La casa di Borgo Panigale ha accolto per due anni il nove volte iridato. Valentino Rossi, però, non si è espresso ai suoi livelli abituali.
Questa storia è un po’ come quando nei matrimoni le cose non funzionano e ci si addossa a vicenda la colpa. Il rapporto tra Valentino Rossi e la Ducati non è mai stato un idillio d’amore. Il Dottore scelse la Rossa per allontanarsi dall’ambiente tossico che era esploso nel box Yamaha.
La convivenza con Jorge Lorenzo iniziò a vacillare quando il maiorchino diede del filo da torcere al centauro di Tavullia nel 2009, anno dell’ultimo mondiale di Rossi. Lo spagnolo dominò la stagione successiva e a quel punto Vale decise di lasciare la sua amata M1 per salire in sella ad una Desmosedici. La casa emiliana non stava attraversando un bel momento sul piano dei risultati. Casey Stoner aveva deciso di lasciare, dopo aver provato a riconfermarsi campione in sella alla Rossa.
La Ducati scelse di puntare su un campione navigato come Vale, ma i risultati furono al di sotto delle aspettative. Il feeling con la moto di Borgo Panigale non scattò mai e Lorenzo si aggiudicò un altro mondiale nel 2012. Il centauro di Tavullia non conquistò nemmeno una vittoria sulla Desmosedici, collezionando un terzo posto in Francia nel 2011 e due seconde piazze nel 2012. Troppo poco per sperare in annate migliore. Valentino tornò nel 2013 in Yamaha, lasciando secondo alcuni più danni che altro nel box della Rossa.
Valentino Rossi, parla il ducatista Conti
Gabriele Conti lavora in Ducati da ben 19 anni. In pochi conoscono come lui l’ambiente della casa di Borgo Panigale. Nel corso della storica cavalcata ai piani alti della MotoGP, il biennio con Rossi risultò il più deludente di tutti. Rossi sulla Rossa avrebbe dovuto infiammare i fan italiani, ma rappresentò un fallimento per entrambi. MotoGP, Valentino Rossi fissa l’obiettivo per il suo team: ecco cosa vuole.
Il tecnico elettronico Ducati ha spiegato come a Borgo Panigale tutti pensassero che con Rossi il titolo fosse solo una questione di tempo. Il Mondiale, invece, è arrivato nel 2022 con uno dei prodotti dell’Academy di Vale. Pecco Bagnaia ha festeggiato il titolo, rimontando 91 punti a Fabio Quartararo.
“Tutti, compresi noi, erano quasi certi che non saremmo stati in grado di vincere il titolo nel primo anno, ma nel secondo anno sì. Ma eravamo troppo lontani. Nei due anni in cui è stato con noi non siamo riusciti a dargli ciò di cui aveva bisogno. In questo campionato non si può cambiare subito ciò che voleva, ci vogliono davvero alcuni anni, ma quando hai Valentino come pilota non hai più tempo”, ha ammesso Gabriele Conti in una intervista riportata da Motorcyclesport.net.
Un ammissione di responsabilità, quasi a sugellare un armistizio. Il problema è che le caratteristiche della moto non erano compatibili con lo stile di guida di Valentino. Quest’ultimo era abituato alla Yamaha, ma anche in precedenza alla Honda, in cui l’agilità e la manovrabilità erano al top. Aspetti che, invece, non aveva la Ducati di quel periodo storico.
Valentino provò ad indirizzare lo sviluppo nella sua direzione, ma ogni volta che provava ad alzare i ritmi sulla Desmosedici finiva per cadere, come ha ricordato l’amico Uccio. La Rossa viveva un periodo molto complicato a quei tempi e non fu facile per il Dottore adattarsi. Queste parole rilasciate dal tecnico Conti sembrano quasi delle scuse per un biennio infernale. Rossi ha poi chiuso la carriera in Yamaha, sfiorando la decima corona nel 2015.