Nelle scorse settimane ha fatto rumore la vendita di una Kawasaki a un prezzo stellare. Ma ha una storia davvero molto particolare.
Nel mondo di oggi ci sono marchi che hanno fatto la storia delle due ruote e che ancora ci emozionano con modelli incredibili. Basti pensare a Honda, Yamaha, Ducati, Harley-Davidson, solo per citarne alcune. C’è da dire però che negli anni Ottanta però tra le più richieste ed emozionanti c’erano le due ruote giapponesi, con modelli che hanno letteralmente lasciato un segno indelebile, tanto che ancora oggi rimangono dei punti di riferimenti. E alcune, proprio per questo motivo (ma non solo), sono entrate nell’immaginario collettivo anche per essere state utilizzate sul grande schermo. Tra queste c’è anche quella di una casa giapponese che ha da sempre stata il simbolo di sportività: parliamo della Kawasaki, che ancora oggi è all’avanguardia per moto sofisticate, anche a livello tecnologico.
Il 1984 è stato descritto da George Orwell come un anno apocalittico. Fu un periodo di grande tensione tra i Paesi della NATO e quelli del Patto di Varsavia, ma ci ha regalato anche una moto fantastica che è la Kawasaki GPZ 900 R Ninja. E’ passata alla storia perché aveva una linea rivoluzionaria e audace, tanto quanto lo era all’epoca la Suzuki Katana. Il suo punto distintivo era il suo motore: per la prima volta, una motocicletta di serie montava un quattro cilindri in linea raffreddato a liquido con testata a 16 valvole.
La GPZ aveva una cilindrata di 908 cc ed erogava 115 CV, uno dei più potenti all’epoca. Presentava inoltre un nuovo sistema di distribuzione, portando la catena dalla consueta parte centrale al lato sinistro di esso e questo permetteva di ottenere un motore più stretto e anche una più facile manutenzione. Poi correva, eccome se correva: 243 km/h e accelerava tra i 400 ei 1.000 m più velocemente di qualsiasi altra moto dell’epoca. Basti pensare che per il debutto sul circuito di Laguna Seca Wayne Rainey girò in 1’16 con una Ninja di serie. A rendere questa moto ancor più “desiderabile” ci pensò il film “Top Gun” (1986), con Tom Cruise, protagonista della pellicola, che girò alcune scene cult con questo modello.
Kawasaki, una GPZ 900 R Ninja da urlo
Quando una moto del genere ancora oggi appare in strada è sempre un’emozione. E i fan del marchio Kawasaki, oltre che i collezionisti, la cercando ancora. Tanto che quando raramente alcuni modelli appaiono nelle aste, i prezzi lievitano velocemente. Ed è accaduto anche a Las Vegas recentemente, dove a finire in vendita è stato un modello davvero molto particolare.
Infatti è stata battuta una GPZ 900 R Ninja di pre-produzione, ossia la prima Ninja della storia che è uscita dalla fabbrica giapponese. Ma l’ulteriore particolarità è che non è mai stata immatricolata per girare sulle strade, ma è stata semplicemente di rappresentanza. Si tratta di una moto ferma da 39 anni, anche se è stata vista al Guggenheim di Bilbao, Orlando, Memphis, Chicago, Las Vegas e a New York nel 1998, nella mostra “The Art of Motorcycling”.
Il suo contachilometri segna solo 5,8 miglia, tutte fatte spingendola, mentre la spostavano nei musei, senza avviarla. Questa Kawasaki era di proprietà di John Hoover, ex manager della sezione USA del marchio giapponese. La sua storia è particolare perchè di solito gli esemplari di pre-produzione sono sempre distrutti, non essendo omologati per essere immatricolati e meno che meno guidati. E allora come è sopravvissuta? Il suo ex proprietario ha confessato che ha trascorso diversi anni nei magazzini Kawasaki in California, fino a quando non è stata ritrovata da lui stesso. La moto era finita a Los Angeles ed era stata esposta al momento del suo lancio mondiale nel 1984, e da lì è andata dritta nel magazzino.
Hoover l’ha scoperta solo nel 1992 ed è riuscito ad acquistarla grazie a qualche magheggio (visto che in realtà non aveva veri documenti). Sta di fatto che l’ha tenuta a casa fino allo scorso anno, quando poi ha deciso di venderla all’asta a inizio 2023. Ed è stato un trionfo. Basti pensare che è stata battuta per 55 mila dollari, una cifra enorme visto e considerato che non sarà comunque utilizzabile od omologabile per andare su strada. Magari chissà, chi l’ha presa ci si siederà sopra e ogni tanto chiuderà gli occhi e penserà di essere Maverick in Top Gun.