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Formula 1

Alonso, i numeri dell’eterno ragazzo non mentono: è pronto a stupire

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Oscar Slaifer

A 41 anni e cinque mesi Alonso è di nuovo protagonista in F1. Con Aston Martin sogna in grande e ha dalla sua anche dei precedenti incoraggianti.

La F1 sa regalare emozioni intense, pure. E anche questo inizio di Mondiale 2023 ci ha dato la nostra dose di sorprese. Sicuramente la più bella ha un nome e un cognome: Fernando Alonso. Parlando dell’asturiano verrebbe da dargli l’etichetta di eterno ragazzo, un po’ come Gianni Morandi, intramontabile mito della musica italiana, ancora lì sul palco a dare spettacolo. Il due volte campione del mondo, proprio come il Gianni Nazionale, è sempre in pista, a dare emozioni ai tifosi. E in Bahrain ha dato un saggio di quelle che sono ancora le sue qualità che, nonostante i 41 anni e 5 mesi, sono lì, intatte, come se il tempo si fosse fermato per lui. Ma non è una cosa così scontata, perché di esempi come lui nella F1 ce ne sono eccome.

Il due volte campione del mondo Fernando Alonso sul podio in Bahrain (ANSA)

La scelta di Aston Martin solo qualche mese fa sembrava azzardata per l’asturiano, che era tornato in F1 con l’Alpine dopo la tragica esperienza in McLaren. Credeva nel progetto francese ma in due stagioni ha racimolato davvero poco e alla fine ha deciso di mollare, convinto invece da una scuderia che sta facendo il diavolo a quattro per arrivare al tavolo dei grandi.

Sembrava una scelta solo per vivacchiare quella di Alonso, ma chi lo conosce bene sa che non è da lui tirarla troppo per le lunghe solo per la passione di correre. Ci vuole ben altro per convincerlo a farlo, e non sono i soldi. Già dopo i primi test a fine 2022 si era detto soddisfatto dell’approccio con la squadra, ma dopo la tre giorni del Bahrain è tornato ad essere quasi quello che nel 2001 aveva fatto il suo esordio nel Mondiale. Un bambino sul suo giocattolo preferito.

Alonso pronto a sparigliare le carte in F1

Si pensava a un bluff Aston Martin, che non poteva essere realmente al livello di Ferrari e Mercedes. Invece la pista ha detto che non solo lo è ma è anche più avanti, seppur di poco. Almeno in questo tipo di pista. Alonso poi ha recitato la parte del co-protagonista, perché lasciando perdere il Verstappen “di un altro pianeta” (come dice Leclerc), è stato l’asturiano in vero uomo sotto i riflettori.

Sorpassi decisi e difficili contro avversari giovani come Russell o “scafati” come Hamilton, ma soprattutto una verve nei team radio d’altri tempi, verrebbe da dire come nella sua epoca d’oro. Dall’alto dei suoi 41 anni e 5 mesi, Alonso sembra non solo più lucido di tanti altri colleghi alla guida ma anche più spensierato, capace di dare sfogo finalmente alla sua passione e a quella voglia di essere il migliore che fino ad oggi lo ha portato a rimanere a questi livelli. Ed è questo che fa paura agli avversari.

Numeri mai visti (o quasi) da un “vecchietto”

Fernando così pimpante in pista e raggiante sul podio non lo vedevamo da tempo. E anche lui ha capito che può essere solo l’inizio. Anzi, un nuovo inizio, quello della sua seconda giovinezza, che può portarlo a risultati impensabili. A podi e chissà, magari vittorie, che lo lancerebbero di nuovo prepotentemente in pista per un qualcosa di magico. Qualcosa che tanti altri che hanno seguito in precedenza il suo cammino, si sono solo sognati di fare.

Se guardiamo alla sua carriera, possiamo dire che Alonso è un vero e proprio highlander. 20 stagioni in F1, mai nessuno come lui, anche come numero di Gran premi disputati, 356 contro i 349 di Kimi Raikkonen, uscito di scena un anno fa. Quasi 96 mila km percorsi nella sua vita in pista, ma non è per questo che è tornato. Lo spagnolo è ancora in mezzo alla mischia perché si sente capace di poter fare qualcosa di grande. Si potrebbe dire ‘Sì ma tanti prima di lui sentivano la stessa cosa ma il ritorno è stato un disastro o quasi”. Questo è vero, ma per lui già parlano i numeri: ha fatto già più del “secondo” Michael Schumacher, di più ha fatto Kimi Raikkonen con tre vittorie e diversi podi con Lotus e Ferrari nel suo secondo tempo.

Alonso però ha esempi di piloti, seppur fenomeni, che hanno lasciato il segno al loro ritorno e sono di sicuro piloti a cui guarda: vedi Niki Lauda, che nel 1984 vinse anche un altro Mondiale con McLaren, prima del secondo e definitivo ritiro, oppure Alain Prost iridato nel 1993. Chissà se Alonso riuscirà nell’impresa, che sarebbe storica. Intanto però godiamocelo così, senza troppe pretese.

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