Il sette volte campione del mondo, Lewis Hamilton, ha fatto un appello infuocato contro i provvedimenti che la Federazione vorrebbe prendere.
Lewis Hamilton trova sempre il modo di far parlare di sé anche al di fuori della pista. Le sue battaglie sociali e contro il razzismo hanno infastidito, probabilmente, alcuni vertici della Federazione Internazionale dell’Automobile negli ultimi anni.
Affrontare tematiche come il BLM o questioni legate alla politica e alla religione sta diventando un problema per i vertici del Circus. Sarebbe opportuno che un pilota pensasse, principalmente, alle dinamiche della pista ma non esclusivamente alla F1. E’ altrettanto sbagliato imporre delle limitazioni ad una libertà di pensiero su temi della vita in generale.
Forse negli ultimi anni le questioni legate ad aspetti collaterali al Motorsport come l’ecologia hanno avuto un impatto a dir poco stridente nel contesto sportivo di monoposto di F1. In Formula E sarebbe stato diverso. Il circus ha corso in zone del mondo dove avrebbe fatto meglio a tenersi a distanza; tuttavia, il mondo globalizzato dovrebbe garantire una massima trasparenza sui temi.
F1, Hamilton senza freni in Bahrain
È un’epoca dove la libertà di parola è a portata di tweet, ma al tempo stesso si fa sempre più fatica a manifestare idee e scelte scomode o meglio in controtendenza rispetto al mainstream. La Formula Uno potrebbe essere il teatro ideale per trattare temi forti e alla vigilia della 74esima stagione. Mercedes W13, ecco quando arriveranno gli sviluppi: corsa contro il tempo.
“Al 100% stiamo andando nella direzione sbagliata, è in contrasto con ciò che ho cercato di fare con la mia squadra negli ultimi anni. Ci sono ancora persone che non credono e che non capiscono l’importanza di avere un ambiente inclusivo, e penso che il nostro lavoro nell’evidenziare gli aspetti positivi che ciò può avere non possa essere fermato”, ha annunciato Lewis, come riportato da Motorbox. La Mercedes W13 era pericolosa? Arriva l’ammissione del boss.
Hamilton ha spiegato che il CEO della F1, Stefano Domenicali, ha fatto un lavoro straordinario, orientato ai giusti valori del Motorsport. L’imolese ha spiegato che in F1 i piloti dovranno fare attenzione in Bahrain, in Qatar e l’Arabia Saudita, realtà dove i diritti umani sono ancora calpestati rispetto ad altri Paesi, ma ciò comporta, secondo il CEO, a confrontarsi con un mondo molto diverso.
“Non saprei dire se da quando la Formula 1 frequenta questi posti la situazione sia migliorata o peggiorata. Per quanto mi riguarda sono negli ultimi anni ho iniziato a capire sempre di più le difficoltà che le persone comuni affrontano in paesi come il Bahrain e l’Arabia Saudita – ha aggiunto Lewis Hamilton – penso che la Formula 1 abbia una responsabilità, e se andiamo in questi Paesi abbiamo il dovere di sensibilizzare e cercare di lasciarvi un impatto positivo. Questa visione non è sempre stata condivisa all’interno dello sport, sia che si tratti di team, sia di persone in posizioni di potere, ma occorre sicuramente fare di più, senza dubbio. Come, ce lo dirà il tempo”.