L’Unione Europea ha messo nero su bianco che dal 2035 non potranno più essere vendute auto a benzina e diesel. Ma l’Italia è pronta?
Ormai è deciso. Fra dodici anni nessun costruttore di automobili potrà vendere veicoli a motore endotermico. A definirlo è stata la UE con il chiaro intento di rendere a zero emissioni l’intero parco macchine presente sulla terra entro il 2050. Un proposito lodevole e condivisibile. Ma come lo hanno preso gli abitanti dello Stivale? E soprattutto, come valutano le macchine elettriche?
Stando ad un’inchiesta portata avanti da Areté lo scorso gennaio, solo un utente su cinque sarebbe disposto ad acquistare un mezzo full electric, tra l’altro a patto di non spendere molto.
Auto elettriche e italiani, cosa dice l’inchiesta
Ma entriamo nel dettaglio. Da quanto si apprende il 20% degli intervistati si è detto disposto a convertirsi alla tecnologia al 100% verde, ma solo se l’auto in questione costa meno di 30.000 euro.
Considerato che ad oggi il mercato dell’elettrico interessa il 2,6% della popolazione tricolore, è chiaro che la questione prezzo incida e non poco sulla scelta. Dunque, per rispondere alla domanda che si è posta la società di consulenza nel campo dell’industria automobilistica, gli EV piacciono, ma è ancora troppo prematuro pensare ad un passaggio in massa, specialmente perché malgrado il governo stanzi dei bonus ed incentivi, la soglia posta dalla maggior parte degli automobilisti esclude un’importante fetta di modelli.
Per converso, a suscitare interesse è proprio il risparmio sui consumi, tanto che il 63% degli interpellati già in possesso di una vettura elettrica, ha motivato la scelta con il dispendio minore di denaro che implica la ricarica di energia rispetto al carburante e una minor esigenza di occuparsi della manutenzione del veicolo. Diversamente delle normali autovetture, quelle elettriche non necessitano di molti controlli e la maggior parte delle componenti sono meno sollecitate e dunque durano più a lungo.
Sempre dall’indagine emerge che un italiano su tre ha comunque avuto modo di guidarne una. Mentre il 22% è certo che la prossima macchina che comprerà sarà dotata di batterie. Addirittura il 44% ha dato per scontato che acquisterà un ibrido.
Per il 23%, evidentemente lo zoccolo duro dei fedeli delle auto ad alimentazione normale, il piano è di restare sull’antico. Con il 9% che ha affermato che opterà per un diesel, alla faccia dei divieti sempre più severi e stringenti adottati nelle grandi città.
A questo proposito il punto che tiene vivo lo scetticismo è quello relativo all’autonomia (il 47%), e alla scarsa presenza di colonnine di ricarica (31%).
Come si compra lungo lo Stivale
L’ultimo interrogativo posto è di natura pratica. Ovvero come i nostri connazionali preferiscono acquistare una macchina. Ebbene, il 68% predilige il salone. Il mezzo va visto e magari provato. E il prezzo finale trattato. Solamente l’11%, invece, si è detto pronto ad affidarsi all’online.
“I dati che emergono registrano un interesse crescente per la mobilità elettrica, ritenuta una soluzione efficace soprattutto per spostarsi in città“, il commento del presidente di Areté Massimo Ghenzer. “Lo stesso, però si scontra con il potere d’acquisto limitato delle famiglie italiane, motivo per cui non vi è un significativo aumento delle immatricolazioni come, invece, sta accadendo per la tecnologia ibrida“.
Le alte somme richieste le le vetture alla spina, quindi, spaventano, e portano gli automobilisti ad indirizzarsi verso tipologie con un costo più abbordabile, favorendo in questa maniera i marchi che arrivano dall’Asia.
“Le Case cinesi che possono contare sulla disponibilità delle materie prime necessarie e, in generale, su costi di produzione decisamente più bassi, stanno prendendo piede in maniera considerevole. Senza contare i tempi di consegna ridotti e più in linea con le aspettative dei consumatori“, ha completato il quadro il manager.