Le monoposto di F1 diventano vecchie già solo dopo un anno di utilizzo, specialmente oggi. Ecco che fine fanno al termine della stagione.
La F1 è uno sport che inizia ad essere abbastanza antico, nel segno che è nato subito dopo la seconda guerra mondiale e si porta dietro ormai oltre 70 anni di storia. Questo anniversario è stato festeggiato dal Circus nel 2020, una delle annate più nere di sempre a causa della pandemia di Covid-19 che di certo non ha fatto il gioco dei tifosi per via delle tribune chiuse al pubblico.
Tuttavia, è stata comunque un’annata importante, che ci ha portato a riflettere su tante cose. Infatti, la massima serie automobilistica viene spesso giudicata in maniera “negativa” da chi non la conosce, che arriva a definirla noiosa, soprendendosi del fatto che abbia un seguito così importante in ogni angolo del mondo.
La F1 non è solo spettacolo, ma il suo fascino è dato dalla sfida tecnologica che si cela dietro le monoposto, le quali hanno delle prestazioni incredibili grazie alla genialità di chi le progetta. Il Circus non è solo ciò che si vede in pista, visto il lavoro che viene fatto tra simulatori, gallerie del vento, CFD e tanto altro.
F1, ecco che fine fanno le vecchie monoposto
Soprattutto nella F1 moderna, le monoposto diventano vecchie e stravecchie dopo una sola stagione, motivo per il quale devono essere rimpiazzati da nuovi modelli. Come abbiamo potuto vedere già dalle qualifiche del GP del Bahrain di questo fine settimana, le vetture possono progredire di uno o più secondi durante un campionato, e questo porta gli ingegneri a doversi spingere sempre oltre ogni limite per stare al passo con i rivali.
Se vi siete mai chiesti che fine fanno le vecchie monoposto, sappiate che non vengono di certo portate allo sfascio. La maggior parte delle squadre le rinchiude nei musei, ed è molto probabile che quei motori non verranno mai più accesi. Per evitare questa sofferenza, la Ferrari ebbe una grande idea nel 2005, creando il programma “F1 Clienti“.
In questo modo, chi ne ha la possibilità economica può acquistare una monoposto e poi portarla in pista assieme ad altri facoltosi collezionisti, che grazie ad un team di esperti del Cavallino le imparano a guidare, garantendosi delle esperienze da sogno. In genere, questo programma va in scena durante alcuni fine settimana pre-stabiliti, i Ferrari Racing Days, assieme al Challenge ed all’FXX Programme.
Lo scorso anno, siamo stati presenti alle Finali Mondiali di Imola, e vi garantiamo che vedere questi gioielli in pista è stato uno spettacolo con ben pochi eguali. In pista, infatti, erano presenti le migliori Ferrari degli anni Novanta e Duemila, mentre le più recenti turbo-ibride sono molto più rare. Infatti, le complicate power unit necessitano di molta più attenzione, ed in pista c’era solo la SF70H di Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen, che ha corso nel 2017.
Tante monoposto sono spesso vendute all’asta
Spesso sentiamo parlare anche di aste, e non è una cosa rara che anche le vecchie monoposto possano essere vendute in queste occasioni. Lo scorso 8 ottobre, è stato il turno della F2003-GA, campionessa del mondo nel 2003 con Michael Schumacher, che è stata ceduta per una cifra record di 14,2 milioni di dollari.
Chi ne ha la possibilità economica, non si fa problemi a spendere cifre simili, e questa è stata la monoposto che è stata venduta al più alto prezzo nella storia. Come dicevamo in apertura, altre vetture vengono conservate nei musei, ed è molto celebre quello della McLaren in quel di Woking, dove sono esposte le più vincenti di sempre della squadra britannica, oggi ridotta invece in condizioni di estrema difficoltà sul fronte economico.
Una storia brillante è quella della Ferrari F1-90, guidata nel 1990 da Alain Prost e Nigel Mansell, che con il francese rischiò di vincere il titolo mondiale. Per via della sua bellezza, infatti, è stata esposta ed è ancora oggi presente al MoMA di New York, simbolo di un orgoglio italiano famoso ormai in tutto il mondo.