La MotoGP sta per iniziare, ma si sta palesando uno scenario preoccupante. Ecco quali sono i rischi per i team che partecipano.
In ambito MotoGP la stagione sta per cominciare, e nelle ultime ore è arrivata una notizia che non fa ben sperare molte delle squadre partecipanti. La sensazione generale, tuttavia, è che la nuova annata partirà nel segno della dittatura Ducati, in piena continuità con ciò che abbiamo visto nella seconda parte del 2022.
Sin qui si sono disputati soltanto i test di Sepang, che però sono stati sufficienti per far intravedere le forze in campo. Rispetto allo scorso anno, la casa di Borgo Panigale ha dato prova di aver fatto bene i compiti a casa e di aver imparato la lezione, presentandosi con una moto che è un’evoluzione della precedente e non una rivoluzione.
Così facendo, la messa a punto è stata molto più rapida, mentre le prove invernali dello scorso anno, disputate a Sepang ed a Mandalika, furono un vero e proprio disastro. La cosa fu poi confermata dalle prime gare, in cui la Ducati dell’anno precedente fu ben più performante, come dimostrato dai trionfi di Enea Bastianini a Losail e ad Austin. Nel frattempo, Pecco Bagnaia arrancava nelle retrovie, senza mai riuscire a raggiungere la zona podio sino al Gran Premio di Spagna.
La nuova Ducati iniziò a funzionare proprio da Jerez de la Frontera, avviandosi al dominio che poi andò a contraddistinguere la seconda parte di campionato. La MotoGP, tuttavia, si augura che lo scenario sia ben diverso nel 2023, perché un’altra dittatura delle Rosse farebbe crollare un interesse già di per sé molto limitato in questa fase storica.
Nel frattempo, la top class del Motomondiale dovrà ora affrontare un’ulteriore problematica, che di certo non era prevista, ma che potrebbe avere un importante impatto almeno sulle prime gare. In questo momento, è proprio il caso di dire che piove sul bagnato, ma le cose potrebbero sistemarsi.
MotoGP, ecco cosa può succedere nel 2023
La MotoGP è alle porte, ma in questi giorni si sta palesando un problema non da poco, che è legato alla crisi dei semiconduttori. Dal lontano 2016 ormai, tutti i costruttori che prendono parte alla top class del Motomondiale utilizzano la stessa centralina, fornita dalla Magneti Marelli, e la mossa venne stabilita dagli organizzatori per evitare che qualcuno acquisisse dei vantaggi importanti a livello di elettronica.
Secondo “Motorsport.com“, la crisi dei semiconduttori starebbe causando un problema non da poco, ed anche le stesse centraline hanno subito dei ritardi nelle consegne. Nel 2023, dopo l’addio alla versione ECU delle centraline, verrà introdotta una nuova specifica, chiamata BAZ, che è contraddistinta da una maggior potenza.
La novità era attesa al debutto per i test della MotoGP di Sepang, ma la cosa non è andata a buon fine, visto che le 44 centraline non sono state consegnate. Infatti, i 22 piloti ne hanno a disposizione una per andare in pista ed un’altra di riserva, ma in Malesia, la nuova centralina non è stata consegnata per dei ritardi imprevisti.
Questo ha portato la Magneti Marelli ad una scelta, ovvero quella di fornirla soltanto ai team ufficiali, ed è lì che è avvenuto il primo, vero confronto tra la versione vecchia e quella nuova, con le squadre che hanno comunicato di non aver notato sostanziali differenze, almeno sul tracciato malese.
L’unica che ha lamentato qualche piccola difficoltà di adattamento è stata l’Aprilia, ma secondo le indiscrezioni, non dovrebbero esserci grossi problemi. Ora c’è un interrogativo che riguarda i test di Portimao che si terranno tra una settimana, ma anche la prima gara, prevista proprio in Portogallo, che scatterà il 26 di marzo.
Le nuove centraline arriveranno anche per i team satelliti o si scenderà in pista con specifiche differenti? Soltanto il tempo ce lo dirà, con la crisi dei semiconduttori che ha toccato ogni ambito tecnologico, arrivando ad investire anche il settore delle due ruote. La speranza è che tutto si risolva in fretta, anche se le indicazioni non sono troppo positive.