a vincere una gara in Rosso, imponendosi al Gran Premio del Belgio all’età di 21 anni e 10 mesi, battendo il record di Jacky Ickx che resisteva da ben 51 anni, dal lontano 1968. Insomma, Leclerc ha tutto per fare la storia, ed ora non resta che cercare di mettere le mani sull’agognato titolo mondiale che manca da troppo tempo a Maranello.

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Giovanni Messi
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