La MotoGP è fatta di sfida, e quella tra Valentino Rossi e la Ducati non è andata a buon fine. Il grande amico del #46 spiega ciò che accadde.
Una delle storie più tristi per la MotoGP del nostro paese è legata al flop che scaturì dal matrimonio tra Valentino Rossi e la Ducati. Dopo i tanti successi ottenuti con la Yamaha, il “Dottore” decise di abbracciare il progetto di Borgo Panigale a partire dal 2011, dopo l’addio di Casey Stoner che si spostò in Honda. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che quel matrimonio sarebbe stato un disastro totale, come testimoniano i risultati.
Valentino Rossi disputò due stagioni di MotoGP con la casa di Borgo Panigale, portando a casa appena tre miseri podi, più frutto del suo talento e delle circostanze che del reale potenziale della Ducati. Nelle prossime righe, approfondiremo alcuni aspetti in cui si tenta di spiegare le sue difficoltà sulla Rossa.
La MotoGP è uno sport in cui per stare al top serve che tutto funzioni alla perfezione, ed è ciò che, ovviamente, non è accaduto tra Valentino Rossi e la Ducati. Il feeling tra il “Dottore” e la Desmosedici di quel tempo non è mai stato trovato, a conferma del fatto che soltanto Casey Stoner era in grado di essere competitivo su quella moto.
In un’intervista concessa a “MotoGP.com“, il grande amico del “Dottore” e team manager del Mooney VR46 Racing Team, Alessio “Uccio” Salucci, ha parlato di quel biennio difficile del 2011-2012, raccontando le sue sensazioni e le difficoltà del pilota di Tavullia, sempre ben lontano dai primi.
Ecco le sue parole: “In Italia c’era grande emozione per il suo passaggio in Ducati, e lui era molto motivato e voleva continuare a vincere in MotoGP. La sua volontà era quella di dimostrare di poter vincere non solo sulla Yamaha, ma anche con altre moto, soprattutto con la Ducati che è italiana. Quando Valentino è salito sulla moto per la prima volta, ammise subito che non era affatto facile da guidare, affermando che non c’era neanche feeling con il motore“.
Salucci ha poi ammesso che c’era realmente poco da fare, e la delusione colpì tutti sin dalle prime battute del 2011: “Tutti credevano che Valentino potesse far progredire la Ducati anche in termini di sviluppo, ma non fu affatto così. Nemmeno lui riuscì mai a capire come funzionasse la Ducati“.
Lo storico telemetrista di Valentino Rossi, ovvero Matteo Flamigni, ha confermato le grandi problematiche del “Dottore” in sella alla Desmosedici: “Lui non si aspettava una moto così, era del tutto diversa ed aveva tanti problemi quando si trovava in sella. Il problema è che passare da una Yamaha ad una moto come la Ducati richiedeva del tempo, e Valentino non si è mai preso tutto quel tempo per riuscirci al meglio“.
Insomma, anche la pazienza non fece la sua parte, e quello di non aver mai visto un binomio vincente composto dal “Dottore” e dalla casa di Borgo Panigale resta uno dei più grandi rimpianti degli appassionati italiani di motociclismo. Un pilota come lui avrebbe meritato di fare di più su una moto del nostro paese, che oggi domina la scena, ma purtroppo non è andata in questo modo.
Oggi, per fortuna, abbiamo un altro connazionale come Pecco Bagnaia che la fa volare e che l’ha portata al titolo mondiale, per la gioia anche del pilota di Tavullia che ne ha seguito tutta la carriera e che è stato un personaggio fondamentale nel suo percorso di crescita. La Ducati di oggi è ben diversa da quella del passato, che proprio non ne voleva sapere di andare, se non nelle mani di Casey Stoner che l’ha portata al vertice dal 2007 al 2010. I tempi oggi sono ben diversi, e non ci resta che goderci questa Rossa al top della forma.
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