Sta vivendo un periodo d’oro la F1 che, nell’ultimo anno, ha visto le sue casse rimpinguarsi come mai primi. Ecco tutti i dati.
Liberty Media ce l’ha fatta. La sua primigenia volontà di trasformare la F1 da sport a un mero spettacolo, si è concretizzata. Ingolfando il calendario e portando le vicende del paddock (molte recitate e dunque finte) su Netflix nella celebre serie Drive To Survive, la massima categoria a ruote scoperte ha fatto il botto. Diventata celebre ovunque e conquistato un tipo di pubblico, anche in termini di età, fino ad una manciata di anni fa irraggiungibile, ha vissuto un 2022 da ricordare.
Rispetto al pre-pandemia i tifosi sono stati 5,7 milioni, con un incremento del 36%. Dunque, decisamente una bella notizia per chi la preziosa “baracca” la deve condurre. Non serve essere matematici per capire che più seguito, equivale anche a più denaro incasso. Ed infatti pure i ricavi ne hanno goduto, aumentando del 20%. Più precisamente si è passati da 2,136 a 2,573 miliardi di dollari. Mentre il reddito operativo della categoria, ovvero quello resta dopo il pagamento delle squadre e le altre eventuali spese, è balzato da 92 a 239 milioni di dollari.
Per quanto concerne le scuderie, oggi unite contro l’ingresso di un’undicesima realtà per evitare di vedere scemare i propri introiti, hanno ottenuto 1,157 miliardi di dollari, mentre nel 2021 erano stati 1,068 miliardi.
Complessivamente il Circus ha incamerato il 14% in più rispetto alla passata stagione. Numericamente da 1,850 miliardi di dollari si è saliti a 2,107 miliardi così suddivisi: il 28,6% per i diritti di promozione delle corso, il 36,4% per i diritti mediatici e il 16,9% per le sponsorizzazioni.
Ma cosa ha aiutato la massima categoria ad esplodere? A quanto pare hanno influito anche i maggiori compensi derivati dalle manifestazioni, di cui tre fuori dall’Europa e il ritorno degli spettatori in tribuna. Gli abbonamenti alla F1 TV hanno fatto il resto, assieme all’ingresso di nuovi partner.
Per merito di Flavio Briatore, entrato nel clan dirigenziale per occuparsi di vip e ospiti, il Paddock Club, operativo in diciannove eventi, ha fatto il botto. L’inflazione ha dato una mano a far crescere i costi per i trasporti. E pure un maggior numero di attività collaterali hanno contribuito ai floridi conti della top class.
Per converso va segnalato l’incremento dei costi balzati da 421 a 593 milioni di dollari, parte dei quali spesi per il GP di Las Vegas, di cui il Grande Circo come ente sarà l’organizzatore.
Tuttavia, l’aumento dei ricavi si è accompagnato a un incremento dei costi nella loro generalità, passati da 421 a 593 milioni di dollari in varie aree, compresa una somma sostanziale (19 milioni di dollari) già impegnata dalla F1 per il GP inaugurale di Las Vegas di quest’anno, di cui è anche promoter.
Un grosso aiuto è stato altresì rappresentato dall’importante presenza sui social, che ha visto coinvolti soprattutto i giovanissimi.
“Vogliamo continuare a costruire il coinvolgimento dei fan attraverso trasmissioni di alta qualità, con contenuti migliorati su F1 TV, i canali social e le nuove esperienze immersive come F1 Arcade ed F1 Exhibition“, ha spiegato il CEO Stefano Domenicali, sventolando, per concludere, la bandiera della sostenibilità, quale principale ragione di aggancio di colossi dell’automotive come Audi e Ford, pronti ad unirsi alla compagnia a partire dal fatidico 2026.
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