Ferrari, così è un vero disastro: tutto quello che non ha funzionato

Il primo round del 2023 doveva segnare la svolta per la Ferrari ed invece, ancora una volta non sono arrivati i risultati. Ora cosa succede?

Non si può certo dare la colpa a Frederic Vasseur, arrivato solo a gennaio, per quello che è accaduto domenica scorsa in quel di Sahkir. Dunque, per forza di cose dobbiamo prendercela con il passato. E’ evidente che il responso per GP inaugurale della stagione, sia stato la continuazione della narrazione del 2022, quando la Rossa aveva alternato ottime giornate, ad altre mediocri, ed altre ancora pessime, affermandosi seconda forza in campo, anche grazie ad una Mercedes, diventata improvvisamente fallibile.

Ferrari, Leclerc (ANSA)
Ferrari, Leclerc (ANSA)

Scattate dalla seconda fila, con Leclerc terzo e Sainz quarto, le Ferrari sono state la sorpresa in negativo del weekend. A dircelo sono stati l’allarmante team radio di Carlos, in cui sosteneva che se avesse spinto per proteggersi dall’arrembante Alonso non avrebbe raggiunto il traguardo, e il motore ammutolito di Charles.

Due mazzate in un solo fine settimana: una velocità inferiore a quell’Aston Martin, almeno sulla distanza. E un’affidabilità ancora latitante. Un mix per nulla rassicurante, che in molti si augurano possa essere smentito fra due settimane in Arabia Saudita.

La Ferrari deve già archiviare le sue chance?

Se ci appellassimo agli inguaribili ottimisti, questi ci farebbero notare come l’anno scorso la stessa Red Bull partì male, con addirittura un doppio cedimento in Bahrain, a cui seguì un’ulteriore défaillance in Australia sulla macchina del futuro bi-campione del mondo Verstappen. Eppure, anche prendendo per buona questa plausibile lettura positiva, che un po’ ribalta il detto “chi ben comincia è già a metà dell’opera“, sorgono delle perplessità.

Allora, ovvero al momento delle difficoltà degli energetici, il gruppo tecnico e soprattutto il geniale progettista Adrian Newey si rimboccarono le maniche per cercare rapidamente una soluzione. E giocando un po’ ad alleggerire i pesi, riuscirono effettivamente a raggiungere l’obiettivo, trasformando un’annata scattata male, in un trionfo da 17 vittorie in 22 gare disputate. Senza dimenticare la conquista di entrambe le coppe, a suggello della fine del dominio della Stella.

La domanda, inevitabile, è se pure a Maranello sapranno essere così reattivi e capaci di invertire in tempi rapidi la rotta. Purtroppo le recenti esperienze, ci fanno propendere per una risposta negativa. Ogniqualvolta l’equipe italiana è stata chiamata ad una rapida risalita, questa non si è mai concretizzata.

Tuttavia, giusto per non essere pessimisti cosmici, vogliamo credere che il rimescolamento del personale, con il taglio di rami secchi che evidentemente non portavano più benefici, possa dare dei frutti, sebbene forse non nei prossimi due eventi.

Va detto che neppure in fase di test, la Rossa aveva brillato. Tanto che alcune immagini di espressioni deluse e sconfortate da parte del monegasco, hanno fatto il giro del web diventando dei meme virali. Ne consegue che anche quest’anno i tifosi dovranno tenere a freno le proprie aspettative.

Nuovi avversari alla riscossa

La ragione risiede altresì nell’incremento dei rivali. Se il team iridato in carica è di un’altra liga, e le Frecce Nere non sono tanto lontane, la verdona è un pericolo concreto e già in essere. Sulla AMR23 di forte derivazione tedesca, Fernando è tornato a calcare il podio a 41 anni suonati. E lo stesso Lance Stroll, a lungo bistrattato, ha tirato fuori una performance notevole sul Bosforo, nonostante fosse reduce da una caduta, con annessa frattura del polso.

In poche parole, se il Cavallino vorrà tornare ad essere almeno in parte rampante, dovrà correre ai ripari al più presto. La concorrenza è molta, e le vetture sono tutte più o meno vicine nel ritmo, a parte la RB19 che vola. Ciò significa che, almeno nelle prima fetta di calendario, basterà un solo piccolo inciampo per finire dietro. E questo in zona Modena non devono permetterselo.

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