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Parcheggiatori abusivi: come difendersi, cosa dice la legge

Published by
Chiara Rainis

In molte città italiane c’è un problema rappresentato dai parcheggiatori abusivi. Cosa fare, cosa dice la normativa e a chi rivolgersi.

Non è infrequente per cittadini o semplici turisti trovarsi ad avere a che fare con i parcheggiatori abusivi, posizionati in punti chiave dei centri urbani per raggranellare qualche soldo, in maniera illecita, da chi cerca un posto dove lasciare la macchina in sosta. Solitamente non hanno preferenze. Che le aree siano a pagamento o libere, loro si presentano assicurando una sorta di servizio di sorveglianza in cambio di qualche spicciolo. Si tratta ovviamente di una truffa. Ma spesso si finisce per cedere all’insistenza per paura di ritorsioni (dispetti perlopiù) sul proprio veicolo.

Parcheggiatori (AdobeStock)

In realtà questo fenomeno non è solamente nostrano. I luoghi interessati da questa spiacevole abitudine sono soprattutto latini. Dalla Spagna, al Portogallo. Dal Messico, al Brasile, ma pure in Francia, nelle città dove la malavita è più presente come Marsiglia. O ancora nei Paesi asiatici dove la corruzione di qualsiasi genere è piuttosto diffusa.

Dunque, nel nostro approfondimento cercheremo di capire come comportarsi quando ci si imbatte in questi malandrini. Cosa dice la legge e se vi sono dei riferimenti nel Codice della Strada.

Parcheggiatori abusivi, come difendersi, cosa fare

Parcheggiare può essere una professione, ma per esercitarla occorre avere le dovute autorizzazioni. Non ci si può improvvisare. Ed è esattamente questa la principale differenza tra i custodi, di solito in forza nelle zone di sosta private, e gli abusivi, presenti nelle vicinanze di piazzole in strada, pronti ad accalappiare l’automobilista di turno.

Ma dove si rischia di incontrare questi personaggi? Solitamente nei posti più frequentati. Quelli dove c’è aggregazione e i parcheggi latitano. Fuori dai cinema, dai teatri, dai ristoranti, dai locali della movida e perfino all’esterno dei cimiteri. Per tentare l’approccio agitano le mani indicando le piazzole vuote, per fare in modo che il conducente sia portato ad allungare qualche soldo per il “favore” fatto.

Come detto, non avendo alcun permesso non bisogna prestare attenzione, ma ignorarli, perché sicuramente non ci stanno aiutando e neppure cureranno la nostra auto proteggendola dai vandali nel periodo in cui ci assentiamo.

Cosa dice la normativa

Stando alla legge chi esercita la pratica di parcheggiatore abusivo è passabile di multa. Se poi vi sono degli atteggiamenti aggravanti si può sconfinare addirittura nel penale.

Cosa significa questo, dunque? Vuol dire che chiunque ha avuto un incontro ravvicinato con certi individui, potrà segnalarlo alle autorità. A quel punto le forze dell’ordine avranno facoltà di fare un sopralluogo e se ritenuto necessario procedere a sanzione pecuniaria, oltre che sequestro delle somme ottenute in maniera illecita dagli automobilisti.

Per quanto concerne il valore della multa, questa varia da un minimo di 769 euro fino ad un massimo di 3095 euro. Se poi si tratta di un caso di recidiva, quindi il posteggiatore era già stato colto in flagranza, la sanzione può essere raddoppiata. Lo stesso trattamento viene riservato alla persona anche se minore.

Al di là della segnalazione diretta alla polizia, quanto mai raccomandata, ci si può affidare al web, collegandosi al sito iparcheggiatori.it, raggiungibile anche attraverso la app disponibile sia per smartphone Android, sia per iPhone. Il portale presenta una mappa dell’Italia suddivisa per zone colorate. Si parte dal verde chiaro per arrivare al rosso scuro, dove è più fitta la presenza degli abusivi. La buona notizia è che tranne in poche città, i numeri sono irrisori.

E’ importante rilevare che questo servizio è reso possibile grazie alle segnalazioni degli utenti, che, appunto sul sito indicano la città, la via e l’orario di avvistamento. Eventualmente è altresì possibile specificare se il fare del parcheggiatore è minaccio o pericoloso, così da mettere in allerta chi magari deve recarsi in quelle strade.

Lo spinoso tema degli abusivi è stato trattato, in più occasioni, dalla Corte di Cassazione. La sentenza più nota e che ha fatto giurisprudenza è la numero 15936 del 2013. Questa stabilisce come l’attività di parcheggiatore abusivo, pur avendo i presupposti di un illecito amministrativo, non possa essere definita un reato. Lo diventa, invece, nel caso di minacce al conducente con annessa pretesa di denaro. In questa maniera l’azione si trasforma in estorsione. E può portare alla detenzione da cinque a dieci anni, oltre ad una multa tra i 1000 e i 4000 euro.

Parcheggiatori abusivi, cosa stabilisce il Codice della Strada

Consultando il CdS, per trovare un articolo ad hoc su questo genere di “violazione” bisogna andare al 7 comma 15-bis. Il testo è questo: “Salvo che il fatto costituisca reato, coloro che esercitano senza autorizzazione, anche avvalendosi di altre persone, o determinano altri ad operare privi di validazione l’attività di parcheggiatore o guardiamacchine sono puniti con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 769 a 3095 euro”.

Se sono impiegati dei minori o se l’individuo è stato già sanzionato per la stessa violazione con provvedimento definitivo allora, prosegue il testo “si applica la pena dell’arresto da sei mesi ad un anno e dell’ammenda da 2000 a 7000 euro. Mentre è sempre disposta la confisca delle somme percepite“.

Ricapitoliamo, quando l’abusivo compie un reato

Come ci dice la normativa, fare i parcheggiatori senza autorizzazione non è un reato, ma può diventarlo in alcuni frangenti. Ad esempio se ci troviamo davanti ad un caso di recidiva, per cui da semplice illecito amministrativo, si passa al penale. Se ad effettuarlo è un under 18, magari su delega di un adulto. In caso di minacce, pure in maniera velata, rivolte all’automobilista, che se non paga vedrà distrutta o rovinata la sua vettura. A seguito di un tentativo di estorsione. O truffa. In quest’ultimo frangente, il soggetto si finge un custode autorizzato, mostrando un tesserino di riconoscimento fasullo con il fine di ingannare il malcapitato.

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Chiara Rainis

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