Gli speciali veicoli su cui hanno viaggiato le massime autorità riconosciute nella Chiesa cattolica sono diventate iconiche. Ecco le Papamobili più importanti della storia.
La Città del Vaticano, riconosciuta in latino come Status Civitatis Vaticanæ, è per l’appunto una città-Stato. Un piccolo Stato con meno di 1000 abitanti ed una estensione di appena 0,44 km². La nascita avvenne il 7 giugno del 1929, dopo un accordo firmato tra Benito Mussolini e il cardinale segretario di Stato Pietro Gasparri, rispettivamente i rappresentanti del Regno d’Italia e della Santa Sede.
Sul piccolo territorio urbano, nel cuore della città di Roma, hanno iniziato un lungo viaggio le Papamobili, oggi custodite in un’ala dei Musei Vaticani. Si intendono, esclusivamente, i veicoli bianchi utilizzati dai Pontefici durante le occasioni ufficiali. Auto che hanno accompagnato poi in tutto il mondo i Papi eletti nel Vaticano.
La prima storica auto usata da un Papa era una Itala 20/30. La vettura fu regalata a Pio X dall’arcivescovo di New York. Il pontefice preferì non usare il veicolo, esattamente, come Benedetto XV. Nel 1926 fu il turno di un nuovo mezzo. Nel mese di settembre di quell’anno, nel cortile di San Damaso in Vaticano, Pio XI salì a bordo della Bianchi Tipo 20. L’auto ricevuta in dono rappresentò un simbolo.
Dal 31 gennaio 1930 il Regolamento per la circolazione degli autoveicoli determinò la creazione del Registro veicoli vaticano. A quel punto con la targa cambiò tutto. Le prime vetture non erano dotate nemmeno di targhe. Queste ultime andavano dalla SCV 2 alla SCV 9, rientranti nel Garage pontificio dell’Autoparco Vaticano.
La carrozza del Papa
Questa Citroen più che un’auto ad oggi appare una lussuosa carrozza con quattro ruote. Si tratta della Citroën C6 “Lictoria Sex”, regalata nel 1930 a Papa Pio XI. Realizzata per il nuovo Papa dall’azienda milanese SAICA, la vettura fu accolta con orgoglio dal lombardo Achille Ratti. Quest’ultimo ricevette l’auto il 9 giugno 1930.
Sul contachilometri originale la Papamobile Citroen segna appena 192 km. In sostanza non uscì mai dal Vaticano. L’abitacolo era sfarzoso e curato nei minimi dettagli per rispondere alle esigenze della massima autorità della Chiesa cattolica. Spicca il trono che domina lo spazio interno, proprio come una piccola sala in cui il Papa godeva di una posizione privilegiata. Presente anche la raffigurazione dello Spirito Santo in forma di colomba.
Nell’abitacolo vi è anche un tappetino a griglia di metallo dorato. Secondo il costume, i sandali o le scarpe del Papa avevano una croce ricamata, su cui, nell’atto della prostrazione, veniva dato il bacio. Ci si poteva inginocchiare sul gradino della Papamobile per poter omaggiare il Pontefice.
Papamobili, il turno del Maggiolino
La Volkswagen Typ 1, nota comunemente come Maggiolino nella versione Typ 1/113 M15, o Maggiolone nella Typ 1/1302 e 1303, è un’auto storica del marchio Volkswagen. I modello all’estero era conosciuto come Coccinella, Scarabeo, in virtù di una carrozzeria bombata che faceva pensare alle forme di alcuni insetti. Conosciuta in ogni angolo della terra, divenne molto nota negli anni del secondo conflitto bellico mondiale. Volkswagen, il mitico Maggiolino è pronto a tornare: arriva un indizio.
Fu venduta in ben 21.529.464 esemplari, al quarto posto per numero di esemplari prodotti, dopo Toyota Corolla, Ford F-150 e Volkswagen Golf. Una speciale VW Maggiolino non poteva non giungere anche nel Vaticano, dove di bianco accompagnò gli spostamenti del Pontefice. Da notare che l’intero veicolo è bianco, compresi gli interni e la parte interna delle gomme.
La FIAT Campagnola
Dopo i fasti nel primo dopoguerra, la vettura torinese divenne una icona in diversi ambiti. Dopo quello militare, l’auto fu spostata sui campi per impieghi rurali. La Campagnola, come avrete intuito dal nome, era perfetta per tracciati impervi. FIAT, torna la Campagnola nel 2024? Ecco come potrebbe essere.
Un esemplare di Nuova Campagnola total white, regalato dalla FIAT alla Santa Sede nel 1980 e rigorosamente dipinto di bianco, venne messo a disposizione di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Per quasi trent’anni l’auto ricoprì un ruolo essenziale negli spostamenti, diventando la Papamobile più iconica della storia.